Una storia che ha dell’incredibile
Il Generale Jang Jun-kyu, capo di stato maggiore della Corea del Sud, è attualmente indagato per aver aperto una ricerca con lo scopo di trovare il personale gay dell’esercito.
Il metodo prevedeva l’utilizzo di alcune app d’incontri per smascherare i ragazzi che poi venivano interrogati esplicitamente sulle loro vite private.
Il MHRCK ( Military Human Rights Center for Korea ), ha affermato che la ricerca aveva già individuato almeno 50 soldati, 20 dei quali dovranno ora rispondere di fronte alle leggi anti omosessualità militare del paese.
Attualmente l’omosessualità non è illegale in Corea del Sud, seppure resti un qualcosa di altamente mal visto a livello sociale, tanto da obbligare i ragazzi a nascondersi.
Militarmente parlando le cose sono più serie.
Esiste, infatti, una legge anti omosessualità in ambito militare per “ mantenere decorosa la condotta “.
Chi infrange questa legge si può dover ritrovare a scontare anche due anni di carcere.
Il MHRCK afferma:
“ Il Generale Jang non è in grado di guidare l’esercito. Ha trattato i suoi uomini, che hanno fatto del loro meglio per proteggere la loro patria, come se fossero colpevoli, facendoli sprofondare in una terribile paura – perdere la dignità personale. Deve assumersi le sue responsabilità e dimettersi immediatamente “.
— Military Human Rights Center for Korea
Non appena il tutto è venuto alla luce, ovviamente l’esercito ha cercato di far passare l’accaduto come un incidente:
“ Il team investigativo ha iniziato le indagini dopo la pubblicazione di un video sui social media in cui un soldato aveva rapporti espliciti con un altro “.
— Republic of Korea Armed Forces
L’esercito coreano ha implementato questa legge dai paesi occidentali che però, pian piano, le hanno abolite, mentre per i coreani le cose sono rimaste così.