Jim Ryan è un esponente di Sony Europe, la divisione dell’azienda nipponica che si dedica esclusivamente al Vecchio Continente, che proprio in queste ore ha rilasciato parole disarmanti alla celebre testata giornalistica TIME. Ai microfoni dell’autorevole rivista, Ryan si è espresso nei confronti della retrocompatibilità, feautures per molti determinante nell’acquisto di un prodotto e purtroppo perdutasi nei nuovi cicli di business a partire dalla settima generazione di console.
A tal proposito vi cito le parole di Ryan:
Inutile dire che non sia assolutamente d’accordo con quanto esposto qui sopra.

Quello che mi fa arrabbiare delle parole di Ryan è la poca franchezza del suo commento. Affermare che tanti utenti vorrebbero la retrocompatibilità, ma che pochi la utilizzerebbero fa comprendere quanto Sony conosca benissimo il suo pubblico, in negativo. Le parole di Ryan in tal senso, sottolineano una condizione gravosa per il pubblico di Sony, formato a quanto pare da consumatori con bisogni artificiali, di quelli che si creano dopo esser stati bombardati di pubblicità o da milioni di opinioni tutti uguali magari lette sui Social Network. Un pubblico ignorante insomma, ignorante da chè ignora.
Sapendo benissimo questo, Ryan ha fatto l’esempio più sbagliato che potesse fare. Affermando che non vi è alcun bisogno di giocare a Gran Turismo 2 quando si può avere una copia della versione più recente del simulatore di Polyphony, Jim Ryan non fa altro che distogliere l’attenzione da quelli che sono i videogiochi che il pubblico intende rigiocare. Perché se è vero che ha poco significato giocare a Gran Turismo 2 nel 2017, dato che ogni GT è uguale a sè stesso e ha poco senso rigiocare i capitoli del passato, tutt’altra questione è il retrogaming basato su IP quali Jak, Final Fantasy, Dragon Ball: Tenkaichi, Ape Escape o anche InFamous, Killzone 2, MAG e chi più ne ha più ne metta. Il retrogamer non va a cercare esperienze di gioco fine a sè stesse come un Gran Turismo, ma ricerca videogiochi del passato che possono far provare emozioni che altrimenti non si troverebbero altrove.

In secondo luogo penso che le parole di Ryan non siano oneste perché non vanno a comunicare il vero motivo per cui Sony non ha intenzione di portare la retrocompatibilità nativa su Ps4, un motivo che si chiama “Profitto“. Le edizioni in HD di vecchi classici presenti sullo store di Ps4 e Ps Vita vi dicono qualcosa? A me si. Sony sa benissimo che omettendo la compatibilità coi giochi del passato si aprono nuove opportunità di profitto per sè e per i publisher detentori delle licenze. Lo aveva capito con Ps3 (prendendo come scusa “l’alto costo” di gestione dei giochi Ps2 su Ps3), e lo ha concretizzato al meglio su Ps4 (ove gli acquisti fatti su Playstation 3 sono poi risultati NULLI).
Considerato che Sony poggia gran parte dei suoi ricavi sulla vendita di Playstation 4, è facile aspettarsi che l’azienda nipponica faccia di tutto per monetizzare il più possibile il suo business, anche andando contro il volere del loro pubblico. Questa filosofia, molto americana tra le altre cose, è in netta contrapposizione con quello che sta facendo Phil Spencer con Xbox One: l’amicone britannico di mezza età sta infatti facendo di tutto per accontentare il suo pubblico, viziando quest’ultimo con l’implementazione di tutte le feuatures suggerite dai giocatori Xbox One, cosa che Sony non sta facendo. Questo accade perché Microsoft può finanziariamente permettersi di viziare il proprio pubblico (Xbox non è nemmeno il 2% dell’intero business di M$), cosa che Sony, come detto, non può fare.
Immaginare però non costa nulla: una Playstation 4 con la retrocompatibilità assicurata in stile Xbox One, quindi con grafica ripulita, supporto trofei e multiplayer, renderebbe la quarta versione della Stazione da Gioco una console davvero perfetta. Tuttavia non credo che la retrocompatibilità approderà mai su Ps4 a causa dei due macroproblemi prima sottolineati: un pubblico immaturo che basa i suoi bisogni sul puro marketing e il bisogno urgente di profitto da parte di Sony non convinceranno la società giapponese a creare un programma sulla falsa riga da quanto fatto dall’amico Phil.

Va bene, ce ne faremo una ragione, ma secondo me è una grande occasione sprecata quella di scartare a priori la retrocompatibilità. I dati parlano chiaro: Red Dead Redemption ha venduto il 5000% di copie in più nel momento in cui è diventato retrocompatibile con Xbox One e lo stesso è accaduto praticamente con tutti i titoli entrati nel programma di Phil Spencer.
Tuttavia sembra che Playstation 5 sia vicina (rumor la prevedono per il 2018), e i tempi sembrano essere cambiati da quello strano e folle 2013. Le persone ora vogliono fare tutto con un singolo prodotto, pertanto Sony deve davvero pensarla bene questa volta. La concorrenza di Scorpio, che proporrà una architettura unificata con Xbox One, si farà sicuramente sentire. Insomma: se fossi nei panni di Shuhei Yoshida, almeno Ps5 la farei retrocompatibile con i titoli Playstation 4.
Almeno quello.