Dream Games: Rome II Total War come Europa Universalis IV – come sarebbe stato?

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Dream Game è la rubrica che filosofa sulle feautures mancanti che avrebbero reso perfetti i grandi videogiochi contemporanei.

 

Hannibal ante portas/ Annibale è alle porte”, questo è il grido disperato lanciato dai romani all’indomani della battaglia di Canne.hannibalat-the-gate-600x411_jpg_1400x0_q85

Oggi vorrei parlavi proprio di un titolo che per gli amanti dei games strategici è subito divenuto una pietra miliare: Total War: Rome II. Nonostante sia uscito nel 2013 non riesce più a competere a livello tecnico con i massimi esponenti moderni del genere, tuttavia è ancora il punto di riferimento per gli strategici a tema storico.

700px-carthage_sacredbandIn questo editoriale farò finta di ignorare e di non conoscere affatto l’ultimo prodotto della Creative Assembly, ovvero Total War Warhammer. Per i miei gusti è stato un palese tentativo di ingraziarsi una fetta di pubblico incapace di raccapezzarsi nelle varie ed intricate tattiche strategiche, venendo meno a ciò che era stato il punto di forza di questo studio: l’accuratezza storica (di armi, armature, tattiche di battaglia ed eventi).93796_maxresdefault

Total War: Rome II, sequel del famosissimo ed amatissimo, almeno per il sottoscritto, Rome: Total War, offre la possibilità agli amanti della storia, ed in particolare del suo ambito militare, di impersonare le grandi figure dell’antichità: dal sopracitato Annibale, all’ambizioso Cesare giungendo fino allo sfortunato Marco Antonio.

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Ma la forza, a mio avviso, di questo titolo, come del suo predecessore, stava non solo nel trasportare nella realtà videoludica questi grandi protagonisti storici, ma dare anche spazio e rilievo a figure che, per i non addetti ai lavori, erano dei semplici nomi sui libri di storia.

Altra perla di questo prodotto, è il tentativo, certo….abbozzato, ma pur sempre un unicum nell’universo dei games di strategia, di umanizzare il più possibile i soldati semplici, solitamente relegati ad anonime pedine a disposizione durante le grandi battaglie. Mi spiego meglio: gli sviluppatori hanno tentato di differenziare il più possibile ( anche se è facilmente rintracciabile uno schema ripetitivo) i volti dei singoli militi. Una vera impresa

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Mi si potrà rimproverare di essere troppo pignolo, puntiglioso e pedante, ma ogni critico d’arte, in questo caso d’arte videoludica, dirà che la perfezione, la poesia, il sublime e la vera bellezza la si trova nei dettagli.

E sono proprio tutti questi dettagli che impreziosiscono il gioco e lo rendono completo.

Altro plauso doveroso da fare a Creative Assembly deve esser fatto in riferimento al notevole miglioramento della diplomazia in-game: nel primo capitolo era spaventosamente ridicola e macchinosa; ma gli sviluppatori inglesi hanno saputo creare una variante molto più divertente e credibile di quello già visto nel primo Rome: Total War.

Rome II, nonostante abbia la sua “età” (sono già passati quattro anni :cry:), è ancora un titolo gradevole, capace di appassionare ed emozionare e di riempire le ore libere della giornata; tuttavia sulla lunga distanza perde di forza e di mordente. Vincolato dalle sue meccaniche rigide e ripetitive, se frequentato alla lunga rischia di far sbadigliare il videogiocatore, di renderlo troppo edotto su come affrontare il nemico, non lasciandolo più a bocca aperta.

Come nel mio precedente articolo, anche riguardo a questo game, ho fantasticato a lungo e sistematicamente facendomi venire l’acquolina in bocca:

  1. Creative Assembly, sbirciando, magari dalla Paradox Interactive, avrebbe potuto, se non gratuitamente, dato che questa è l’aria che tira oggi nel panorama videoludico, almeno tramite DLC rendere giocabile ogni, e sottolineo OGNI, fazione/ popolo del gioco. Questa è una chicca che la Paradox Interactive ha introdotto nei suoi prodotti: ad esempio in Europa Universalis IV si possono controllare immensi imperi e nazioni famose( Impero Britannico, Francia, Impero Ottomano) e minuscoli e quasi sconosciuti stati quali il Ducato di Monferrato o i vari staterelli di lingua latina nella Grecia quattrocentesca.xfhot38
  2. Rendere più complessa e articola la IA di gioco e combattimento. A lungo andare, come dicevo poco sopra, il giocatore capisce lo schema che articola le fazioni non giocanti e perde ogni stimolo nel continuare. I cugini invece di Creative Assembly, parlo sempre di Paradox, sono riusciti a rendere ogni partita di Europa Universalis IV nuova, imprevedibile, complessa e articolata proprio studiando le attitudini storiche di ogni nazione.
  3. Terza critica e tallone di Achille per questo titolo è la diplomazia. Nonostante siano state introdotte notevoli migliorie rispetto a Rome: Total War (come prima descritto), le opzione legate alla diplomazia risultano essere troppo scarse e ancora una volta quasi di marmo, forzate e macchinose. Di nuovo, se avessero buttato un occhio su Europa Universalis IV avrebbero aggiunto la gemma finale, il diamante ultimo a quel diadema d’argento che è Rome II Total War.

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Ok, va bene: Rome II: Total War forse va già benissimo così com’è. Nonostante in questo mio appuntamento in Dream Game l’abbia messo molto in discussione, è pur vero che Rome II è davvero un ottimo strategico. Certo: se Creative Assembly avesse preso ispirazione da Paradox avremmo tra le mani un videogioco così completo da non aver la necessità di videogiocare ad altri strategici perché diciamoceli: a tutti piace l’epoca romana.

E anche questa volta siamo giunti al termine di Dream Game, la rubrica che filosofa su quali feautures avrebbero reso perfetti i grandi videogiochi presi in riferimento. Se vi siete persi la prima puntata dedicata a Battlefield 1 non dovete far altro che cliccare qui, per tutto il resto invece vi rimando ai futuri articoli.

 

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