Sono sempre stato molto scettico nei confronti del premio Drago D’Oro. Un po’ come gli americani Gaming Awards, sono sempre stati premiati giochi molto conosciuti e popolari senza andare davvero a scavare nell’ambiente ludico. In realtà le cose non sono poi così cambiate in questa ultima edizione, ma forse è cambiata la mia percezione nei confronti della manifestazione.
Nato nel 2013 e tanto desiderato da AESVI, il premio italiano ha come obiettivo la promozione della cultura videoludica in Italia nonché la diffusione di valori artistici e culturali legati al videoludo. Come tutte le manifestazioni al mondo, ci sono voluti alcuni anni prima che il premio iniziasse ad essere davvero considerato, ma sembra che l’edizione 2017 appena conclusasi sia stata l’exploit degli “oscar videoludici” italiani.
Giusto per dirvene una, Drago d’Oro 2017 ha visto la partecipazione di ospiti illustri dell’ambiente videoludico, tra cui Hajime Tabata, Director della serie Final Fantasy, Takeshi Furukawa, Tomonobu Kikuchi e Fumito Ueda direttamente dal Team ICO e Marco Conti da Playground Games. Nomi che oltre a emozionarmi, mi fanno capire come l’Italia, finalmente, stia entrando nel giro dei “Grandi” dell’industria videoludica.
Veniamo al dunque, ai giochi premiati. Il premio come gioco dell’anno è stato consegnato a Final Fantasy XV. La decisione quest’anno è stata sicuramente difficile (di gioconi nel 2016 ne sono usciti davvero tanti), ma penso sia stata influenzata dal fatto che Uncharted 4 abbia vinto il premio speciale del pubblico. La commissione di valutazione ha deciso di elevare l’opera nipponica poiché, secondo il gruppo di giudici, rappresenta il punto di congiunzione tra vecchia e nuova generazione di videogiochi, proponendo un livello tecnico di primissimo livello, personaggi indimenticabili e un mondo open world totalmente esplorabile. In generale avrei preferito vedere Uncharted 4 come gioco dell’anno e DOOM come miglior gioco votato dal pubblico, ma non mi posso lamentare di quanto scelto dalla commissione.
FIFA 17 ha vinto il riconoscimento come “gioco più venduto”: l’Italia si riconferma fin troppo legata al calcio videoludico, mentre secondo la commissione di giudizio il titolo di EA Games è riuscito a spuntarla grazie all’introduzione delle nuove meccaniche di gameplay che hanno reso ancor più reale e divertente il calcio videoludico di EA Sports.
L’edizione 2017 del Drago d’Oro ha visto l’introduzione di una sezione “Made in Italy“. Il popolo italiano ha bisogno di accorgersi di vivere un periodo d’oro per quanto concerne lo sviluppo di videogiochi da parte di Software House del Bel Paese e sono felice che AESVI abbia creato dei premi appositamente pensati per gli studios indipendenti italiani.
A vincere come Miglior Videogioco Italiano è stato Redout. L’opera del torinese studio 34BigThings che noi di Projectnerd.it avevamo incontrato nel corso della passata Milan Gamesweek 2015, è riuscito a conquistare il pubblico internazionale grazie a una formula di gioco ben collaudata e soprattutto a un livello tecnico pazzesco. Complimenti a loro.
La sorpresa è però arrivata con Elf Games: il magico duo intervistato più volte da noi di PjN.it, ha vinto il riconoscimento come Miglior Game Design con Little Briar Rose (quel gioco è splendido), mentre Valentino Rossi: The Game di Milestone è stato premiato con la statuetta dedicata alla Miglior Realizzazione Tecnica. Sono invece altrettanto felice che i fiorentini di LKA abbiano vinto come Miglior Realizzazione Artistica con The Town of Light (la recensione è in arrivo nelle prossime settimane). Grandi ragazzi: il gioco indipendente italiano è una realtà davvero incredibile.
Per quanto riguarda i super ospiti del Drago D’Oro 2017 prima citati, è stato consegnato il premio di Miglior Videogioco di Corse a Marco Conti, Car Handling Designer presso Playground Games, portando sul palco Forza Horizon 3, mentre il trio Takeshi Furukawa, Tomonobu Kikuchi e Fumito Ueda, rispettivamente Composer, Music Producer e Creatore di The Last Guardian, hanno ritirato per questo titolo i premi di Miglior Colonna Sonora e Miglior Personaggio. Fumito Ueda è stato inoltre premiato con il Premio Speciale alla Carriera, volto a omaggiare il contributo storico culturale dell’autore giapponese che ha apportato all’intero settore videoludico.
Tirando le somme, posso dirmi felice dei premi assegnati, soprattutto di quelli consegnati agli sviluppatori indipendenti italiani. Sinceramente però, credo che nei prossimi anni il Drago d’Oro acquisirà sempre più prestigio: ho questa sensazione. Insomma: non è da tutti i giorni trovarsi Tabata e Ueda nello stesso palazzo di una Roma in procinto di sbocciare per l’imminente primavera. Il mio desiderio è che AESVI si impegni sempre più a far diventare il Drago D’Oro un premio ambito e soprattutto prestigioso, andando sempre di più a scavare nell’industria videoludica magari senza soffermarsi troppo sulle produzioni dei big del settore (magari osando premiando titoli sconosciuti, ma di pregevole fattura). Comunque si: secondo me quest’anno sono stati premiati giochi meritevoli, ma questo è il mio modesto parere.
E voi siete d’accordo con i premi del Drago D’Oro 2017? Se avete qualcosa da dire (e so che non vedete l’ora di esporre la vostra opinione), vi invo a scrivere qui sotto nei commenti.