Chi non segue le vicende di Edward Snowden, eroe contemporaneo, probabilmente non sa che ogni dispositivo digitale connesso a internet e di origine americana (e anche cinese) è capace di spiarci 24 ore su 24, anche da spenti. Il motivo per cui accade questo probabilmente risiede nelle politiche imperialiste degli Stati Uniti d’America, ma dato che attualmente il mondo non può dichiarare la guerra agli States, nessuno sembra volerlo sottolineare. Alla fine Edward Snowden, scoperto il gioco sporco del governo americano, è dovuto fuggire dalla sua terra natia dove altrimenti sarebbe stato arrestato e condannato all’ergastolo soltanto per aver fatto sapere al mondo che gli Stati Uniti stanno spiando l’intero globo (il che spiega molto degli obiettivi di questo spionaggio).
In ogni caso le aziende produttrici di dati e quindi fornitori di servizi digitali come Google, Microsoft e Facebook non sono esenti da colpe. Certamente potevano declinare la volontà del loro governo di sapere tutto di tutti per poi subire pesanti perdite economiche perché di business si parla. Le grandi aziende della Silicon Valley acquisiscono e rivendono i nostri dati a terzi per scopi pubblicitari e quindi di Marketing e anche per scopi politici e legislativi. Pertanto: davvero avrebbero declinato la possibilità di guadagnare miliardi con dati generati da persone di tutot il globo?
Dato che gli Smartphone Android sono nelle mani di quasi tutti gli esseri umani sul pianeta terra, mi sembrava giusto parlare di questo caso specifico. Voi tutti sapete che le grandi aziende americane stanno investendo sulla ricerca di intelligenze artificiali e di asssitenti vocali avanzati, come Google Now. Tale è un servizio molto simpatico, capace tuttavia di eliminare ogni forma di privacy presente nella nostra vita.
In tutta questa faccenda di spionaggio globale, Google si para il sederino volgendo al contrario la propria responsabilità. In poche parole Google avvisa i suoi utenti del fatto che i propri dati saranno utilizzati per scopi non ben specificati, pertanto è facoltà dell’utente decidere o meno di utilizzare i servizi Google (e non utilizzarli, attualmente, è quasi impossibile).
Mettiamo il caso che effettivamente sono riuscito a stare lontano da qualsiasi smartphone e computer connesso a internet. Immaginiamo che io a un certo punto vada al bar e parli con il barista di gatti asiatici poco pelosi. Nonostante io non abbia uno smartphone in mano o qualsiasi altro dispositivo digitale in mio possesso, basta che qualcuno vicino a me stia giocando con il proprio dispositivo “Smart” per ritrovarmi nel cloud di Google. Il perchè? Molto semplice:
GOOGLE NOW CI REGISTRA ANCHE QUANDO NON CHIEDIAMO NULLA A GOOGLE NOW
Proprio come prima accennato, Google elimina ogni sua responsabilità ponendo al centro dell’attenzione la sua “trasparenza” nei confronti dei dati degli utenti. Quindi cosa fa, invece che nascondere tutto quanto, lo mette alla luce del sole. Tramite la pagina “Le mie attività” del proprio account, oltre a poter gestire ogni informazione di sorta, possiamo letteralmente ascoltare quello che il nostro telefono ha sentito di noi.
Io stesso ho provato a entrare in quella pagina e ho scoperto che il mio telefono ha registrato la mia voce in momenti in cui non stavo nemmeno utilizzando il mio smartphone. Ho potuto riascoltare intere conversazioni con mia madre, riascoltarmi mentre cantavo in macchina qualche bella canzone rock, addirittura la voce di qualche mio amico che ha provato ad accedere al mio terminale senza permesso e anche conversazioni di persone a me sconosciute magari registrate quando ero in treno o su di un pullman in città.
Insomma: agghiacciante.
Nella pagina dedicata ai nostri audio possiamo trovare due tipologie di file audio: quelle provenienti direttamente dall’applicazione Google, quindi query (richieste) fatte direttamente a Google Now con il comando “Ok Google” e audio con “trascrizione non disponibile“, ovvero quegli audio registrati senza aver dato il comando “Ok Google” utili per chissà quale strana diavoleria americana.
Tramite la stessa pagina possiamo eliminare tutte le nostre attività “audio” dal Cloud di Google, ma questo non ci assicura che l’azienda di Page e Company elimini davvero i nostro dati. In ogni caso, per farlo, basta cliccare su “Elimina attività” in alto a destra per poter accedere al menù di cestinazione dei nostri dati. Semplice no?
Ora penserete che l’ascolto casuale delle nostre parole sia una eccezione nella “sicurezza” di Android e invece no: gli smartphone nascondono tantissime funzionalità segrete utili all’azienda americana per raccogliere dati su di noi. Volete saperne altro? Dovrete aspettare i prossimi articoli.
In ogni caso, per quanto riguarda l‘App Google, alcuni consigliano di disattivarla sul proprio terminale, sebbene in realtà qualsiasi servizio collegato al proprio account Google inizierà in qualche modo a produrre dati su di noi. Se possedete un iPhone il problema si pone se scaricate l’App Google dall’App Store dell’azienda di Cupertino mentre per Windows Phone valgono altre questioni che probabilmente descriverò in un secondo momento nella speranza di aumentare la vostra consapevolezza nei confronti della tecnologia moderna.
Perché la consapevolezza migliora la vita e il rapporto con quello che abbiamo attorno.