Mine, l’attesissimo film che vedremo nelle sale a partire dal prossimo 6 ottobre è solo l’ultimo di una lunga serie di opere cinematografiche che tengono attaccati alla poltrona sino all’ultimo secondo, causando un’esplosione di adrenalina ed una carica di tensione che sfiora i limiti della sopportabilità. In questo articolo, oltre a Mine, parleremo di altri due film che rispecchiano in pieno la descrizione, ovvero Buried e 127 Ore.
Siamo onorati di parlarne con i registi di Mine, ovvero Fabio Guaglione e Fabio Resinaro.
Mine e Buried
Buried – Sepolto è una pellicola spagnola del 2010, diretta da Rodrigo Cortés, con un unico protagonista, ovvero l’attore canadese Ryan Reynolds. Il film si svolge interamente in una cassa di legno dove Paul Conroy (Ryan Reynolds), operatore civile statunitense, è stato sepolto vivo da ribelli iracheni che chiedono il riscatto. L’uomo è munito soltanto di un telefono cellulare e poco altro. La pellicola tiene gli occhi dello spettatore incollati allo schermo, immedesimarsi nei panni del malcapitato protagonista può essere letale ed i 94 minuti della durata sono un crescendo di emozioni che tolgono il fiato quasi quanto all’attore. Il film è stato girato in 17 giorni e sono servite 7 casse di legno, ognuna delle quali aveva caratteristiche diverse; in modo da permettere al regista diversi tipi di riprese. Una, per esempio, è stata costruita profonda diversi metri (per una ripresa dall’alto) mentre la più usata aveva le pareti rimovibili, per poter effettuare riprese circolari. Riguardo l’esser sepolti vivi si espresse anche Edgar Allan Poe “Essere sepolti vivi è senza dubbio il più terribile tra gli orrori estremi che siano mai toccati in sorte ai semplici mortali. Che sia avvenuto spesso, spessissimo, nessun essere pensante vorrà negarlo. I limiti che dividono la Vita dalla Morte sono, nella migliore delle ipotesi, vaghi e confusi. Chi può dire dove finisca l’una e cominci l’altra?”
Fabio G: “Buried e 127 Ore sono i riferimenti più immediati che vengono in mente a chi vede il trailer di Mine o a chi viene a conoscenza dell’idea. “
Fabio R: “A Buried dobbiamo in un certo qual senso la genesi di Mine…per antitesi. Volevamo scrivere un thriller psicologico che fosse anche un trap movie..ma dopo l’ondata di film con protagonisti rinchiusi da qualche parte volevamo proporre qualcosa di diverso. Buried in un certo senso ha segnato l’apice e il punto di non ritorno di questo tipo di film. Non si può battere in termini di ansia e angoscia un film in cui un protagonista viene rinchiuso nello spazio più piccolo possibile, una bara. Per cui abbiamo pensato l’opposto.. e se invece di un angusto spazio chiuso fosse stato un enorme territorio all’aperto? Una claustrofobia inversa. Da qui l’idea di un uomo intrappolato nel luogo infinito per eccellenza…il deserto. Che oltre a presentare insidie naturali, porta con sé un forte valore simbolico. Come bloccare un uomo nel deserto? Facendogli mettere il piede su una mina. Click. Di Buried ammiriamo molto soprattutto la regia. Rodrigo Cortes è riuscito a rendere interessante ogni scena, dandogli un registro registico diverso ma mantenendo coerenza creativa all’interno del film. Con Mine ci siamo posti lo stesso obiettivo. Costruire un linguaggio visivo e sonoro che costituisse un viaggio per lo spettatore cercando di intrattenerlo facendogli dimenticare che per tutto il film sarà immobilizzato con il nostro protagonista… L’idea era di far “viaggiare” il pubblico pur mantenendolo fermo, con Mike. “
Mine e 127 Ore
127 ore è un film del 2010 diretto da Danny Boyle e si basa sulla vera storia di Aron Ralston, un alpinista statunitense che nell’aprile del 2003 rimase intrappolato in un canyon dello Utah. La pellicola si basa sul libro di Ralston Between a Rock and a Hard Place. Ha ricevuto 6 nomination ai premi Oscar 2011. Aron Ralston, interpretato da James Franco, alpinista di 27 anni, amante del trekking e del biking, parte in solitaria nel Blue John Canyon dello Utah. Tutto sembra andare per il meglio quando avviene il peggio: mentre attraversa una stretta gola un masso precipita e Aron si trova con il braccio destro incastrato. Costretto alla disidratazione e senza cibo, ricorda il rapporto con gli amici, la famiglia e gli amori. Anche in questo film, lo spettatore vede chiaramente la morte con gli occhi, l’agonia del protagonista e quella spinta forzata a dover immergersi nei ricordi per sperare di andare avanti, portano a viaggiare dentro sè stessi alla riscoperta di ciò che conta davvero.
Lo slogan del film Every Second Counts deve farci riflettere.
Fabio G: “127 Ore è una storia più drammatica di Buried, nel senso che il protagonista ha un arco drammatico che affronta nel corso del film, maggiore e più chiaro rispetto a Buried. In 127 Ore riviviamo la vita del prigioniero attraverso una serie di flashback… In questo, come già intravisto dal trailer, Mine è simile o associabile…ma abbiamo cercato di costruire anche in questo aspetto qualcosa di originale. L’ambientazione del deserto e quindi il conseguente elemento delle allucinazioni ci hanno permesso di svelare il background del protagonista speriamo in una maniera ancora più interessante per il pubblico. Di più non possiamo dire ora… Il come ed il quando arrivano i flashback è collegato anche al forte simbolismo di cui il film è intriso. E a proposito di questo, penso che la riflessione di partenza rispetto a 127 Ore sia proprio nella premessa. In 127 Ore il protagonista è incastrato. E’ impossibilitato a muoversi. E’ prigioniero a causa delle rocce. Nel nostro film invece, il protagonista è bloccato. Non si muove, ma ha la libertà di farlo. Sceglie di non muoversi per paura di morire. Simbolicamente è un punto di partenza molto diverso, che porta quindi a due storie molto diverse.. “
Fabio R: “Sicuramente abbiamo tenuto ben presente questi due film quando abbiamo dato forma al concept di Mine…anche se non sono i film a cui associamo di più il nostro progetto. Sono altri. Ma non li diremo ora…siamo curiosi di capire se gli spettatori li intuiranno.“
Passiamo a Mine, il film più atteso di questo periodo. La regia tutta italiana di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro ci spinge in maggior modo ad appoggiare la riuscita di questo lavoro. Il protagonista è un soldato, interpretato da Armie Hammer, che accidentalmente finisce con il piede su di una mina antiuomo. Un solo passo e sarà tutto finito, come recita lo slogan del film. Per il giovane soldato inizia una lotta fisica e psicologica per restare vivo, dai demoni delle allucinazioni che lo faranno impazzire ai ricordi che cercheranno di salvarlo. Dovrà superare due giorni e due notti, perchè solo allora arriveranno i soccorsi.
Difficile sapere cosa farebbe ognuno di noi in una situazione simile…voi cosa fareste…aspettereste i soccorsi o fareste quel fatidico passo per far finire tutto?
Siamo convinti che questa pellicola manterrà ben alto il nome del nostro paese e non vediamo l’ora di vederlo.
Grazie agli amici Fabio Guaglione e Fabio Resinaro per la preziosa collaborazione.