Sono furioso e contrariamente a molti non per la cancellazione di Scalebound. Per Dio diciamocelo: la massa di videogiocatori è per la quasi totalità un branco di ipocriti pronti a tergiversare su qualsiasi evento. O così mi appare quando mi fanno arrabbiare. E al momento lo sono. La cancellazione di Scalebound, proprietà intellettuale di Platinum Games sviluppata in esclusiva per Xbox One, ha scatenato in rete una serie di reazioni simili a quando muore un criminale. Il “Dopotutto era una brava persona“, si è trasformato in: “Dopotutto sembrava un bel gioco“.
Ma vi è una verità che pochi potranno contraddirmi. La maggior parte di coloro che hanno pianto Scalebound non possiedono una Xbox One e soprattutto ritengono la console poco efficace e di poco appeal. Sono milioni i videogiocatori possessori di una Playstation 4 che vorrebbero acquistare una Xbox One giusto per ampliare i loro orizzonti, ma rimandano giorno dopo giorno l’acquisto della “console verde” in attesa di nuove esclusive. O così dicono. Quindi rimangono a guardare sperando che qualcosa cambi o migliori, giudicando tutto quello che accade e prendendo ogni notizia come una palla al balzo per ritardare l’esborso.
Non meravigliamoci se poi le esclusive vengono cancellate: con quale sano pensiero si vorrebbe investire su una console giudicata e condannata come carente dalla community che dovrebbe supportarla?
Nessuno, ovviamente.
Secondo alcuni fonti interfacciate con Eurogamer.net, il tracollo del progetto è iniziato successivamente alla Gamescom 2016, ove orde di giornalisti descrissero con toni vivaci le perplessità giunte successivamente alla prova diretta con il titolo di Platinum. Microsoft, furiosa, ha quindi chiesto spiegazioni allo studios giapponese, il quale a quanto pare non è riuscito a convincere l’azienda di Redmond a proseguire.
Tra le critiche più forti vi era un frame-rate instabile, una grafica “poco potente“, un gameplay poco energico e a tratti poco divertente e una risoluzione probabilmente al di sotto del Full-HD. Abbastanza per portare il pubblico a distruggere il progetto prima della sua uscita. Lo stesso pubblico che ora lo piange, ecco perché sono arrabbiato.
Per quello che mi riguarda Scalebound non avrebbe mai avuto seguito su Xbox One. La console americana non è stata pensata per titoli tipicamente giapponesi e anche se Xbox 360 mi contraddice con Bayonetta (sempre sviluppato dal team Platino), è pur vero che Scalebound non sembrava essere il titolo mastodontico che l’agenzia di Marketing di Microsoft promuoveva. Nessuno è rimasto entusiasta nel corso degli scorsi E3, nessuno è rimasto entusiasta nel corso della passata Gamescom. Scalebound era un gioco senza futuro e lo si vedeva sin da subito poiché le critiche mosse dalla stampa internazionale, seppur dure, ricalcavano una situazione che sicuramente non sarebbe mai piaciuta al grande pubblico.
Senza contare che è stato rimandato più e più volte.
@TiC_Podcast Difficult decision, we believe result is better 4 Xbox gamers, still disappointing. Im confident in 17 lineup thats our focus
— Phil Spencer (@XboxP3) 9 gennaio 2017
Il tweet qui sopra fa riferimento alle parole di Phil Spencer riguardo alla cancellazione di Scalebounbd. Egli afferma che la decisione difficile è stata presa per rispettare i giocatori. E secondo me è davvero così: davvero Microsoft avrebbe rischiato di pubblicare un titolo creato da uno studio giapponese con un motore grafico poco ottimizzato, un gameplay acerbo e una idea di fondo non troppo affascinante? Lo spettro di ReCore (recensito anche nelle nostre pagine), ha sicuramente convinto Microsoft a cambiare strada.
Il fatto è che Ms secondo me sta donando troppa libertà agli studios, così tanta libertà che alla fine gli stessi non si impegnano nemmeno per le esclusive. Ma chi lo farebbe con una base installata pari a 1/3 delle vendite di Playstation 4? Al momento sappiamo che Platinum Games è al lavoro su nuovi progetti probabilmente destinati all’hardware nipponico e non mi meraviglierei se concludesse, almeno temporaneamente, le trattative con Xbox One.
Molti in questo momento si stanno chiedendo quale sarà il futuro per le prossime esclusive Microsoft. Io non me ne preoccuperei più di molto e sono sicuro che titoli quali Halo Wars 2, Crackdown 3 e Forza Motorsport 7 diverranno realtà assieme ad altri titoli. Per quanto concerne il futuro di Xbox, Project Scorpio sembra più essere qualcosa vicino a un computer piuttosto che a una console ed è molto probabile che Microsoft si concentri molto di più sul suo sistema operativo di punta, rendendo quindi Windows 10 la piattaforma definitiviva su cui far girare ogni software ludico.
Ma ora è inutile piangere sul latte versato ed è inutile fare gli ipocriti. Se una persona come Phil Spencer ha ritenuto che fosse giusto cancellare Scalebound, è perché sicuramente il gioco non funzionava. Fatevi quindi un esame di coscienza, perché so che siete possessori Playstation 4 e so che comunque non avreste mai acquistato Scalebound al suo lancio. Così come non lo avete fatto per altre IP Microsoft del 2016, tra cui il bellissimo Quantum Break.
Perciò c’è solo una cosa da dire in questo caso: ve lo siete cercati perché lo so e ne sono certo: se il gioco fosse uscito sul mercato non solo non lo avreste acquistato, ma lo avreste criticato così tanto da affossare Xbox One dando le colpe a Microsoft in qualità di publisher.
Lo so. Lo so perché è già accaduto.