“Non sono mai stato un sostenitore della guerra, se non come mezzo per ottenere la pace“, questo esclamò, una volta, il famoso generale unionista Ulysses Simpson Grant; e questo sembra essere il tema sotteso nel primo titolo della Campfire Games Company: War of Rights.
War of Rights potrebbe essere definito, a prima vista e molto frettolosamente, un semplice fps multiplayer, come tanti che, oggi, affollano console e pc.
Ma la realtà è un po’ più complessa.
War of rights è ben più di un Call of Duty o Battlefield; gli sviluppatori, la Campfire Games, una indie company, hanno cercato, e forse, a mio avviso ci sono riusciti, di ricreare l’atmosfera del tempo, con tutti gli sviluppi che ad essa fanno da corollario: la linea di battaglia, la lenta ricarica dei moschetti, la difficoltà nel prendere una mira precisa e soprattutto la costante ansia di venire colpiti senza individuare il colpo o il nemico.
War of Rights ci porta nei travagliati giorni della guerra civile americana, in particolare durante la campagna del Maryland del settembre del 1862. A mio avviso, la scelta, di un solo frammento dell’intera guerra civile americana, fatta dalla Campfire Games, è estremamente oculata. Ciò infatti gli ha permesso di non trascurare persino il più piccolo dettaglio. Grande è, infatti, la perizia nei particolari storici ( moschetti, divise, pistole bandiere e formazioni di battaglia) e sopratutto nel realismo. Questo è il grande discrimen fra questo titolo è il restante mondo degli fps.
Pochi giochi riescono a coinvolgere totalmente, e con coinvolgere intendo avvolgere totalmente il giocatore e toccare le sue emozioni. War of Rights grazie al suo realismo e alla crudezza più viva riesce a trasmettere tutta l’apprensione e la paura che poteva provare un soldato in quei tempi; come anche la gioia per essere uscito incolume da una schermaglia fra linee di battaglia contrapposte, o la gloria nell’abbattere un nemico con un colpo preciso.
I giocatori potranno combattere in molteplici battaglie di questo scenario ed inoltre essere scelti dalle liste dei vari reggimenti, qualora risultassero essere i migliori e scalare, così, i vari gradi militari.
Le mappe e i corpi dei giocatori saranno soggetti a menomazioni e distruzioni, a cui seguiranno periodiche cure e ricostruzioni.
È un titolo accattivante War of Rights, sopratutto per giocatori che amano il realismo, come il sottoscritto, fino quasi all’esasperazione. Ci sono tuttavia alcune pecche, quasi naturali per un titolo del genere: War of Right nasce come un lavoro finanziato su kickstarter ed è inoltre il primo prodotto commerciale della Campfire Games, come ogni prima opera, non supportata, inoltre, da spropositati budget, presenta certi spigoli, certe durezze come ad esempio la grafica. Talvolta infatti i dettagli delle mani o degli occhi risultano essere ancora troppo grezzi e non raggiungono certo i livelli dei lavori di Dice quali Battlefield o Battlefront. Altra pecca è che sia ancora in fase Alpha, con tutti i problemi che essa comporta, e che non ci sia una data ben definita di uscita.
Concludendo è difficile catalogare War of rights, esso è allo stesso tempo un fps impegnativo e stimolante, un gioco di azione energico e una simulazione degna di questo appellativo.
Se fosse una canzone sarebbe “John Brown è morto”.