Lucca Comics & Pochi Games 2016

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L’evento dedicato ai Nerd più importante d’Italia è sicuramente un buon pretesto per discutere di tutte quelle passioni solitamente segregate nel nostro più profondo subconscio (o nella nostra cameretta). Il fatto che Lucca Comics & Games faccia riferimento ai “Games” esplicitamente nel suo nome, pone al pubblico l’aspettativa di poter gustare in modo massiccio anche tutto quello che tecnicamente dovrebbe essere considerato “Nerd”, ma che in realtà stenta ad esserlo. Videogiochi e giochi da tavolo nonostante siano vendutissimi non godono di una approvazione totale in modo simile a fumetti, serie tv, film o quant’altro.

Per quanto riguarda i videogames, quando si partecipa all’evento lucchese si ha sempre la sensazione che le soli produzioni giapponesi siano degne di essere davvero definite “Nerd”, tralasciando tutto quello che fa rima con “occidente” quasi osservando le produzioni europee e americane come inutili imitazioni. Per i giochi da tavolo invece le cose sono in realtà un po’ diverse. Alla fine Dungeons and Dragons è per antonomasia il gioco per i Nerd e proprio per questo motivo la considerazione per i giochi da serata preferiti è ben più alta che mai di questi tempi. Tuttavia anche qui le contraddizioni non mancano. Dopotutto siamo in Italia, ma non per questo tutto è brutto e decadente, anzi: nella cinquantesima edizione del Lucca Comics qualcosa è stato migliorato a tal proposito, anche se ci si aspetta sempre qualcosa di più.

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La parola “Games” nel titolo dell’evento ha davvero significato?

VORREI, MA NON GIOCO

La parola “Games” non è casualmente posta di fianco alla parola “Comics”. Non giriamoci attorno: Lucca Comics & Games è un evento dedicato principalmente ai cultori del fumetto, della letteratura fantasy in genere, dei film e delle serie tv animate giapponesi e delle loro controparti cartacee. Il gioco ricopre un ruolo secondario all’interno dell’evento e fa strano pensare che il padiglione “Games” sia in realtà il più grande dell’intera manifestazione. Peccato che gran parte dello spazio sia occupato dagli stand delle grandi case editrici italiane, tra cui Mondadori e La Corte Editore che coi games poco ci azzeccano. Nonostante tutto l’area games è stata infarcita di moltissimi giochi da tavolo assegnati a tantissimi piccoli stand, talvolta troppo piccoli che se non altro hanno garantito grande varietà all’intero padiglione. Come esplicato in precedenza, i giochi da tavolo godono di una discreta stima tra i “nerd” italiani, anche se il loro mercato deve ancora affermarsi nella nostra economia. Le produzioni italiane di certo non mancano e sono tutte divertentissime e grazie agli stand dedicati gli appassionati hanno potuto tastare con mano gran parte di esse con possibilità di acquisto.

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Il padiglione Games è il più grande, ma non sono tutti giochi quelli all’interno..

A fare la parte del leone è stato sicuramente il contraddittorio “Squillo”. Progettato da Immanuel Casto, permette di vestire i panni di una sorta di “pappone” giocando carte sessualmente e verbalmente esplicite. Penso che Squillo sia una vera contraddizione: secondo quanto detto dal suo creatore, le vendite stanno andando a gonfie vele. Questo è strano poiché l’Italia è un paese davvero tartassato dai Taboo e la massiccia presenza di Squillo è qualcosa che mette sicuramente in discussione questo nostro lato culturale. Inoltre Squillo fa ben capire quanto noi Italiani adoriamo premiare le idee più volgari ed esplicite, magari preferendo qualcosa culturalmente “basso” rispetto invece a prodotti più stimolanti.

Molto male per quanto concerne invece il videoludo. Purtroppo Lucca Comics non è ancora riuscita a essere competitiva nel settore videoludico, ospitando in fiera il minimo indispensabile. Sembra infatti che Lucca Comics tratti i videogiochi come un universo laterale, prodotti con il solo fine ultimo l’intrattenimento fine a se stesso. Lo si evince soprattutto dal fatto che ha ospitato per l’ennesima volta tornei di League of Legends, titolo che nonostante la grande perdita di popolarità nell’ultimo anno, si lega perfettamente alle idee dei fanatici di Manga e Anime che utilizzano i videogames come semplice passatempo. Osservare i videogiochi come semplici prodotti economici mi rende sempre triste e Lucca a tal proposito non è mai migliorata. Ma non tutto è perduto.

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Nonostante la perdita di popolarità, League of Legends rimane forte in Italia

INDIPENDENZA!

Una bella sorpresa è stata la presenza degli studios indipendenti. Molti di loro li avevamo incontrati nel corso della Milan Gamesweek 2016, altri invece li abbiamo incontrati per la prima volta. E’ stata una gioia per gli occhi vedere quante persone si sono interfacciate con i prodotti videoludici italiani, segno che il mercato indipendente del Bel Paese è sempre in crescita e soprattutto pronto ad accogliere nuove idee e pubblico. Abbiamo quindi incontrato i ragazzi di Italo Games con il loro Milanonoir, nonché il folle team di Storm in a Tea Cup, che con la loro demo in Vr di Lantern ha davvero sbancato. Gradita la presenza di The Town of Light della fiorentina LKA e di Riot, un simulatore di rivolta che sinceramente attendo come l’avvenuta del messia sviluppato da Merge Games.

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Lantern è sicuramente una vera gioia per tutti gli amanti degli “Art Game”

Non sono mancati nemmeno i ragazzi di Potato Killer Studios, mentre a rendere le cose un po’ più difficili vi è stato Call of Salvenee, titolo controverso che se da una parte prende le mie lodi per il suo livello tecnico avanzato, dall’altra mi fa storcere il naso pensando a come gli italiani premiano idee culturalmente e artisticamente basilari. Affermare che Call of Salvenee sia geniale perché riprende personaggi della cultura italiana che da tempo hanno sfondato la barriera del trash, ignorando invece titoli di ben altra struttura artistica mi sembra sinceramente un atteggiamento ipocrita.

In generale mi è piaciuto vedere i titoli indipendenti italiani essere apprezzati anche a Lucca, ma lo stand che li ospitava era davvero piccolo e difficile da percorrere senza scontrarsi con altre persone o fare danni irreversibili (come colpire il monitor di un pc con il proprio zaino facendolo cadere). Per quanto mi riguarda i prossimi anni punterei solo su di loro, senza invitare la majors.

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Nonostante sia tecnicamente avanzato, potrebbe essere ipocrita giudicare Call of Salveenee come miglior titolo indie italiano

IN THE CONCLUSION

La controparte Games del Lucca Comics non ha avuto miglioramenti sostanziali. Il grande padiglione risulta sempre essere in condivisione con i grandi dell’industra letteraria e questo fa capire come Lucca osservi i giochi ancora con certo scetticismo. Bene i giochi da tavolo, malissimo i videogiochi. A tal proposito sarebbe meglio che Lucca Comics & Games rimanga semplicemente Lucca Comics. E’ palese che la quasi totalità di coloro che visitano la fiera non siano videogiocatori o giocatori in genere. Alla fine chi visita Lucca Comics solitamente prende il pad alla mano solo per passare qualche ora al mese davanti a un titolo probabilmente nipponico e gli organizzatori dell’evento a quanto pare lo sanno benissimo. E’ però un peccato non attirare i giocatori più appassionati magari invitando leggendari game designer come Ken Levine o Warren Spector. Così come gli appassionati di letteratura hanno potuto incontrare Terry Brooks o in passato George R.R. Martin, anche noi videogiocatori dovremmo avere l’opportunità di incontrare i nostri eroi nella grande Lucca Comics. In questo 2016 ho in ogni caso potuto incontrare Hajime Tabata, importante figura di Square-Enix e attualmente Game Director di Final Fantasy XV. Presenza davvero straordinaria a Lucca, ma la sua presenza sembrava correlata all’idea che i videogiochi nipponici siano gli unici accettati.

Ho però ben visto la presenza dei videogiochi indipendenti italiani e nei prossimi anni lo spazio a loro dedicato deve necessariamente ingrandirsi.

Potrebbe essere la via giusta, magari trattando questo settore con più decisione e riconoscenza.

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ogni anno gli appassionati di letteratura fantasy, di fumetti e di serie tv possono incontrare i grandi delle loro passioni. E’ ora di farlo anche con chi ha a che fare coi videogames
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Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.