Harley Quinn, ex-psichiatra, sidekick, villain e…?
Da partner e succube del Joker, a personaggio di punta della DC Comics. Se qualcuno lo avesse detto al suo creatore, il factotum Paul Dini, nel lontano 1992, probabilmente egli stesso avrebbe faticato a crederci. Si tratta, ovviamente, di Harley Quinn; al secolo Harleen Frances Quinzel, psichiatra del famigerato Arkham Asylum. Per chi non conoscesse le origini di questo personaggio, ecco un breve excursus della storia di Harley Quinn: creata per la serie animata Batman: The Animated Series, in principio avrebbe dovuto ricoprire un ruolo marginale, destinata a sparire dopo aver fatto la sua prima apparizione. Ma, in questo caso, l'utilizzo del condizionale è d'obbligo: il riscontro di pubblico e critica, infatti, fu tanto favorevole che la sua parte venne estesa fino a rendere Harley Quinn un personaggio regolare della serie. Passato il grande successo ottenuto grazie alla serie animata, arriva la prima trasposizione sotto forma di fumetto: nel 1994 viene pubblicato Mad Love, volume ad opera di Paul Dini e Bruce Timm (acclamato dalla critica, tanto da vincere un Eisner Award), che portava avanti la continuity della serie animata, mantenendone anche lo stile, e narrava le origini di Harleen Quinzel: psichiatra presso il manicomio di Arkham che si innamora perdutamente del Joker durante i loro incontri, decide poi di lasciare il lavoro e diventare a tutti gli effetti il sidekick del clown di Gotham. Negli anni successivi, dal 1995 fino al 1999, Harley Quinn viene inserita in molte altre serie animate, affermandosi sempre maggiormente con la sua figura fuori dagli schemi: un personaggio eccentrico e umorale con una storia degna d'esser raccontata. E il 1999 è l'anno della svolta cartacea: viene pubblicato Batman: Harley Quinn, all'interno della run No Man's Land: Harley Quinn viene ufficalmente inserita nella continuity dell'Universo DC, diventando il primo personaggio creato per un media diverso dal fumetto ad essere confermato come canon all'interno della continuity ufficiale. Da questo punto in avanti, Harley Quinn appare in molti albi e ottiene sempre più spazio, ottenendo anche una testata a lei dedicata. È proprio nel passaggio da serie animata a fumetto che Harley Quinn viene ridefinita e caratterizzata in maniera molto più approfondita: assume delle sfaccettature più adulte, una personalità decisamente più violenta e pericolosa, psicotica, contrapposta a quella più allegra ed eccentrica della prima versione. Un personaggio diverso, dunque, poichè diverso era anche il contesto in cui era inserito. Passo dopo passo, assurge sempre di più a ruolo di villain vera a propria. Harley Quinn è, dunque, una “cattiva”, una villain, l'equivalente femminile del Joker? Fino a poco tempo fa si sarebbe potuto rispondere, in modo magari un po' superficiale, sì. Ad oggi, invece, le cose non sono così semplici. Se osserviamo attentamente ciò che sta accadendo (fin dal rilancio DC Comics con i New 52 nel 2011), è facile accorgersi di come, in effetti, il personaggio sia da tempo al centro di un nuovo processo di ridefinizione, di come stia subendo un'alterazione profonda che, se in superficie potrebbe sembrare minimale, relegata per lo più all'aspetto fisico ed estetico, nel profondo ne sta mutando radicalmente il ruolo, pur mantenendone l'ossatura. Nelle storie degli ultimi cinque anni abbiamo potuto vedere un Harley Quinn gradualmente sempre meno psicotica e più lunatica ed eccentrica, maggiormente coinvolta nelle trame di altri personaggi e non più legata esclusivamente a doppio filo al Joker, una figura che mostra una tipologia di follia ben diversa da quella violenta e incontrollata delle prime storie su carta. Insieme al cambiamento caratteriale ed estetico, inoltre, è cambiata anche la location nella quale sono ambientate le vicende: non più strettamente Gotham, ma altre città, altri luoghi; questo per consentire al personaggio di vivere di nuovi spunti e legami, e per facilitare il lettore a calarsi nell'ottica del cambiamento. Un passo indietro, dunque, nella caratterizzazione della Maid of Mischief, che ora si colloca quasi a metà strada tra la sua versione animata e la prima trasposizione su carta. Un passo indietro, sì, ma soprattutto un passo in un'altra direzione. Sempre più spesso Harley Quinn è stata messa davanti a scelte aut aut, scelte davanti alle quali un villain non batterebbe ciglio nell'optare per quella più vantaggiosa, anche e soprattutto a discapito di altri. L'ex psichiatra in costume, tuttavia, ha mostrato più e più volte un animo da “buona”, rischiando in prima persona per aiutare altri personaggi, o comunque optando per la scelta meno egoistica. Perché questo cambiamento? Nel nuovo corso, che pare mantenga la stessa direzione anche con l'operazione Rinascita e che si sta riflettendo anche nel cinema, basti pensare al ruolo assegnato all'iconico personaggio interpretato da Margot Robbie in Suicide Squad, la DC Comics sta dimostrando di puntare molto forte su Harley Quinn, e i motivi di tale scelta sono presto detti: il mercato esige sempre più spesso figure femminili di spessore, personaggi che sappiano catturare l'attenzione del lettore (o dello spettatore), raggiungere e accontentare un pubblico sempre più vario. Analizzando Harley Quinn è lapalissiano come ella risponda in maniera quasi perfetta alla figura carismatica di cui la DC Comics necessita. Quasi perfetta. Risulta chiaro infatti, a chi scrive, che tale ruolo non possa essere assegnato ad un villain; poiché questi ultimi, i cattivi, gli avversari, esistono per esaltare le gesta degli eroi. È proprio questo, il ruolo dell'eroina, che Harley Quinn sta sempre più assumendo. No More Villain, but Hero.