Un po’ eroe ed un po’ supercriminale, il settimo appuntamento con gli approfondimenti legati ai Marvel Villain si apre su uno scenario stellato e su un personaggio che ha cambiato la storia…letteralmente.
Il Soldato d’Inverno. Una vera leggenda nel mondo Marvel perché si presume colpevole di numerosi delitti politici degli anni ’60 e ’70. Un volto sconosciuto che però si dice legato a quello di un ragazzino.
Senza contare che il Soldato d’Inverno è considerato il mentore della Vedova Nera (Nathasha Romanoff).
L’alter ego del soldato è James Buchanan Barnes, per gli amici Bucky, un orfano cresciuto in una base militare americana durante gli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Qui Bucky incontrerà il soldato semplice Steve Rogers che in seguito diventerà il simbolo della resistenza alleata contro l’esercito nazista, Capitan America.
Grazie alle sue doti e alla grande amicizia con Steve, James Barnes diventa la spalla giovane del supersoldato contrapponendosi alla gioventù hitleriana in Europa.
Assieme a Cap ed i supereroi Toro, Torcia Umana e il submariner Namor, Bucky entra a far parte degli Invasori, un progenitore del gruppo dei Vendicatori.
Nelle fasi finali della Guerra, Bucky assieme a Cap tenta di sventare un ultimo assalto a Londra da parte del Barone Zemo e finisce con l’esplodere assieme ad un razzo sperimentale, mentre Cap finisce nei gelidi mari del nord finendo ibernato fino ai giorni nostri.
Tuttavia Bucky non è morto (perlomeno non lo era secondo i fumetti a lui dedicati ma editorialmente Bucky fu uno dei personaggi Marvel a rimanere più “morto” temporalmente) ma venne ritrovato da una pattuglia sovietica in stanza nel mare del nord.
Ferito e senza più un braccio, Bucky si scoprì essere affetto da amnesia, questo permise ai sovietici di prenderlo sotto la loro custodia ed addestrarlo per diventare non uno ma IL migliore agente segreto al servizio di Stalin.
Durante gli anni della Guerra Fredda, il Soldato d’Inverno eliminò moltissimi bersagli politici oltre la cortina di ferro finendo poi negli Stati Uniti dove il vecchio James Barnes riemerse dall’amnesia temporaneamente.
A seguito di questo sciagurato incidente che rischiava di far perdere uno dei migliori agenti URSS, Soldato d’Inverno venne ricatturato e messo in criostasi tra una missione e l’altra con un lavaggio del cervello ad ogni risveglio.
Questo permise a Bucky di invecchiare solo cinque anni dagli anni ’50 fino agli anni ’70.
La Vedova Nera venne addestrata proprio dal Soldato d’Inverno (andandoci poi a letto ogni tanto) durante questi anni finché un giorno il Soldato si ritrovò invischiato nel recupero del Cubo Cosmico da parte di Teschio Rosso, vecchio nemico dei tempi della guerra.
Scoperta l’identità (finalmente!) del Soldato, Capitan America usò il potere del cubo per far riacquistare la memoria al Soldato che finalmente si rese conto dei suoi anni passati al servizio del nemico.
Di sua volontà Bucky intraprese la via della clandestinità alleandosi con Nick Fury (vecchio compagno d’armi nell’esercito e fondatore dei Secret Warrior) attraversando le fasi della Civil War e della Secret Invasion finendo poi con il diventare…Capitan America!
La prima regola di quando si scappa è non correre, ma camminare
Sebbene non si possa considerare un marvel villain fino in fondo, il Soldato d’Inverno ha i suoi trascorsi nell’ambito tanto che in diverse produzioni videoludiche e cartoon il killer senza volto del soviet è cattivone da sconfiggere tanto quanto Teschio Rosso o altri eminenze dell’Hydra.
Tuttavia come abbiamo visto Bucky è una vittima degli eventi e questo ci porta a vederlo sotto la chiave della pellicola “praticamente” a lui dedicata: Captain America: The Winter Soldier.
La pellicola firmata Anthony e Joe Russo del 2014 ci mostra il nuovo volto di Bucky rivelando solo a metà pellicola la sua vera identità, che rimane per quasi tutto il tempo legata ad una capigliatura nera lunga ed una maschera che i più hanno associato al misterioso Adam Kadmon (la trasmissione mediaset “mistero” ringrazia!).
Dietro il volto freddo dell’assassino c’è sempre Sebastian Stan (apparso e reso celebre anche dalle serie tv Once Upon a Time e Gossip Girl), mutilato nello spirito e nel fisico.
Nel film Bucky non viene recuperato dai sovietici dato che la sua scomparsa avviene diversi anni prima la fine della guerra ma dal gruppo Hydra guidato da Teschio Rosso.
Sarà lo scienziato Armin Zola (Toby Jones, che nel film mostra uno Zola molto ravvicinato a quello fumettistico) a recuperare Bucky negli anni della guerra sottoponendolo a torture e sostituendo il suo braccio sinistro ormai perduto con una protesi robotica.
Immerso in un sonno criogenico, Bucky si risveglierà solo diversi anni dopo al soldo dell’Hydra per compiere gli omicidi necessari al ritorno in scena dell’organizzazione nazista.
Soldato d’Inverno infatti appare per la prima volta a caccia di Nick Fury (Samuel L. Jackson) ponendo “apparentemente” fine alla sua vita in seguito cercherà di fermare Capitan America (Steve Rogers) iniziando ad avere una falla nella sua perfetta identità da assassino.
Sarà proprio l’antico legame di amicizia con l’amico Steve a risvegliare Bucky dal torpore ed alla fine, a far prevalere la ragione sul personaggio.
A metà tra il supercriminale internazionale e l’antieroe, il Soldato d’Inverno ha lo spazio di un solo film (per ora) per mostrare il suo profondo tormento e l’angoscia delle torture subite, il suo ruolo sarà sicuramente sempre più importante a partire dalla Civil War prevista per il 2016 quando Steve Rogers sarà costretto a lottare contro coloro che una volta erano i suoi compagni.
Soldato d’Inverno ha anche un piccolo ruolo nei crediti finali di Ant-Man quando Falcon (Anthony Mackie) e Cap lo ritrovano intrappolato in un macchinario chiaramente stordito e disorientato.
Uno dei paragoni più azzeccati per il soldato è quello di metterlo a confronto con il primo Robin della Dc Comics: Dick Grayson.
Diventato poi Nightwing questo personaggio al pari di Bucky ha seguito le orme del proprio mentore e amico (Batman / Capitan America) traendo quanti più insegnamenti morali possibili per poi proseguire il proprio cammino in maniera del tutto autonoma, talvolta ereditando il mantello/scudo del proprio mentore ma rimanendo fondamentalmente un’identità a se’ stante, capace di emozionare e diventare qualcuno anche senza l’ombra del protagonista principale delle storie.
La formula che ha reso celebre Bucky è senza dubbio la forte carica thriller e noir delle sue storie ed il tormento di un ragazzo che ha perso tutto, anche la memoria e lotta per ritrovare un posto nel mondo.
Mentre Cap è stato trovato dai “buoni”, Bucky è stato ritrovato dai “cattivi” che lo hanno reso tale.