C’era una volta un genio chiamato Steve Jobs

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Oggi, in data 5 Ottobre 2015, si ricorda la scomparsa di Steve Jobs, uno dei due fondatori Apple e uomo dalla mente brillante che ha rivoluzionato il mondo in più occasioni. Un uomo non esente da difetti, ma di sicura creatività, lungimiranza e cura maniacale per i dettagli, qualità che hanno fatto fare passi da gigante ai computer, rendendo il computer e la tecnologia alla portata d’utilizzo di chiunque e non più rivolti solo ai “nerd”. Ma andiamo con ordine.

 

 

C’era una volta…

 

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Nato nel 24 Febbraio del 1955 a San Francisco, venne adottato da una famiglia a Mountain View in California. Nonostante la cristianità della sua famiglia, Steve scelse la via del Buddismo attraverso un viaggio in India.

Jobs trovava la scuola molto limitata a tal punto che, durante il suo periodo alla ATARI per conto di HP in compagnia di Steve Wozniak, decide di mettersi in proprio con quest’ultimo convincendolo a fondare la Apple Computer il primo Aprile 1971 per lanciare la sua ultima invenzione, un Computer di ridotte dimensioni e collegabile al televisore. L’idea fu rischiosa ma portò i primi introti grazie al Byte Shop che ne acquistò 50 modelli nonostante si trattasse di un modello diverso dai computer che giravano a quei tempi. Ma l’idea di un computer in casa garantì al Apple I di vendere, tanto da attirare l’attenzione di Mike Marcula, ex dirigente Intel, che propose un investimento di 250.000 $ a Jobs per la crescita dell’azienda (che ricordiamo era in un garage…) e lo sviluppo dell’Apple II.

 

L’idea di Jobs era chiara: portare il computer in tutte le case delle famiglie e delle scuole e per fare ciò doveva rendere l’Home Computer accessibile a chiunque, anche a chi non masticava ingegneria o non era appassionato di informatica.

Il successo fu tale da sforare il milione di dollari ed essere quotata in borsa, raggiungendo in pochi giorni 256 milioni di dollari fino a essere valutato 1.8 miliardi di dollari!

 

Il prossimo passo fu produrre un computer ancora più accessibile e che permettesse a chiunque di realizzare progetti, disegni e lavorare su documenti con estrema facilità. Acquisendo l’idea del mouse dalla Xerox per immetterla nel mercato e sviluppando un’interfaccia grafica di facile utilizzo, insieme a una serie di nuovi Font voluti da Jobs, Apple rilasciò il primo Macintosh nel 1984.

Purtroppo, nonostante l’ottima accoglienza, il prezzo alto del Macintosh non gli permise di fare grandi vendite e portarono il consiglio di Apple a licenziare Steve Jobs, il fondatore dell’azienda.

 

Ma Jobs era un duro ma soprattutto un creativo e non riusciva a stare seduto senza far niente. Così fondò la NeXT Computer e la Pixal e sviluppò il primo Toy Story, lungometraggio animato completamente in grafica 3D. Il successo fu tale che la Pixar venne acquistata dalla Walt Disney. Nel frattempo, la NeXT Computer nacque con l’intento di rivoluzionare il campo informatico, ma nonostante la qualità dei computer, le vendite faticarono a salire a causa di PC economici denominati cloni del PC IBM.

 

 

Il ritorno di Steve Jobs in Apple

 

Passavano gli anni e la Apple Computer non riusciva a ingranare senza Jobs, a tal punto da costringere il consiglio di amministrazione a riassumere Jobs. Inizialmente Jobs accettò di collaborare con Apple a un dollaro all’anno, una cifra simbolica e guadagnandosi la nomina di iCEO. successivamente, una volta diventato Amministratore Delegato, proseguì con l’allontanamento di alcuni elementi della dirigenza.

 

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La guerra contro Microsoft

 

Apple aveva bisogno di essere rilanciata e perciò occorreva un nuovo piano. Questo piano prevedeva un accordo con Microsoft, che doveva sviluppare Word e Excel per il sistema operativo Apple all’inizio e per Windows dopo, esattamente nel 1989. Detto fra noi, Microsoft tentò un piano astuto per appropriarsi degli elementi dell’interfaccia grafica del Mac, approfittando della firma di John Sculley che garantiva questi elementi anche a Microsoft per scopi di sviluppo software.

Quando Jobs vide Windows, non ci pensò due volte a fargli causa per il furto del System 7 (nome del sistema operativo) e del Look and Feel, ovvero l’insieme delle caratteristiche dell’interfaccia grafica che garantiva una facile intuizione grazie all’aspetto estetico.

 

Ma si sà, le cause legali durano molto tempo, troppo, e ciò significa soldi persi per il sostegno della causa. Per cui Jobs si accordò con Bill Gates. Il Mac dovette utilizzare come browser per la navigazione sul Web Microsoft Explorer Macintosh Edition (Internet Explorer per farla breve) in cambio di 150 milioni di dollari in azioni Apple.

 

 

 

La rinasciata di Apple

 

Molte furono le decisioni drastiche per risollevare l’azienda dal fallimento. Il primo fu la cancellazione della maggior parte dei progetti in cantiere. Subito dopo, il licenziamento di diversi dipendenti e il lancio del Computer All-In-One. Queste scelte portarono Apple dal baratro del fallimento con oltre un miliardo di dollari in perdita (senza Jobs) a 310 miliardi di dollari di attivo (dopo il suo ritorno).

 

Apple rilasciò una serie di prodotti di qualità e rivoluzionari, come i già citati computer della serie All-In-One, per esempio l’iMac G3 disponibile in vari colori e consentiva la configurazione alla rete attraverso pochissimi passaggi, senza ricorrere a un tecnico a pagamento. Un altro modello fu l’iBook, un computer portatile in diversi colori e con una discreta potenza hardware. Jobs era un fanatico dei dettagli ed era convinto che il computer doveva avere un aspetto gradevole e colorato e non ingombrante e grigio.

 

 

Anno 2001, salvataggio del settore musicale, espansione dell’azienda fino a come la conosciamo oggi e la battaglia contro il cancro

 

Internet non portò soltanto conoscenza a disposizione di tutti e comunicazioni online, ma anche disagi per le compagnie discografiche. Con l’arrivo della rete, infatti, il mercato della musica subì un calo di vendite dei dischi a causa della musica in formato compresso MP3 disponibile gratuitamente online (ma, soprattutto, illegale).

 

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Nel 2001 Jobs presentò l’iPod, un lettore musicale portatile, di dimensioni contenute e con svariati giga a disposizione in grado di conservare l’intera libreria musicale in pochi cm di device. Gli MP3 venivano messi in vendita su iTunes e questa invenzione consentì a Apple di rivoluzionare un nuovo settore e alla musica di tornare a essere comprata legalmente. Ancora oggi, iTunes è il negozio online musicale più usato nel mondo.

 

Nel 2003 gli viene diagnosticato un tumore maligno al pancreas, malattia che nonostante il suo progredire non ha impedito a Jobs di salire sul palco e presentare i nuovi prodotti della sua azienda. Viene infatti presentato il primo smartphone di casa Apple nel 2007, il primo iPhone (chiamato anche iPhone 2g o iPhone Edge).

L’iPhone rivoluzionò il mercato della telefonia, portando una lunghissima serie di novità tecnologiche come il Multi Touch Screen, un display enorme da 3.5 pollici (per l’epoca) che consentiva al browser Safari di visualizzare l’intero sito sul telefono stesso. Ma anche il pinch in/pinch out per zoomare le immagini, un’interfaccia intuitiva e Mac OS X direttamente sul telefono oltre a una serie di collaborazioni come Google Maps e la visualizzazione 3D delle città più importanti. A ciò si aggiunge l’App Store, un negozio online che permetteva di scaricare e installare tantissime applicazioni (gratuite e non) di tutti i tipi (professionali, di intrattenimento etc).

L’iPhone impose un nuovo traguardo da seguire per la concorrenza, permettendo a Apple di rivoluzionare uno dei mercati più redditizi al mondo.

 

L’ultima grande invenzione di Jobs fu l’iPad, un tablet che andava a sostituire gli economici Netbook offrendo potenza di calcolo elevata, elaborazione immagini che i Netbook non erano in grado di sostenere e altre caratteristiche d’avanguardia. L’iPad aveva un display molto ampio, una batteria longeva e una lunga lista di funzionalità come eBook, visualizzatore di immagini in alta definizione e tutto ciò che un computer portatile permetteva di fare.

 

Purtroppo la malattia non voleva saperne di fermarsi, provocando la scomparsa di Steve Jobs il 5 Ottobre 2011 dopo aver delegato Tim Cook a capo della società.

 

 

Cosa Steve Jobs ha lasciato alle nuove generazioni

 

Steve Jobs è stata una mente geniale, forse l’ultimo o uno degli ultimi geni dei nostri anni. Non era un uomo esente da difetti, come qualsiasi essere umano, ma è stato un uomo che ha fatto della sua creatività e della sua lungimiranza una virtù che ha condiviso con il mondo intero.

Come ogni uomo, ha dovuto subire momenti terribili nel corso della sua vita, ma ha dimostrato a se stesso e al mondo che la forza di volontà è il migliore dei mezzi e l’importanza di mettersi in gioco, sempre.

Potrete apprezzare le sue invenzioni o disprezzarle, ma è impossibile negare gli enormi passi avanti che ha apportato alla tecnologia e, di conseguenza, alla vita di ognuno di noi.

 

 

Vi linkiamo un video riassuntivo con le metafore più importanti del suo celebre discorso all’università di Stanford.

 

“Stay hungry. Stay foolish” – Steve Jobs, 05/10/2011 – 05/10/2015. RIP.

 

 

 

VIDEO

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Daniel Mars

Tanti anni sui videogiochi lo hanno convinto che non esiste niente di più importante del GAMEPLAY quando si parla di Gaming. Nonostante illustri capolavori moderni come Fallout 3 o il primo Dead Space, resta ancorato al passato con giochi come Earthworm Jim, Killer Istinct e Megaman X. E' anche fissato con gli X-Men, Donnie Darko e il Monopoly.

There are 2 comments

  1. Io dirò sempre questo: Apple non è accessibile e secondo me non ha centrato l’idea iniziale di Jobs. L’azienda ha infatti creato sempre prodotti costosi inadatti a coloro che non potevano sostenere un budget simile, costruendosi quindi una reputazione come “marchio d’elitè” per via del suo alto costo.
    Per quel che mi riguarda, Apple è una vera e propria religione: possiedo un Macbook e sono abbastanza soddisfatto dell’acquisto, ma non vi intravedo alcuna rivoluzione al suo interno nè nella storia di Apple in generale in quanto, affermo io, le idee messe in pratica da Jobs e da altre aziende erano già nell’aria.
    Sostengo inoltre che multinazionali come IBM siano state fondamentali nello sviluppo dell’informatica e dell’hardware, più di Apple e Microsoft messe assieme, ma è anche vero che le Big del settore esistono in quanto tutte reciprocamente in simbiosi.
    Alla fine, senza concorrenza non si sarebbe mai arrivati a uno sviluppo così veloce.

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