Il fallimento di Titan ha creato Overwatch

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Spesso le menti più geniali o influenti della società umana affermano come da un fallimento possa sempre scattare quella scintilla capace di dare il principio a una vittoria futura. Appropriato è l’esempio di Blizzard, da tempo alla ricerca di un sostituto e successore dell’immortale World of Warcraft, MMO (vero MMO e non quelle boiate da 8 giocatori per istanza moderne) che più volte ha salvato il sederino alla software house americana e fin troppo spesso oggetto di speculazioni che lo vedono morto e sepolto.

Trovare un degno erede di uno dei più grandiosi videogiochi di tutti i tempi non è affatto cosa facile, nemmeno per Blizzard a quanto pare. TITAN doveva essere quel videogioco capace di convincere milioni di abbonati a WoW di cambiare residenza virtuale trasferendosi nei nuovi server del nuovissimo videogioco. Peccato che TITAN non ricevette mai un nome definitivo, non vedendo mai la luce nel mercato videoludico (e per tal motivo recluso per l’eternità nel limbo dei videogiochi non battezzati).

Artwork
Di Titan rimangono a noi solo pochi artwork

 

Nessuno sa effettivamente che cosa avesse in mente l’esplosivo team con questo nuovo MMO tutto da esplorare, sta di fatto che il Capo Designer dell’apparente opera mastodontica di Blizzard, Jeff Kaplan, ha definito il progetto come “il più grande fallimento che l’azienda avesse mai sperimentato, capace di gettare nel caos l’intero team che fu costretto a intraprendere una radicale decisione: interrompere lo sviluppo”.

Non è la prima volta che in Blizzard accadono episodi del genere: Starcraft: Ghost, ipotetico sparatutto strategico annunciato per le console “Next Gen” dell’epoca (Playstation 2/Xbox/Gamecube), non venne mai alla luce se non sotto forma di pacchetti di missioni con l’ultima espansione di Starcraft 2: Legacy of the Void, ben 16 anni dopo il suo annuncio. Tuttavia, sembra che TITAN avesse preso la forma di un’opera magna impossibile da concludere, diventando fin troppo grande rispetto alle reali risorse del team.

Il cancellamento dell’intero progetto ha messo a repentaglio la carriera di Kaplan e dei suoi sottoposti, riuscendosi a salvare in calcio d’angolo cercando di convincere con tutto se stesso Blizzard su fatto che ci sarebbe stato un altro progetto capace di portare una ventata di aria fresca all’intero portfolio della software house statunitense: Overwatch.

La nuova IP di Blizzard dopo 17 anni di spremute di vecchie Proprietà Intellettuali è ormai vicina alla pubblicazione e solo in futuro potremo sapere se il pubblico coronerà il progetto di Kaplar o se lo ripudierà come una mostruosa creatura da dimenticare, sta di fatto che osservare come un’azienda delle proporzioni di Blizzard sia comunque capace di sbagliare (e di grosso a quanto pare), mi ricorda quanto sia normale intraprendere decisioni sbagliate.

Una amara consolazione.

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Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.

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