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I Medici – Recensione prima e seconda puntata.

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Finalmente ha debuttato I Medici la serie tv che racconta l’epopea di una delle dinastie più influenti della storia d’Italia e d’Europa. Una famiglia che ha cambiato per sempre gli standard della cultura occidentale, fondando una vera e propria scienza della cultura, intesa come conoscenza, spiritualità ed estetica.
Essendo una produzione tutta anglo-italiana si ripongono grandissime speranze nella sua trasposizione seriale e nel conseguente, auspicato, consenso di pubblico e critica.

i-medici-richard-madden-bannerIniziamo dalla sigla: non poteva esserci soundtrack meno azzeccata! Nessuno mette in dubbio la portentosa voce di Skin, ma la sigla è buona parte di una serie, il cuore pulsante di un qualunque prodotto audiovisivo, il suo biglietto da visita nonché la sua anima musicante! E’ il mezzo che ha l’arduo compito di immergere lo spettatore nelle sue atmosfere, un medium che deve COMUNICARE quelli che saranno i toni dell’opera a cui assisteremo. E una canzone moderna, rockeggiante, risulta assolutamente fuori contesto per un prodotto ambientata nel tardo (tardissimo) medioevo.
Al contrario, sorprendente la grafica della sigla.

Per quanto riguarda la narrazione, la serie essenzialmente scorre su due piani temporali diversi: un “presente” dove vediamo Cosimo De Medici (Richard Madden) ereditare le responsabilità della sua influente famiglia, e quelle del passato, dove lo stesso protagonista è un ragazzo poco più che ventenne, con tanti sogni e velleità artistiche, costretto suo malgrado a scontrarsi con le esigenze di sangue e le relative manie di potere. C’è dunque un diuturno alternarsi dei due piani temporali, forse davvero troppo frequente, il ché non permette di empatizzare al meglio con la maggior parte dei personaggi (soprattutto quelli che sono presenti solo in una time-line).

1476742072-i-mediciCiò che sorprende in negativo sono i dialoghi delle prime due puntate: piatti, scontati e forse troppo sbrigativi, il che si riverbera in una riduzione esponenziale del pathos di alcuni momenti-chiave.
Di buono ci sono le caratterizzazioni dei personaggi, e soprattutto, quella del protagonista Cosimo il cui passato testimonia il suo travaglio interiore e quel talento di stratega politico che forse avrebbe preferito non possedere. Interessante anche il personaggio di Lorenzo De Medici (Stuart Martin), gradasso seduttore (che occhio non sarà quello definito “Il Magnifico!), e quello di suo padre, Giovanni De Medici (interpretato da Dustin Hoffman), che ancora non è chiaro se sia più burattino o burattinaio.
Lodevole anche come è stata inserita nel racconto la filosofia “De’ Medici”. Una filosofia foucaultiana, dove il “potere” è tale quando è in grado di influenzare terzi di un certo rilievo. Un potere subdolo, che striscia nell’ombra e non ama esporsi. Perché esporsi significa sì essere oggetto di gloria da parte degli amici, ma anche di attenzioni da parte dei nemici.

Ne “I Medici” non aspettative guerre all’ultima spada, turpi violenze o crude battaglie: essenzialmente assistiamo al racconto (ben trasposto) degli intrighi politici della Firenze del tempo. L’aspetto diplomatico ha quindi la supremazia su tutto, riducendo l’azione e la guerra ad uno svolgimento “dietro le quinte” per evidenti limiti di budget. Un budget, che a detta dei più informati, è stato comunque uno dei più cospicui degli ultimi tempi per una serie europea ma che, a quanto pare, ha peccato nella resa effettiva. Infatti in molte scene chiave si ha la sensazione di non essere riusciti a riprodurre quella coralità e quella magnificenza necessarie (come l’incoronazione del nuovo Papa o il matrimonio di Cosimo De Medici etc..). Insomma, a tratti, la serie è risultata davvero troppo arida ed essenziale.

Ma in generale è tutta la regia che non ci ha impressionato, dato che non ha saputo valorizzare al meglio la sceneggiatura, che nella sua semplicità e progressività sembra funzionare.
Nota di merito per il Duomo “incompleto”: le immagini di Cosimo che lo osserva dalla sua – provvisoria e incompleta – sommità sono esteticamente d’impatto.

i-medici-masters-of-florence1-1In definitiva: Senza cadere in insensati impulsi patriottici, I Medici sembra un prodotto in grado di strappare la sufficienza ma che manca di quegli elementi – di budget e regia – in grado di fargli compiere il passo in avanti decisivo. Al contempo, la storia è ricca di spunti e getta gli opportuni presupposti per la costruzione delle puntate che verranno. Diamogli fiducia.

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Enrico Ciccarelli

Sociologo, recensore e nerd! Caporedattore dalle sezione Spettacolo per ProjectNerd.it