Recensione a scritta da Kristian Angeloni e redatta da Agos Rogger
SCRIVERO’ UN LIBRO: I MIEI PRIMI 10 ANNI
Sono passati ben 10 anni da quando, sulla prima XBOX, Turn10, una software house allora sconosciuta, rilasciò una ip nuova che entrò di prepotenza in un settore difficile come quello dei simulatori di guida per console, dominato allora dalla saga di Gran Turismo per PlayStation, dando anche agli utenti XBOX un’esperienza di guida appagante, il tutto condito da un buon comparto grafico, con piste ed auto dettagliatissime (anche se inferiore alla controparte Sony per quanto ne riguardava il Framerate), una realizzazione dei rombi del motore ancora oggi molto accurata, una buona lista di auto che spaziava dalle auto di tutti i giorni a supercar esotiche, passando anche per auto da gara, il tutto condito da un modello di guida difficile ed appassionante.
Durante questi 10 anni Turn10 è riuscita a far breccia nel cuore di appassionati di guida e non, facendo del suo modello di guida il punto chiave della sua esperienza, e con Forza Motorsport 6 T10 si riconferma ancora una volta, donando al videogiocatore quella che è senza ombra di dubbio la migliore esperienza di guida su console, onorando alla grande il suo decimo anniversario ed alzando l’asticella molto, molto in alto riproponendo i drivatar introdotti con il capitolo Next Gen Forza Motorsport 5, ed aggiungendo una grande novità nella serie, ossia l’introduzione di gare in notturna e sotto la pioggia.
Ed è da qui che inizierò.
AVANTI: GUIDACI FUORI DA QUI!
Il modello di guida di Forza 6 si mostra sin dal tutorial iniziale solido e realistico, donando al giocatore la sensazione di guidare realmente un’auto come in nessun altro simcade prima d’ora, con spostamenti di carico, consumo di pneumatici e aerodinamica perfettamente riprodotti sulla maggior parte delle 460 auto. Ogni vettura è realmente differente dall’altra, e con ognuna intendo realmente OGNUNA: nonostante sia della stessa categoria, guidare una Z4 GT3 con il classico layout motore anteriore – trazione posteriore ti darà un’esperienza decisamente diversa dal guidare una R8 o una Gallardo con motore centrale e trazione posteriore, differenza che si fa ancor più ampia quando si fanno confronti tra vetture stradali. Guidando una Bugatti Veyron, per esempio, si può godere di una superlativa accelerazione con una conseguente uscita di curva decisamente migliore di quella di una LaFerrari, sebbene più lenta nell’affrontarle come le più leggere ed aerodinamicamente più efficienti LMP1 del calibro della Audi R18 E-Tron Quattro, letteralmente più veloce del pensiero. Insomma, ogni cosa è curata come si deve sul modello di guida, rendendo le gare sempre imprevedibili già di suo.
Ad influenzare però ancor di più la guida di un’auto sarà l’orario ed il meteo: nel primo caso vi ritroverete a correre con una pista più fredda del normale, riducendo quindi l’aderenza, il tutto condito dalla notte profonda del gioco, riprodotta incredibilmente bene, a tal punto da divenire asfissiante, sopratutto su piste poco illuminate come Spa, il Circuit De La Sarthe e sopratutto la vecchia Nordschleife, dove anche la semplice rottura di un faro comporta il ritiro della gara, perché realmente, si va alla cieca. In più si può rischiare di essere “abbagliati” dai riflessi dei nostri fari sulle superfici della pista o delle auto avversarie, rendendo ancora più difficile orientarsi nel tracciato.
Ma la situazione si inizia a fare critica sotto un acquazzone, se con condizioni di luce e notturna Forza 6 si mostra il migliore del genere (che è quello dei simcade, non dei simulatori su PC), sotto la pioggia si trasforma in un temibile mostro dall’aspetto bagnato e minaccioso.
Non si tratta semplicemente di meno aderenza, sotto la pioggia sarete voi in balia della pista e dovrà essere approcciata per necessità in maniera diversa. Il tutto viene reso ancora più difficile dalla presenza di pozzanghere d’acqua 3D che sono piazzate sulla pista secondo dati raccolti dai Turn10 le quali sono da evitare come la peste, sopratutto se siete alla guida di auto leggere come la Bac Mono, superleggera spesso preda di un incontrollabile aquaplaning: andare contro un muro sarà semplice con questo titpo di auto, mentre con vetture più pesanti la situazione si fa meno critica visto che il peso, oltre a fornire più trazione in accelerazione, aiuta a compensare un minimo l’aquaplaning, nonostante il pericolo di sbandare non sia affatto nullo.
Con Forza 6 sono ritornati i Drivatar introdotti nel 5° capitolo, i quali permettono al giocatore di correre con un’ IA che ripropone lo stile di guida dei nostri amici e dei giocatori di Forza: alle difficoltà più elevate daranno tantissimo filo da torcere ai meno esperti, facendo staccate all’ultimo metro e traiettorie al limite della perfezione (dannata CPU cheattona!). Tuttavia non ci imbatteremo solo in automi da pista: non sarà raro infatti osservare avversari che lottano tra di loro per agguantare una posizione più iridata oppure vedere un drivatar commettere un errore se messo sotto pressione (Poliphony, è questo che dovresti fare con Gran Turismo!). La cosa più divertente è guardare un Drivatar commettere un errore davanti ai nostri occhi e constatare che le conseguenze dell’imperfezione si ripercuotono su di noi (quante volte ho dovuto riavviare una gara perché avevo sbattuto contro un’auto avversaria uscita di pista a Road Atlanta o a Rio). Il tutto si basa anche sull’esperienza del giocatore su una determinata pista, quindi il mio drivatar potrebbe trovarsi bene a correre a Road Atlanta, mentre a Yas Marina commetterà errori su errori in quanto sono una schiappa sul circuito citato. Interessante notare che il nostro Drivatar registra anche i comportamenti con le varie fasi della giornata e i diversi agenti atmosferici: vedere avversari andare lunghi o sbattere contro un muro perché non abituati a correre in determinate condizioni è cosa normale, rendendo le gare ancor più realistiche ed avvincenti nonché imprevedibili fino all’ultimo metro.
MI PIACE PARLARE DI AUTO
Anche sul piano dei contenuti Forza 6 si dimostra veramente ricco di possibilità, proponendo il miglior parco d’auto mai visto in un videogame con una varietà così immensa da far invidia persino ai giochi del futuro: si passa dalle piccole caffettiere cittadine alle hypercar, dalle FIA GT3-GTE alle WTCC, dalle V8 SuperStar alle LMP1, dalle F1 attuali a quelle del passato, e chicche rare quali le folli Can AM, Formula E o le F1 degli anni d’oro (c’è persino la prima, perdente, McLaren!), per non parlare di due gioielli anni 30… Insomma, il piatto è ricco e farà la gioia di praticamente chiunque: ho perso un’ora buona a vedere ogni auto del gioco in Forza Vista. FM6 offre anche un buon numero di tracciati: si trovano circuiti storici come Spa, Nurburgring, Monza e LeMans fino ad arrivare oltreoceano nei circuiti americani immersi nella natura e poi vabbè, come se ve ne fosse il bisogno di dirlo, vi è anche Yas Marina, sebbene di Yas Marina non frega nulla a nessuno, purtroppo (non è vero, è solo perché non ho ancora capito come interpretare quel dannato circuito). In ogni caso tutte le piste sono realizzate alla perfezione, scritte mediante tecnica “laserscan” in parte brevettata da Kunos Simulazioni (Assetto Corsa): ogni pista del gioco, anche quelle più fantasiose, sono state scannerizzate con il Laser (e non so come abbiano fatto a scannerizzare piste che non esistono): le imperfezioni delle strade di Rio De Janeiro, per esempio, possono essere scorte anche nella realtà (ho controllato su Google Maps personalmente), stessa cosa per l’incredibile circuito di Praga, tanto affascinante quanto difficile, facendo intuire al giocatore quanta passione i ragazzi di Turn 10 ci abbiano messo in ogni pixel del gioco.
Uno dei punti forti di questo titolo è la buona modalità carriera che ha subito un deciso miglioramento, diventando molto più varia e godibile: ora non ci sono solo le classiche corse da 3-4 giri, possiamo infatti essere invitati anche in esibizioni speciali le quali spaziano da gare a tema GT, a gare endurance che superano facilmente l’ora di gara, fino a gare più divertenti come le sfide di Top Gear, riuscendo quindi a spezzare la monotonia della classico e monotono percorso al successo. Sempre durante la modalità principale, possiamo usare delle carte speciali (che bada, non sono obbligatorie), che ci offrono la possibilità di ottenere vantaggi come più aderenza su una determinata pista o capacità frenante maggiore per riuscire a salvare quei pezzenti di ciclisti che ogni giorni invadono le nostre strade (non è vero, non ci sono ciclisti nel gioco). Vi sono anche delle carte che permettono al giocatore di scommettere su se stesso le quali, al prezzo di un malus, si possono ottenere bonus in crediti al termine della gara. Il completamento di ogni gara, come sempre, ci fa guadagnare sia crediti che punti esperienza: con i primi possiamo comprare auto nuove e potenziarle nel minimi dettagli, mentre con i secondi si avanzerà di livello, ed ad ogni level up ci verrà assegnato un tiro con il quale potremo vincere premi in denaro o vere e proprie auto, anche costose come una 250 GTO o la Lotus E23, permettendo di avere auto potenti sin da subito, amalgamando in meglio la carriera.
MI PIACE OSSERVARE LE AUTO
Menzione d’onore per il comparto tecnico. Certamente: la grafica è importante in un videogioco d’automobili, ma se ho deciso di parlarne all’ultimo è solo perché ritengo che il livello di simulazione sia più importante del numero di poligoni assegnati a un modello poligonale in un simulatore di guida.
In ogni caso T10 ci regala un gioco con una resa audiovisiva splendida, con un campionamento dei motori migliorato all’ennesima potenza e molto più profondo e preciso che in passato. I colpi d’occhio sono veramente suggestivi, sopratutto di notte o sotto la pioggia, attimi in cui si toccano vette di fotorealismo mai viste nella serie: le gocce di pioggia che si muovono sul parabrezza in base al movimento dell’auto donano un tocco di incredibile realismo alla produzione le quali si dimostrano anche meglio realizzate di quelle presenti in Driveclub. Il tutto gira rimanendo fisso a 60 FPS e alla ragguardevole risoluzione di 1920 x 1080 con 24 auto in pista: un traguardo notevole per Xbox One.
Inutile dire che le auto sono forse il punto forte dell’intero comparto grafico: ogni auto in game ha un minimo di 500.000 poligoni, numero che raddoppia nella modalità autovista raggiungendo vette di un livello semplicemente alieno, con una mole di dettagli impressionante e con ogni bullone al posto giusto, il tutto aiutato da una resa dei materiali semplicemente divina.
Però non è tutto oro quello che luccica, visivamente questo ben di Dio richiede comunque qualche sacrificio, come un AA poco marcato che sporca non poco la resa su schermo e un sistema di illuminazione che non è più al passo con i tempi: è forse ora di aggiornare il motore grafico. Certo è che gli sviluppatori hanno davvero fatto miracoli con questo hardware, ma speravo che FM6 potesse avere il supporto alle Directx12, le nuove e a quanto pare miracolose librerie grafiche di Microsoft.
E ALL’ULTIMO GIRO..
In definitiva, dopo un deludente 5° capitolo, Forza Motorsport 6 ritorna ai fasti di un tempo ed è un titolo che ogni VERO appassionato di automobili non deve lasciarsi scappare, oltre ad un modello di guida meraviglioso T10 ci regala un vero tributo al mondo del motorsport e dell’automobilismo, curando a dovere anche il dettaglio più insignificante, dove si può riuscire ad apprezzare anche un’auto su cui magari ti eri fatto un’idea del tutto diversa, stessa cosa si traduce per le piste, alcune come il Ring, Rio o Laguna Seca sono allo stato dell’arte, ogni cosa è dove deve essere, dando al giocatore la possibilità di usare riferimenti visivi che si usano anche nella realtà (e poi vedere per la prima volta la sabbia spostarsi mentre corri a Laguna fa un effetto non da poco). Il comparto singleplayer molto buono e un comparto tecnico solido come una roccia infine sono la ciliegina su una meravigliosa torta.
Insomma, se prima eravate indecisi sul farvi una One, ora non avete più alcun dubbio.
E ricordatevi: se volete correre, fatelo solo in una pista messa in sicurezza. E se non avete abbastanza denaro per affittare l’intero circuito di Monza e una ferrari 458 Italia, poco importa: a questo ci pensa Turn 10 e la sua creazione.
Dannazione, la Fiat Panda è davvero immancabile..come hanno potuto ometterla?