Ho paura a dirlo, quindi lo dirò a bassa voce. Sembra essere entrati un un buon periodo per gli horror. Dal filologico The Witch al naturalista It Follows, dallo psicologico e castratore Babadook al fantascientifico 10 Cloverfield Lane. E ancora i coreani The Wailing e Train to Busan e il dittico australiano Wolf Creek–Wolf Creek 2. Sembra, insomma, che l’horror abbia trovato la sua nicchia di qualità lontano dalle grandi saghe e nelle mani di giovani talentuosi registi, per piccole produzioni. In altre parole è iniziata l’epoca dell’horror indie.
Questo Get Out (Scappa, sic.) non fa differenza. L’horror (ma sarebbe più corretto definirlo thriller psicologico, forse) opera prima di Jordan Peele, indovina i tempi, le caratterizzazioni, l’atmosfera e, come hanno già detto in molti, porta Indovina chi viene a cena? alle sue più estreme conseguenze, grazie ad un pizzico di follia.
Ma il film di Peele sembra più un episodio di Ai confini della realtà, con la capacità di reinventarsi con intelligenza prima che l’attenzione cali, un’indefinibile cortina di inquietudine con un ottimo utilizzo dei tempi e del contesto narrativo. Il film sorprende e convince sia per le idee che per la forma e ci porta a desiderare subito un’opera seconda del giovane regista. E a non voler più conoscere la famiglia della vostra fidanzata.