E’ stata la mia prima volta alla fiera di Verona: non sapevo nemmeno come arrivarci, scoprendo alla fine che è facilissimo raggiungere l’impianto partendo da Milano. Sta di fatto che la mia scarsa conoscenza della splendida città veronese, non ha affatto intaccato la mia volontà di scoprire e visitare uno degli eventi più affascinanti e divertenti del panorama fieristico nerd italiano: il Game District.
Organizzato da Think Comics all’interno delle mura del Model Expo Italy, la più importante fiera italiana dedicata al modellismo, la squadra di Simone Bazzanella ha deciso di tentare nuovamente il successo dello sorso anno con l’edizione 2016 del Game District: ecco come è andata.
UNA STRANA LOCAZIONE
Il primo impatto con il Game District è stato di assoluto fascino. Il Model Expo è una fiera dedicata a tutte le età ed è innegabile il fascino che le creazioni di veri appassionati e professioisti del settore esercitano su noi comuni mortali. Scoprire per esempio che per una scultura di lego ci sono voluti oltre 24 mesi tra progettazione e assemblaggio o che un perfetto diorama capace di ricreare alla perfezione la situazione geografica veneta abbia richiesto l’esercizio di oltre 100 persone rende l’idea di come il mondo sia vario e pieno zeppo di persone capaci di concretizzare il proprio amore in vere e proprie opere d’arte in questo caso in minitura.
Sta di fatto che lo “strano” scenario si lega perfettamente alla cultura nerd classica e moderna, poiché effettivamente è difficile non definire “nerd” chi spende anni della propria vita a ricercare la perfezione visiva in un diorama in miniatura. Il saper riconoscere ogni pezzo di Lego semplicemente osservandolo e saper catalogare ogni locomotiva in miniatura descrivendone marca, anno e metodo di produzione non è cosa da tutti: è facile pensare a questi signorotti spendere ore e ore sui libri alla ricerca di nuove informazioni utili a soddisfare la loro passione in modo del tutto analogo a quanto facciamo noi ogni giorno con i nostri libri, fumetti o videogiochi preferiti. Pertanto si: il Game District si lega perfettamente al tema della fiera e Think Comics in questo caso ci ha visto davvero lungo, tant’è che Veronafiere ha fornito un intero padiglione dedicato completamente al “Distretto del Gioco”.
Lo spazio è stato ben utilizzato, mentre gli stand non erano eccessivi come accade spesso in fiere di questa portata, ma sicuramente tematici e piuttosto vari nella loro offerta. Nel caso del padiglione del GD (così ora semplifico il nome di Game District), i grandi spazi dedicati al modellismo presentavano le più disparate creazioni modellistiche a tema nerd, come la creazione della Barriera di Game of Thrones, scenari horror tipici della serie Tv “The Walking Dead” e tanti, tanti modelli in scala dei personaggi più celebri del mondo del cinema e dei cartoni animati, come le creazioni di Andrea Montori di Firenze facente parte dell’Orange Team di PisaBrickArt, una associazione di persone che ha lo scopo di diffondere la bellezza di creare grandi opere coi lego nel tentativo di insegnare al pubblico come liberare la fantasia coi fantastici mattoncini danesi. Tanta roba insomma.
SCONTRI TRA COSPLAYERS E REALTA’
Il bellissimo scenario del GD si è inevitabilmente scontrato con la realtà fumettistica odierna promossa da Think Comics. Il padiglione dedicato al gioco è stato comunque ben organizzato e passeggiare al suo interno è stato piacevolissimo, ma si avvertiva la sensazione di essere in mezzo a dei veri pesi massimi del settore, dei veri “invasati” nell’accezione positiva del termine. Sembra quindi ovvia la presenza di un pubblico maturo e più esigente che ha trovato negli stand pane per i propri denti, ma che sembrava disincantato nei confronti delle incarnazioni più giovanili della cultura nerd, tra cui il piacevole sfoggio di Cosplayer di tutte le età.
Il primo contest cosplay in stile picchiaduro, il Cosfight, si è rivelato essere molto divertente e appassionante, anche grazie la partecipazione di cosplayer dai costumi davvero ben curati e dalle interpretazioni interessanti. Di fatti il Cosfight si è rivelato piuttosto impegnativo per i cosplayer in quanto le varie manche di combattimento prevedevano, da regolamento, diversi spettacoli da mostrare alla severa giuria composta da esperti del settore, tra cui Gaetano dei Prizmatec e Marco Lentini, il noto e bravissimo stuntman di Movieland ora in tourné per tutta l’Europa (abbiamo approfondito la questione in questo articolo).
Il tutto è andato per il meglio, fatta eccezione per piccoli problemi di regia tratti fastidiosi, come errori nella gestione dei filmati o dei file audio, problemi che non hanno comunque minato la sfilata all’ultimo sangue dei vari cosplayer. E’ sempre bello osservare persone di tutte le età partecipare a contest cosplay ed è sempre bello osservare la messa in pratica di una passione forte tanto quanto un filo di adamantio. Sta di fatto che durante il Cosfight si è percepita la netta differenza generazionale tra il pubblico più giovanile e improntato all’idea del cosplayer e il pubblico più maturo e tradizionalista, il quale sembrava essere distante dalla festosità della manifestazione costumistica. Ciò fa riflettere su come due generazioni diverse siano in realtà così distanti tra loro, simbolo di una Italia giovanile che si sta davvero costruendo la sua cultura e la sua reputazione, in una gioiosa festa di colori e passioni. Ci possono rubare il futuro, ci possono rubare le speranze, ma la passione e le idee riusciranno sempre a portarci lontano.
Certamente nelle varie manifestazioni Cosplay consumate al Game District non potevano mancare piccole conferenze sulla grande magia Prizmatec, cui Projectnerd ha deciso di raccontarne la storia. La maestria della famiglia di Gaetano, fondatore del gruppo cosplayer più talentuoso d’Italia, è riuscita ad acchiappare l’attenzione anche di chi del cosplay non ne sapeva nulla, rimanendo quindi impressionato dall’incredibile qualità dei costumi. Sinceramente è impossibile rimanere inermi davanti a tanto splendore.
A impreziosire il tutto vi è stato anche un concerto di Zeth Castle e il suo gruppo rockeggiante: i Zee Castle. Certamente il padiglione di Veronafiere non era azzeccato per un concerto, ma a me piace troppo la sua musica e non ho resistito a partecipare all’intero concerto. Ho anche acquistato il suo ultimo disco e me lo sono fatto autografare: pura poesia.
IN THE CONCLUSION
Game District mi è parsa una fiera modesta e razionale inclusa in uno stupefacente ambiente dedicato al modellismo più nerd che esista al mondo. E’ vero, ci sono stati degli inciampi sul palco e forse l’idea di aver portato eventi cosplayer così vivaci a un pubblico più maturo e tradizionalista ha a tratti fatto sobbalzare l’entusiasmo della fiera che è stata capace di attirare tantissimi visitatori e numerosi espositori. Ho potuto comunque notare un impegno costante di Think Comics durante l’intero evento, ma era palese che Simone & Co. stessero già pensando al grande divenire degli eventi veronesi: La Sagra del Fumetto è infatti vicina e conta di essere l’evento veronese e veneto più importante dedicato al mondo nerd moderno. Pertanto si: non so proprio come Think Comics riesca a essere così energica e mi sento di promuovere a ottimi voti il Game District. E’ stata una avventura piacevole e razionale e di questi tempi non è facile creare qualcosa di così piacevole.
L’anno prossimo ci ritorneremo e conto sul fatto che ci sarete anche voi: ne vale la pena.
Prossimo anno ci andremo con uno stand!