Cartoomics 2016 ha convinto con un giusto mix improntato al futuro
Cartoomics è una di quelle fiere da cui non sai mai cosa davvero aspettarti. Nata nei primissimi anni ’90 nella periferia di Milano, ha man mano ricevuto consensi dalla popolazione milanese e limitrofa tanto da permettere agli organizzatori di spostarsi inizialmente a FieraMilanoCity, impianto di medie dimensioni (e quando dico medie, intendo grande quanto un paese) situato all’interno della città di Milano e successivamente andando a riempire ben due giganteschi padiglioni del polo fieristico di Rho-Pero, ove solitamente vengono organizzate le fiere più importanti, raggiungendo nel 2013 una vetta di 50’000 visitatori: numeri pazzeschi. La formula magica della fiera si è consolidata nel tempo e il suo fascino risiede proprio nel proporre al pubblico prodotti che generalmente difficilmente si troverebbero nei negozi di tutti i giorni. Certamente il mercato in rete offre opportunità in tal senso, ma per quanto riguarda prodotti di importazione o anche oggetti rari, il poter acquistare al momento ciò che si desidera è sempre qualcosa di positivo e migliore rispetto al sottostare allo stress della Dogana Italiana. Cartoomics si è quindi ritagliata la reputazione di una fiera-mercato come molte se ne vedono nel Bel Paese, ma di dimensioni ingenti, capace di attrarre decine di negozi sparsi per tutta Italia.
Le cose però sono cambiate. Il pubblico è decisamente più interessato alla cultura fumettistica e letteraria contemporanea italiana a e internazionale e la fiera non poteva più proporsi come un grande mercato dove fare affari esotici. Da qui l’idea di supportare sempre di più mostre dedicate alle più celebri serie fumettistiche italiane, di portare gli artisti disegnatori direttamente in fiera, includere aree tematiche dedicate ai rami più importanti del fantasy (come la fantascienza, per esempio) e portare anche un po’ di videogiochi ormai sempre più parte integrante della cultura italiana. Mettete assieme tutto questo e otterrete “Cartoomics 2016”.
DAVVERO UNA GRAN BELLA FIERA
Avevo scritto qualche settimana fa un articolo in cui descrivevo la mia aspettativa per l’evento nerd milanese per definizione. Giunti al terzo anno a Pero, era giusto aspettarsi una direzione più precisa e una gestione meglio ottimizzata degli spazi interni, spesso oggetti di critiche da parte dei visitatori. La filosofia di portare più cose possibile in fiera, si scontra inevitabilmente con il comparto logistico dell’impianto fieristico milanese, ove la grande mole di contenuti può spesso significare poco spazio per i visitatori. Se nel 2013 le cose andarono per il meglio, nel 2014 si tentò di massimizzare il numero di stand presenti, limitanto tuttavia l’ambulazione dei visitatori i quali, scontenti, protestarono anche in modi piuttosto accentuati riguardo alla scelta intrapresa. Il feedback dei partecipanti è molto importante e gli organizzatori di Cartoomics sembrano aver ascoltato ciò che il pubblico ha avuto da dire e il risultato è stato ottimo. La gestione spaziale quest’anno sembra esser stata meglio ottimizzata, con un numero minore di stand rispetto agli anni passati, ma meglio distribuiti e soprattutto più tematici. L’idea di base sembra esser stata quella di lasciare più spazio ai creatori di contenuti, piuttosto che ai singoli venditori i quali, in ogni caso, erano presenti in gran quantità, ma soprattutto in grande varietà. E’ evidente che nell’edizione 2016 si è posta l’attenzione alla qualità dei contenuti piuttosto che alla loro quantità e in tal senso Cartoomics è maturato davvero tanto. Se negli anni precedenti era solito trovare “bancarelle” di negozi diversi vendere gli stessi oggetti, quest’anno ogni negozio, oltre a esser stato posizionato in un modo logico-tematico all’interno della fiera, vendeva oggetti diversi a riprova di una offerta più variegata e mirata al soddisfare i complicati gusti dei visitatori più esigenti.
Bello trovare i grandi editori presenti in fiera: la loro presenza si è assolutamente sentita, grazie anche a due punti di ritrovo allestiti a mo’ di sala conferenze, forse un po’ poco enfatizzati. Un “sempre meglio che niente”, che segnala la posizione degli organizzatori di portare la fiera verso un obiettivo ben preciso e oggi raggiungibile: far diventare Cartoomics un vero polo di scambio culturale tra produttori di contenuti e pubblico. Tra le piccole conferenze allestite, tra nuove promesse e nomi già affermati, sottolineamo la presenza di Mario Gomboli, la personalità a capo della Casa Editrice Astorina che, per quei pochi che non ne conoscono il nome, è la casa responsabile di Diabolik. Incontrare Gomboli al Cartoomics è stato davvero fantastico, poiché il suo leggendario nome è meritevole della sua reputazione. Un uomo d’oro, un vero signore, gentile e disponibile coi fan e soprattutto amante delle sue creazioni. Il suo entusiasmo ci ha sicuramente contagiato ed è giusto elogiare anche chi ha permesso all’Astorina di essere lì a presentare Diabolik nelle sue più sfaccettate forme, presentando ai giovani (tra cui noi), un meraviglioso universo da cui ora è difficile pensare di uscire.
PRESENTI PRESENTATI
Tanti, tanti artisti. Disegnatori, scrittori, fumettisti..Cartoomics 2016 è stato qualcosa di appagante da questo punto di vista. In ogni angolo vi era qualcosa da conoscere, in ogni stand qualcosa da vivere. Percorrere la fiera voleva dire letteralmente immergersi all’interno di un ecosistema fatto di felicità e amore verso le proprie creazioni, in una energia forte e inebriante, sostenuta dalla volontà di scoprire qualcosa di nuovo o di riscoprire ciò che pensavamo fosse perduto. Se negli anni scorsi Cartoomics dava l’idea di essere ancorata al passato, l’edizione 2016 sembrava invece essere proiettata al futuro. Impossibile non pensare a come un determinato artista talentuoso di “nuova generazione” avrebbe sicuramente fatto successo o che quello strano e sconosciuto libro avrebbe liberato la fantasia dei probabili nuovi lettori, segno di un popolo italiano che vuole finalmente progredire a livello culturale. Bello osservare come l’Italia fosse effettivamente al centro dell’attenzione in questa nuova edizione e l’enfasi diretta alle case editrici italiane e agli artisti indipendenti italiani è stata sicuramente ben vista ai miei occhi. L’Italia è un paese in fermentazione che finalmente sta comprendendo quanto sia importante il bagaglio culturale che da millenni ci accompagnia. E’ stupido pensare che qualcosa creato in Italia sia brutto solo perché italiano. Dal mio punto di vista invece, supportare gli artisti italiani, indipendenti o facenti parte di grandi network, voglia dire contribuire alla tessitura di un nuovo mantello culturale in quale a Cartoomics 2016, in ogni caso, se ne è visto il principio. Il mio testo vuole quindi essere un invito agli organizzatori di continuare a supportare l’Italia e a far divenire Cartoomics non solo una fiera votata al commercio, ma composta da importanti conferenze e presentazioni le quali farebbero diventare l’evento Milanese uno tra i più importanti d’Europa.
D’altra parte, invito anche i visitatori a partecipare e supportare Cartoomics e affini: l’italia giovane ha bisogno di ripartire e quale modo migliore se non ingranare proprio da una fiera?
CRITICHE CRITICITA’
Cartoomics 2016 mi è piaciuto. Dopo l’edizione 2014, ho iniziato a pensare che gli organizzatori stessero pensando al guadagno più spudorato, ma così non sembra esser stato. Contenuti vari e di qualità, grandi editori, case editrici indipendenti e artisti hanno reso l’evento gustoso e appagante e una gestione spaziale meglio ottimizzata ha contribuito a rendere più piacevole la fruizione della fiera. Tuttavia ho delle criticità da esporre. L’idea di invitare gli Youtubers non mi è piaciuta affatto, poiché secondo me non è il modo giusto di attirare i più giovani. Sappiamo tutti che l’età media di chi pubblica video regolarmente online è di 11-12 anni e la fila per lo stand costruito appositamente per da modo ai “fan” di essere autografati dai loro beniamini virtuali ne dava prova. Non trovo però giusto dare così enfasi a un mondo così decadente e debole come quello di Youtube, composto da personalità tutte uguali che vanno inevitabilmente a scontrarsi con la realtà più spudorata del Black Capitalism: fare più denaro possibile. Il pubblico di Cartoomics era quest’anno molto maturo: difficile trovare adolescenti non maggiorenni, molto facile trovare persone mature anche dai 50 anni in su. Cartoomics deve secondo me puntare al pubblico maturo, lasciando che i più piccoli vengano intrigati proprio dalla volontà di scoprire cosa c’è di così bello tanto da convincere un padre di famiglia a visitare la fiera. I giovani si devono avvicinare ai fumetti, ai libri agli artisti e non a personalità insignificanti che sfruttano la tenera età del loro pubblico senza davvero restituire qualcosa di utile o bello.
Mi è piaciuta invece l’idea di portare in fiera grandi stand di tecnologia. Tra questi vi era quello di AK Informatica – Pc Hunter, i quali hanno presentato una flotta di computer da gaming con giochi da veri duri, tra cui Counter Strike: Global Offensive. Inutile affermare quanto è stato bello lo spettacolo di overclocking all’azoto, mistico e affascinante come sempre, dando un tocco geek high-tech all’intera fiera. Bello ritrovare il retrogaming grazie al ragazzi di Playing the Game e Vg Perspective e un’aria gaming comunque circoscritta al contesto della fiera, con la possibilità di provare videogiochi tratti dalle più celebri serie fumettistiche. Forte come sempre la presenza di Umblrella Italian Division. Mi ricordo ancora quando si presentarono in una delle vecchie edizioni di Cartoomics a FieramilanoCity: donai a loro 5 euro, sicuro che sarebbero stati utilizzati per ampliare lo stand. Se prima avevano una tenda improvvisata e una gabbia di metallo malandata, ora possiedono una miriade di “armi giocattolo”, barconi di zombie truccati perfettamente, decine di soldati con dotazioni perfettamente sincronizzate con l’universo di Resident Evil, un pullman dedicato a Racoon City, un laboratorio con tanto di dottoresse dalla interessante bellezza e persino un elicottero. Ritrovarli a Cartoomics mi ha fatto piacere, anche perché di anno in anno, anche grazie alla fiera milanese, sono riusciti ad assemblare una squadra affiatata davvero da capogiro.
Simpatica anche la presenza di Doctor Who Italia fan club, la prima associazione senza scopo di lucro dedicata interamente al dottore nata a Torino nel 2012. Il loro entusiasmo è pari alla loro passione nei confronti della celebre serie della BBC e non ho potuto fare altro che incontrarli e strappargli un sacco di informazioni utili per tutti gli appassionati italiani. Da sottolineare la presenza di una grande area dedicata al gioco da tavolo che come sempre rappresenta una positiva parte integrante dell’intera fiera. Bello vedere tante persone sedute giocare assieme ad altri sconosciuti con nuovi giochi da tavolo appena progettati e sicuramente positivo constatare una industria in realtà più vicina all’artigianato che in Italia si sta ritagliando un bel posticino nell’economia locale. Complimenti a loro.
IN THE CONCLUSION
In questo articolo non ho ancora scritto “è difficile scrivere di qualcosa che non va scritto, ma vissuto”, ma dato che l’ho appena fatto mi sono fregato da solo. Nutro molto ottimismo per il futuro della fiera e spero che le scintille viste quest’anno si possano trasformare presto in grandi focolari. La più importante fiera del Nord Italia dedicata al mondo dei comics non può essere legata a vecchi preconcetti e falsi miti e guardare al futuro italiano mi sembra l’idea giusta. La filosofia “poco ma buono” è stata assolutamente funzionale e ha permesso la creazione di una fiera più coerente con il suo vero spirito. Visiterò certamente l’edizione 2017: tra un anno sapremo se le mie supposizioni si avvereranno o rimarranno tali descritte su un foglio di carta virtuale.
Clicca Qui la galleria ufficiale PjN di Cartoomics 2016, foto di Paolo Cerulli