Giusto due anni fa, quando Bethesda organizzò una conferenza basata soltanto sui suoi prodotti poche ore prima l’inizio ufficiale dell’E3, l’Entertainment Expo di Los Angeles, un collega di un’altra testata online mi disse sottovoce che quella conferenza sarebbe stata l’inizio della fine dell’evento losangelino.
Considerai la sua opinione soltanto come probabile e difficilmente possibile, ma poche ore dopo riuscì a comprendere il motivo delle sue parole. L’E3 è diventato un evento così chiassoso e rumoroso che è diventato sempre più difficile catturare l’attenzione del pubblico di videogiocatori. Accadono così tante cose contemporaneamente che alla fine la presentazione di un prodotto diventa più legata a un concetto di fortuna che di concreta qualità, paradossalmente andando contro agli ideali alla base dell’E3 stesso.
Bethesda è stata la prima a credere alla strategia alternativa di creare una propria conferenza Pre-E3 solamente dedicata ai prodotti da presentare. Nel caso dell’E3 2015, Bethesda riuscì in tutta calma a presentare titoli quali Fallout 4, Prey e Dishonored 2 senza incorrere nel pericolo di annunci sovrapposti provenienti da altre compagnie. Una strategia che valse una comunicazione perfetta e milioni di copie vendute in tutto il mondo di prodotti Bethesda, vedendo tra le altre cose Fallout Shelter in prima posizione nelle classifiche delle applicazioni mobile più scaricate al mondo.
Lo scorso anno anche EA Games si aggregò alle società “anti-E3” presentando i propri futuri prodotti in una conferenza esterna all’evento losangelino e soprattutto geograficamente lontana dalla Città degli Angeli. In quel caso EA Games volle sottolineare come l’E3 gli stesse ormai stretto, affermando senza mezzi termini la volontà di comunicare al meglio le proprie opere presentate. In quel caso però assistemmo a una conferenza che di conferenza aveva poco a che fare. Il tutto venne ribattezzato EA Play, impostando su una sorta di lan-party gli annunci del publisher americano che in quella occasione videro protagonista anche un Snoop Dog probabilmente sotto effetto degli stessi prodotti solito a commercializzare.
Se Bethesda non ha ancora confermato la sua presenza a Los Angeles con un Pre-E3 o meno, EA Games ha già fatto sapere che promuoverà ancora una volta il suo EA Play, quindi non creando una tradizionale conferenza su palco, ma concentrandosi su metodi di comunicazione alternativi. A tal proposito la conferenza di EA è fissata per il prossimo 10 giugno e terminerà il 12 giugno 2017. Già: avete capito bene. EA Play durerà due giorni, quasi come fosse un evento a sè stante in contrasto con l’E3: altro che conferenza anticipata!
Un altro importante giocatore che potrebbe unirsi a questa combriccola di ribelli è Microsoft. Phil Spencer, l’amicone a capo di Xbox, ha in queste ore fatto sapere che la conferenza Microsoft è stata fissata per il giorno 11 giugno 2017, anticipando di ben due giorni l’inizio dell’evento ufficiale, che si svolgerà dal 13 al 15 giugno 2017. In italia la conferenza Ms potrà essere seguita dalle 23 ora italiana.
L’annuncio della società di “Bolletta Cancelli [Bill Gates]” non mi ha sorpreso più di tanto. Dando sempre credito al collega che profetissò la fine dell’E3, mi aspettavo che un’altra società sfruttasse l’occasione dell’E3 per costruirsi una propria conferenza e promuovere nel mondo i propri giochi e servizi con grande tranquillità. Nel caso di Microsoft la strategia poteva essere intuita per via della ormai quasi ovvia presenza di Xbox Scorpio nella sede losangelina e l’azienda di Redmond proprio non può permettersi di sbagliare. Il tweet promosso da Microsoft stessa riprende gli screenshot di Scorpio presentati nel corso dell’E3 2016, pertanto non ci si può che aspettare un evento interamente dedicato alla nuova e potente console (nonché ai suoi giochi in esclusiva dato che per il 2017 sembra non esserci nulla).
Preparatevi a grandi annunci.
La conferenza #XboxE3 si terrà Domenica 11 Giugno alle 23 ora italiana. pic.twitter.com/DbBlR8kURh— Xbox Italia (@XboxItalia) 15 febbraio 2017
L’anticipo di Microsoft nei confronti dell’Entertainment Expo mi ha suggerito alcune intuizioni secondo me da tenere conto. Innanzitutto le società che hanno deciso di bypassare l’E3 sono state fin’ora aziende statunitensi. L’evento di Los Angeles è un evento americano creato per americani ed è ironico che tutto il mondo lo segua con apprensione. Per esempio: i Giapponesi seguono molto di più il Tokyo Games Show rispetto alla controparte americana, mentre noi europei dovremmo (e sottolineo: DOVREMMO), dare più credito alla Gamescom piuttosto che a eventi di altri continenti, concentrandoci di più sulle presentazioni adatte alla cultura delle nostre nazioni piuttosto che prodotti destinati a rallegrare popoli di continenti diversi.
Ma perché aziende americane? Solitamente le società che decidono di far parte dell’E3 cercano di americanizzare le proprie conferenze per convincere il pubblico americano (e non globale), della validità dei propri prodotti. Tuttavia sembra che questo concetto sia arrivato al capolinea e che vi sia il bisogno di creare conferenze adatte all’intero globo e non solo al popolo statunitense e i primi a potersi accorgere di questo grande problema culturale non possono che essere gli americani stessi, i quali possono meglio di ogni altro analizzare la situazione di Los Angeles.
Non solo: le aziende provenienti da altri continenti (come Ubisoft o Sony), nel corso dell’E3 2016 si sono rivelate molto più timide rispetto alle conferenze poi organizzate successivamente. Prendo d’esempio il clamoroso Playstation Experience di Sony avvenuto lo scorso 3 dicembre 2016, il quale si è rivelato molto più corposo e d’impatto rispetto alla controparte E3, quasi come se Sony avesse capito che l’E3 non è più il luogo per sparare le migliori cartucce, ricercando tempi e spazi migliori per tirare le freccie più precise e “letali” (Sono oltre venti le esclusive Sony in lavorazione, il più delle quali non ancora annunciate).
L’E3 sta quindi perdendo importanza? Si, ma non nel modo che si potrebbe immaginare. L’E3 rimane l’evento più importante dell’anno per i videogiocatori di tutto il mondo poiché ancora preso come punto di riferimento da milioni di videogiocatori (soprattutto da quelli più casual). Non è un caso che le conferenze alternative siano sempre organizzate in concomitanza con l’evento losangelino che per antonomasia corrisponde ad annunci e presentazioni di nuovi prodotti.
La perdita di importanza è invece fisiologica e filosofica. L’E3 sta perdendo appeal dal punto di vista delle aziende, le quali non riescono più a ritagliarsi il loro spazio per valorizzare i propri prodotti. Vedere il proprio gioco venire ignorato perché nello stesso momento un’altra società ha annunciato un nuovo titolo regalando mozzarelle al pubblico è qualcosa che ti demotiva e ti irrigidisce e ti porta a prendere decisioni drastiche. Certo: se le cose continueranno di questo passo l’E3 potrebbe adirittura scomparire dalla faccia della terra, con giocatori che antenderebbero le numerose conferenze delle società preferite in momenti diversi dell’anno, ma attualmente è uno scenario che difficilmente si potrà avverare nel breve termine.
Ma che volere o volare, fintanto all’E3 si combatterà per la coreografia scenica migliore e non per il gioco più bello, accadrà.
COSA?!?! 2 giorni di EA?!?!
L’anno scorso stavo quasi per cadere tra le braccia di Morfeo per 1 ora di noia assoluta. Ora vogliono prolungare l’agonia per 48 ore… così rischio che mi faccia visita il Tristo Mietitore!!!