E’ Colpa Dei Videogiocatori Se Non Escono IP Nuove || Paint It Black

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Talvolta noi videogiocatori ci lamentiamo del fatto che non escano Ip nuove, ma solo seguiti di seguiti con stessi nomi e stessi sviluppatori.

Immagino concordiate sul fatto che vi è bisogno di aria nuova in questo settore, ma quando solitamente ci si domanda:”Perchè?”, si finisce sempre a dibattere sul fatto che la grossa mancanza di idee che attraversa il nostro media in questi tempi sia semplicemente colpa del mercato e soprattutto dei publisher che vogliono lucrare a tutti i costi.

Vi siete però mai posti una domanda molto semplice:” Se fossimo noi videogiocatori la causa della poca creatività ?”. Alla fine siamo noi il mercato.

Pertanto: quanto noi influenziamo la poca capacità di creare degli sviluppatori? E perchè gli sviluppatori vengono influenzati dai nostri gusti?

Penso che noi videogiocatori siamo le persone più incoerenti dell’universo perché ci lamentiamo della mancanza di nuove serie, ma non riusciamo a concepire  e ad accettare l’assenza o una pausa prolungata di quelle più importanti come se in realtà avessimo effettivamente bisogno della loro presenza sul mercato come un faro in un porto dal mare tempestoso: senza di essi ci incaglieremmo inesorabilmente su chissà quale scoglio insormontabile, una condizione che ci porta davvero a essere dei grandi ipocriti.

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Sono infatti certo che se le case produttrici di quelle che sono considerate le più grandi saghe videoludiche attuali dicessero :” OK BASTA! ci siamo rotti il cazzo di fare sempre la stessa roba vogliamo dedicarci ad altro”.

Scoppierebbe il pandemonio.

Noi videogiocatori siamo anche estremamente pignoli perché se una saga prova a cambiare qualcosa magari anche in meglio, non facciamo altro che lamentarci arrampicandoci sugli specchi, creando shitstorm, firmando petizioni e urlando: “AH MA PRIMA ERA MEGLIO“, mentre se la stessa saga non si rinnova allora non facciamo altro che sottolineare la grande mancanza di innovazione in un prodotto che avrebbe dovuto osare di più.

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gears of War 4 ha spaccato il pubblico: è un capitolo inutile e che non serviva o il gioco che tutti volevano effettivamente giocare?

Ripensateci bene: con un’ utenza così conservatrice quale casa di sviluppo correrebbe il rischio di lanciare titoli nuovi, quando le serie più famose con una spintarella data dal marketing venderebbero il doppio?

Apriamo una parentesi.

Anche a causa anche di una nota catena di distribuzione di videogiochi fisici, il costo dei giochi è aumentato. Appurato che il videogiocatore medio è un adolescente che frequenta ancora il liceo o addirittura le scuole medie e non possiede una entrata economica continua e sicura, sembra più che ovvio che tali figuri andranno a spendere gli ormai quasi ottanta euro raccimolati in un anno di paghette per l’acquisto di un singolo videogioco.

E quale sarà questo fantomatico unico acquisto?

Ovviamente il gioco più famoso che anche gli amici comprano.

Ed ecco che si torna al punto di partenza: è sempre il videogiocatore che ha impedito la creazione di prodotti nuovi.

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Oramai neppure il nome di uno sviluppatore con un curriculum da sogno come Bioware se propone qualcosa di slegato dai suoi progetti precedenti e quindi qualcosa di nuovo può essere una certezza nelle vendite e alla condizione attuale di mercato non ci si può assolutamente sbagliare: distribuire più copie possibili a tutti i costi è l’unica strada per rientrare nei costi e non fare la fine di THQ.

E alla pari delle grandi corporazioni i giocatori vogliono certezze.

Acquistiamo un gioco sapendo già tutto di quest’ultimo, informandoci  a tavolino prima dell’acquisto con anteprime,news,trailer,articoli,recensioni,rumors,leaks. Alla fine cosa ci rimane da scoprire di quel gioco? Forse solo se la demo dell’E3 era reale o forse..forse..modificata in post processing, come sempre.

A me manca l’essere sorpreso in positivo da un videogioco, mi manca davvero. Con le recensioni stesse vogliamo sapere tutto e non sapere allo stesso tempo nulla (chi spoilera ommiddioh al rogo!) pretendendo di ridurre un intero lavoro ad un misero numero da uno a dieci. Alla fine è un po’ come utilizzare Google Maps per viaggiare: oltre a non imparare mai la strada, non godiamo nemmeno del panorama che ci sta attorno.

Solo i saldi Steam che mi portano a comparare titoli sconosciuti (spesso avventure narrative sperimentali), mi regalano ancora quella bella sensazione di scoperta, quella sensazione di percepire e conoscere qualcosa che prima non era stato scoperto nella sua interezza.
Mi sono stufato di giocare la stessa roba, mi sono stufato di giocare un mix di già visto e dire a me stesso:”Ah okay, questo è esattamente quello che mi aspettavo, sono contento” mentre in realtà mi annoio a morte.

Amo i videogiochi ma non riesco più ad apprezzarli.

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Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.