A Retrofuturo, la grande massa di sviluppatori indipendenti capaci di rendere felice una persona come me tra idee vibranti e progetti incalzanti, non erano solo giovanissimi capaci di ricreare le loro idee in linguaggio ludico. Tra questi vi erano anche grandi professionisti del settore, come Luca Deriu, fondatore di PlaySyS, un’azienda milanese operante nel mondo del Rendering 3D che ha deciso di lanciarsi nel grande calderone degli sviluppatori indipendenti italiani proprio graze alla grande competenza maturata nel mondo professionale . Il portfolio di PlaySys è quindi pieno zeppo di lavori altamente professionali e qualificati che vanno a soddisfare le più grandi necessità moderne, tra cui il rendering in tempo reale di design casalinghi e, in collaborazione con gruppo Orange, Sprea ed Future Plc, una pubblicazione Magazine che permette anche al pubblico più generalista di dare un’occhiata più competente al mondo della grafica professionale. L’immagine che PlaySys da di sè è quindi di una azienda forte e innovativa, capace anche di creare anche tecnologici videogiochi per mobile, piattaforma designata anche da Luca come il vero futuro dei videogiochi. A riprova di questo, ho potuto osservare con i miei occhi i primi progetti videoludici dell’azienda milanese, tra cui Kitty Scratch, un simpatico giochino che vede protagonista un gattino scellerato pronto ad affondare i propri artigli in mobili e tende, e Grayville, un simpatico videogioco di genere “endless runner” dal particolare stile grafico ispirato che getta il giocatore in una cittadina misteriosa abitata da mostri spaventosi da cui fuggire a tutti i costi. L’esperienza fatta con Kitty Scratch è stata propedeutica nell’ottica dello sviluppo di un nuovo gioco mobile che tenta di essere un ottimo punto di congiunzione tra tecnologia e gameplay. Il nuovo progetto a breve in uscita per Play Store e Samsung Gear Store, attinge dall’esperienza passata fatta con il device di Palmer Luckey e permetterà a tutti i possessori di un dispositivo Samsung Gear Vr di immergersi in un mondo fatto di cubi per cubi. Non è un caso che il titolo si chiami “qb” (si legge “Quby”), e non è altro che una sorta di puzzle game dinamico in cui il giocatore è chiamato a centrare dei cubi colorati con altri cubi colorati sparsi per i livelli virtuali utilizzando a suo vantaggio i svariati Power-Up disseminati nell’ambiente di gioco. La realtà virtuale gestita da PlaySys è tale da risultare eccezionale, fluida e godibile senza la minima sensazione di vertigine. L’ottima gestione cromatica e l’immediatezza del linguaggio grafico, mi hanno permesso istantaneamente di gettarmi a capofitto nel gioco senza avere alcuna difficoltà a comprendere cosa stesse accadendo. Tra le tre versioni disponibili, ho potuto provare in prima persona quella per Samsung Gear Vr, visore a realtà virtuale ottimizzato però per hardware Samsung S6, motivo per cui qb si è mostrato a me in tutto il suo stilizzato splendore grafico in alta risoluzione:
“Samsung Gear Vr è una tecnologia che ci piace molto. Lo riteniamo un ottimo visore, è molto più intuitivo ed economico e permette lo sviluppo di giochi mobile ben ottimizzati. Ciò ci ha portato a prediligere la tecnologia coreana che ci ha permesso lo sviluppo di qb: lo rilasceremo ad Aprile per tutti i dispositivi Android e in particolar modo per i dispositivi compatibili con Samsung Gear Vr”. Afferma Luca.
Sta di fatto che a me qb mi ha convinto molto e sono sicuro che possa convincere anche voi nel momento in cui lo proverete in futuro: il divertimento è assicurato e il supporto tecnologico anche. Alla fine, proprio come dice Luca, non vi sono più scuse per sviluppare videogiochi sfruttando le nuove tecnologie e d’altro canto non vi sono più scusanti per non credere in questo tipo di progetti. Studi di sviluppo come PlaySys sono a testimonianza di una Italia del futuro, che funziona e che fa scuola; sono felice di aver trovato Luca e il suo team a Retrofuturo.
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