The Division Recensione senza permesso

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La Stampa non può essere zittita dai capricci di un’azienda. Ecco la nostra protesta contro il silenzio di due settimane imposto su The Division


 

Questa è una recensione satira che vuole essere intesa come forma di protesta all’embargo di Ubisoft. La stampa è libera e non deve essere manovrata dalle multinazionali. Se un’azienda crea un prodotto ben fatto e creato, non deve avere paura delle recensioni di settore.

W La stampa, W La Libertà

The Division è sicuramente un capolavoro, uno dei migliori titoli mai creati dai formaggiai francesi. Ambientato in una New York post apocalittica, che nonostante tutto sembra ricreare perfettamente lo scenario quotidiano che i Newyorkesi devono affrontare ogni giorno, The Division permette di giocare assieme ad altri sconosciuti provenienti da ogni parte del mondo a missione sparse in giro per la città in cui gli stessi NPC, più e più volte, saranno disponibili a farsi uccidere ancora e ancora per permettere ai giocatori di ottenere un quantitivo di esperienza sempre maggiore, utile per sentirsi appagati nel perdere tempo facendo le stesse cose ripetutamente.

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Gli sviluppatori Ubisoft sono fieri del loro lavoro

Ciò che mi ha sorpreso del titolo è sicuramente il suo impianto grafico: per essere un gioco del 2006 sfoggia grafiche da urlo, ben al di sopra di Bioshock di Irrational Games, anche se non sembra avvicinarsi allo splendore di Crysis di Crytek. Il gioco è stato infatti creato tra il 2005-2006, motivo per cui oggi a dieci anni di distanza sembra esser di una fattura simile agli ultimi giochi Ps2 e i primi per Ps3, ma poco importa. Il gameplay è infatti il piatto forte del gioco: ci sono centinaia di armi da sbloccare, le quali si differenziano solo per modello in-game. Sparare con un fucile a pompa come se fosse un grosso Dragunov non è mai stato così facile, soprattutto considerando che un nemico viene abbattuto solo dopo aver subito migliaia di colpi. Insomma: la capacità del gioco di offrire tantissimi contenuti tutti uguali è lodevole, soprattutto perché incita a sbloccare tutte le skin in gioco facendo e rifacendo le missioni già fatte e rifatte.

La presunta immortalità dei nemici, è giustificata dal fatto che secondo Ubisoft inserire un impianto di gameplay di stile ruolistico sembrava essere una cosa davvero interessante, soprattutto considerato che alle persone piace vedere i numerini uscire dal busto nemico per ogni colpo andato a segno . Proprio per questo motivo, il CPO (Sigla che sta per “Capo Panettiere Operativo) di Ubisoft ha affermato ai nostri microfoni, mentre mangiava una fragrante e a tratti gustosa Baguette, che in realtà The Division non ha affatto elementi ruolistici, ma che l’intero impianto di gioco si fonda su basi che non esistono, cercando in tutto per tutto di copiare Destiny di Activision. Sembra che lo staff parigino sia effettivamente riuscito nell’impresa: The Divison è incredibilmente fluido nel suo gameplay e si percepisce a miglia di distanza l’inutilità degli elementi ruolistici, a favore di un gameplay che sembra davvero essere alla portata dei più stupidi

Volevamo che il giocatore si sentisse uno stupido nel giocare The Division, che si chiedesse in qualche modo il motivo per cui avesse speso ben 70 euro per un gioco del genere. La risposta ve la do io: siete dei babbei, ecco perché!

La direzione di Ubisoft si è dannatamente divertita a creare un gioco che potesse vendere così tanto da garantire lo stipendio a vita alle tre future generazioni della dirigenza (senza massacranti mlinar-proizvodi-francuz-kukuruzni1-600x380turni in panetteria), ma ciò che più sorprende è la reattività del pubblico, il quale sembra gradire la scelta di Ubisoft. Non è raro infatti girare per forum di alto profilo e leggere interventi che elogiano le scelte di level design dell’azienda della città dei Croissant, affermando il fatto di essere felici di giocare a un openworld in cui le strade da percorrere in realtà sono pre-selezionate e tutte dritte. Interessante è l’intervento trovato in un noto forum di videogames scritto da “Minecraft_epic_gamer_Pro369XXxxXX“, utente attivo da ieri. Di seguito un estratto dal suo stesso topic:

Minecraft_epic_gamer_Pro369XXxxXX Post: A me piace molto The Division. New York è una grande città e avevo paura di perdermi nel gioco. Fortunatamente Ubisoft ha pensato di limitare la libertà d’azione, permettendomi di non farmi decidere come esplorare la città. In questo modo sono più rilassato, perché so che non mi perderò nella Grande Pera.

CODDARO4EVERLOVEUMUCH REPLY: New York è la Grande Mela, non Pera.

Minecraft_epic_gamer_Pro369XXxxXX Reply: Ah..mela? A me non piacciono le mele, e non mi sembra che New York sia assomigliante a una mela

CODDARO4EVERLOVEUMUCHL’account utente non esiste più

Si stava meglio quando si stava peggio

Effettivamente New York è la vera protagonista del gioco. E’ infatti ricreata in scala 1: 100000 e il lavoro svolto dai programmatori è così certosino da non riuscire a riconoscere se sia più verò ilpanettiere gioco o il disegno di mia nipote Viola. E’ straordinario vagare per la città innevata e sempre in preda alla disperazione e ancora più bello osservare le intense azioni di microcriminalità che in ogni angolo della grande mela vengono compiute, rendendo il tutto iper-realistico. Ubisoft ha di certo voluto sottolineare quanto amasse New York, motivo per cui osservare palazzi cadere a pezzi, strane automobili senza ruote poiché rubate e persone di etnie diverse collaborare per cacciare l’uomo bianco è una vera goduria per chi ama la cultura americana.

The Division si conferma una produzione ad alto budget capace di affascinare chiunque, soprattutto coloro che amano premere tasti a caso sul proprio pad o sulla propria tastiera. E’ un videogioco come pochi, che sa divertire con noia e riesce a essere diverso a ogni situazione uguale. Dopo il fallo con Far Cry: Primal, titolo che ha cercato di essere in qualche modo diverso andando contro il volere del pubblico, Ubisoft è riuscita a tirar fuori un gioco davvero decente, che farà sicuramente discutere di se almeno fino a domani mattina. Il mio consiglio è quello di spendere i 70 euro per l’acquisto e far felice il CPO dell’azienda. Sarà proprio grazie al ritorno degli investimenti che i tecnici Ubisoft potranno finalmente mettere in commercio la nuova gamma di Krapfen.

Grandioso!

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Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.