Esiste un momento, talvolta più unico che raro, in cui si diventa così bravi a competere nel multiplayer di un videogioco da essere definiti “Hacker” o “Cheater”. Quando accade, sicuri di non aver imbrogliato in alcun modo, possiamo essere certi di aver superato quella soglia di bravura che ci mette nella posizione di essere giudicati nell’impossibile, nel sovrumano, contestualizzando la nostra abilità come inarrivabile.
Accade però anche il contrario, ovvero di giocatori non proprio talentuosi che decidono di utilizzare programmi malevoli per imbrogliare e rendere la vita un inferno a tutti coloro che invece giocano seriamente. A tal proposito Blizzard ha più volte sottolineato di non avere pietà nel bannare permanentemente i giocatori sleali in Battle.net e più specificatamente in Overwatch, motivo per cui quanto accaduto alla signorina Gegury di soli 17 anni, ha per certi versi dell’incredibile.
Gegury è una giocatrice fortissima. E’ coreana e questo gli fornisce un notevole vantaggio (gli asiatici possiedono di base +20 abilità in ogni aspetto della loro vita rispetto a un comune europeo), ma durante le qualificazioni della Nexus Cup, la sua bravura è stata messa sotto accusa da un gruppo di giocatori che l’hanno definita “Cheater“. Ovviamente la giocatrice non ha esitato a difendersi, fino a quando una commissione presidiata da Blizzard, molto impegnata in questo periodo in tornei di Overwatch in Corea del Sud, ha assolto Gegury da ogni accusa, definendola come fortissima e onesta. Di seguito il video delle prove da lei sostenute:
Non so voi ma mi sento una vera schiappa. Secondo il mio pensiero Blizzard fa davvero bene a prendere così sul serio il fenomeno dei cheaters: vi è bisogno di una mano ferma e decisa per combattere i giocatori disonesti ed è giusto invece dare il buon esempio come accaduto con Gegury, ove il suo talento non ha impedito a Blizzard di analizzare il suo comportamento in-game.
E voi? Cosa ne pensate? Blizzard sta esagerando o deve continuare a perseverare con il suo pugno di ferro?