Lingua giapponese: i 5 errori più comuni degli autodidatta

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Cinque consigli per evitare di cadere in errore studiando la lingua giapponese.

Abbiamo raggruppato per voi alcuni consigli per rendere il vostro studio della lingua giapponese più efficace.
lingua giapponese1) Sottovalutare o non studiare affatto i sistemi di scrittura
Forse non tutti sanno che è possibile scrivere in giapponese utilizzando ben quattro sistemi di scrittura: Romaji, Hiragana, Katakana e Kanji. “Romaji” significa letteralmente “carattere di Roma” ed è infatti la scrittura in caratteri latini. Hiragana e Katakana (insieme chiamati “Kana”) sono due alfabeti di tipo fonetico che insieme ai Kanji (ideogrammi di origine cinese) compongono il reale modo di scrivere la lingua giapponese. In genere lo studio del giapponese richiede che si imparino prima gli Hiragana, poi i Katakana e infine i Kanji.
L’errore più comune di chi si avvicina a questa lingua è quella di saltare direttamente lo studio di Hiragana e Katakana. In genere questo “salto” è dovuto alla fretta di voler iniziare a parlare e a capire ed è il primo passo verso uno studio fallimentare. Per quanto sia brutta, cari studenti, dovete affrontare la realtà: i migliori libri di testo sono scritti direttamente in Kana. Ergo, se volete fare esercizio e apprendere più velocemente, la prima cosa da fare è imparare a leggere. I Kanji vengono studiati man mano che si prosegue con la grammatica, ma Hiragana e Katakana sono alla base di uno studio efficace.
2) Dare per scontata la cultura giapponese
Il bello (e vero punto difficile) della lingua giapponese è il suo stretto legame con la cultura tradizionale e l’errore più grande che può capitare di fare ad uno studente è quello di ignorarla. Tradurre semplicemente dall’italiano verso il giapponese potrebbe far inciampare chiunque nel fenomeno del “culture bump”: incomprensioni di carattere culturale. Un esempio pratico è quello della parola giapponese per dire “sì”: “hai”. Questa parola in realtà ha molteplici usi a seconda della situazione e non necessariamente implica una risposta affermativa o che il nostro interlocutore sia d’accordo con noi. Spesso viene utilizzata per dimostrare che si sta ascoltando la conversazione o addirittura col significato di “ecco” nel momento in cui si porge qualcosa.
Se non volete fare una brutta figura, vi consigliamo di documentarvi anche sulla cultura giapponese e cercare di rispettarne gli usi e costumi!
lingua giapponese 23) Dare del “tu”
In giapponese dare del “tu” quando parliamo con qualcuno non è sempre buona norma e dobbiamo cercare di evitare questa parola. Sì, è difficile: soprattutto per noi italiani, così abituati a smorzare i toni della situazione nel tentativo di mettere a loro agio le persone. Se conoscete il nome del vostro interlocutore, l’escamotage migliore è quello di parlargli in terza persona. In caso contrario, potete omettere il soggetto oppure utilizzare parole come “il signore” o “la signora”.
Ricordate: in giapponese dare del “tu” non vi rende più amichevoli, anzi! Potreste rischiare di sembrare una persona che tende a prendersi subito troppa confidenza.
4) Fare affidamento solo sul materiale didattico disponibile gratuitamente
Ragazzi, affrontiamo la realtà: gratis, subito e valido quando si parla di materiale didattico (ma potremmo in realtà associare questo pensiero a una moltitudine di servizi) è un’utopia. Ci sono alcune applicazioni e siti internet che possono essere d’aiuto (trovate l’articolo dedicato qui) e che sono anche piuttosto valide, ma se volete davvero imparare il giapponese un piccolo investimento va fatto. Se state studiando da autodidatta andate su Google o Amazon e cercate libri quali il famoso “Genki” o il “Minna no Nihongo”. Sono testi utilizzati anche nelle scuole giapponesi frequentate da occidentali che vogliono imparare o perfezionare la lingua.lingua giapponese 3
5) O autodidatta o “morte”
Questo errore lo feci pure io: iniziai da autodidatta convinta che un corso non fosse assolutamente necessario. In realtà questo dipende un po’ da persona a persona. Un corso certamente ti aiuta nell’apprendimento, i progressi si vedono più velocemente e ti aiutano ad avere costanza. Un corso di gruppo può essere anche un‘occasione sociale per incontrare persone con la vostra stessa passione ed avere un ulteriore aiuto nello studio.
Resta comunque indubbio che il miglior motivo per valutare l’iscrizione a un corso di lingua giapponese sia quello di avere un aiuto nello studio della cultura che (come dicevamo al punto n°2 di questa lista) può essere davvero un grandissimo scoglio. Esistono moltissimi corsi in Italia del genere “poca spesa molta resa”. Il mio consiglio è quello di provare ad informarvi presso le Università degli Adulti, i centri culturali e le scuole private della vostra città per trovare il corso che fa per voi.

Tra le possibilità sono sicuramente validi i corsi offerti da Associazione Ochacaffè sia in varie sedi in Italia (Milano, Padova, Treviso, Vicenza…) e in Giappone. Oppure potreste pensare di seguire un corso di lingua giapponese online!

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Valeria Fantini

Classe ’89 con un passato da gamer incallita, ex-cosplayer, si laurea in Lingue, Culture e Istituzioni Giuridiche dell’Asia Orientale, curriculum Giappone. Dopo una esperienza di vita di alcuni mesi in terra nipponica, rientra in Italia e apre la sua scuola di lingue. A partire dal 2015 lavora e collabora con enti fieristici e associazioni come interprete o come organizzatrice di aree tematiche sul Giappone.