Blade Runner 2049: Project Nerd Intervista Denis Villeneuve e Sylvia Hoeks

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“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”

Così recitava Roy Batty, il replicante interpretato da Rutger Hauer, nella toccante scena finale di Blade Runner; e oggi, questa famosa frase la sentiamo anche po’ nostra, perché si, anche noi abbiamo visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: abbiamo avuto il privilegio di assistere in anteprima al footage di Blade Runner 2049 e di intervistare Denis Villeneuve e Sylvia Hoeks.

Attesissimo sequel del “mostro sacro” Blade Runner, diretto dal regista Denis Villeneuve (arrival) e prodotto da Ridley Scott, già regista del primo capitolo, e autore della sceneggiatura di questo nuovo attesissimo sequel.

Non possiamo assolutamente dire nulla di ciò che abbiamo visto, siamo sotto embargo internazionale, possiamo però raccontarvi l’intervista con Denis Villeneuve e la bellissima Sylvia Hoeks (La miglior offerta), disponibili a rispondere a tutte le domande che gli sono state poste: spaziando dalla fantascienza, all’estetica, dal rapporto che abbiamo con la natura all’ammirazione per il collega Cristopher Nolan.

Andiamo a vedere ciò che ci ha raccontato il regista su questo nuovo emozionante capitolo di un film che, per sua stessa ammissione, è stato fondamentale per accrescere la sua passione per il cinema “Vedendolo per la prima volta pensai che sarebbe stato un sogno poter diventare un regista”

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Ryan Gosling è il protagonista di Blade Runner 2049, come mai questa scelta? forse perché si tratta di un attore canadese? puoi parlarci del casting?
Denis Villenevue: “Io amo gli attori che non fanno gli attori, amo coloro che sono il personaggio; pensate ad attori come Clint Eastwood o Harrison Ford, loro sono i personaggi che interpretano e Ryan è un artista davvero straordinario, il film pesa sulle sue spalle e ci sono pochi attori capaci di avere un tale carisma. il personaggio è perfetto per Gosling e nessun altro avrebbe potuto interpretarlo. Per quanto riguarda il casting, ho chiesto di scegliere personalmente  tutte le comparse poiché non tutti i volti sono giusti per un film come Blade Runner“.

Sylvia, dopo l’esperienza con trovatore ci fa piacere ritrovarti, raccontaci del tuo ruolo e del tuo look. l’aspetto femminile è una cosa in più per Blade Runner 2049.
Sylvia Hoeks
: “potrei definire il mio personaggio come una Audrey Hepburn che ha preso un po’ di acido. si, ed è stato un piacere lavorare con Robin Wright, di lei mi ha colpito la sua gentilezza, la prima scena che ho girato con lei è stata molto intensa”.

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Qual è la tavolozza dal punto di vista estetico in Blade Runner 2049? abbiamo notato che il colore giallo argilla è molto ricorrente.
Denis Villeneuve: “Il primo film è stato rivoluzionario dal punto di vista estetico e ha lasciato un forte impatto per l’utilizzo della luce che Ridley Scott fece, con le sue atmosfere cupe e fumose.
abbiamo voluto creare delle analogie con il primo film ricreando, anche, lo stesso quartiere della città di Los Angeles. la principale differenza con il primo film è la neve perché fa più freddo. Ci sono alcuni momenti bui, ma ci sono anche momenti più bianchi, e alcuni argentei perché io e il direttore della fotografia Roger Deakins ci siamo ispirati alle luci del nord. ho potuto avere un controllo assoluto su questo film e quindi mi sono approcciato ai colori in una maniera completamente nuova, mettendo anche qualche piccolo indizio nel film. il giallo, per me, è il colore dell’infanzia”.

Che confini hai dato all’utilizzo della CGI in Blade Runner 2049?
Denis Villeneuve: “Quando si fa un lavoro futurista la CGI è importante ma per me è stato ancora più importante costruire il set. All’inizio delle riprese gli attori mi hanno chiesto se avrebbero lavorato davanti ad un Green Screen, la mia risposta è stata no. abbiamo costruito, grazie al budget, tutti i set e i veicoli, come si faceva per i film di tanti anni fa, e sono molto grato alla produzione per questo; in questo modo gli attori possono concentrarsi solo ed esclusivamente sul loro lavoro. Mi piace lavorare con attori che contribuiscono con le loro idee e questo può accadere solo se siamo tutti liberi e con il Green Screen vi sono troppi calcoli matematici da fare, non vi è la stessa libertà che c’è su un set costruito ad hoc, senza contare che poi, io odio il verde.

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Il film uscirà il 5 ottobre, 2 giorni dopo il suo compleanno, il tempo che passa è un tema importante il Blade Runner, cosa ci puoi dire del cinquantenne Villeneuve?
Denis Villeneuve: “A me piace invecchiare e più invecchio e più sono in pace con me stesso; gli ultimi anni sono volati, ho fatto molti film e ora posso prendermi una piccola pausa per riflettere su ciò che voglio fare nel futuro”.
Sylvia Hoeks: anche a me piace invecchiare, no, scherzo (risate ndr.). con il passare degli anni rifletti su chi eri da giovane e ogni sette anni ti rigeneri; sono felice di tutte le esperienze che ho fatto in questi anni.

Sei andato a toccare un film “mitico”, hai avuto paura?
Denis Villeneuve: “in realtà non ho accettato a cuor leggero la proposta di fare il film, ho accettato perché è comunque un film diverso dal primo. So che è molto difficile avere successo con i sequel ed ho quindi accettato questo aspetto; l’ho fatto per amore del cinema. per un regista, fare un film del genere è un rischio, ma sono felice di averlo corso, è il miglior film che abbia mai fatto”.

Blade runner 2049 è stato preceduto da due cortometraggi, entrambi diretti da Luke Scott, com’è stata la vostra collaborazione? potrebbero esserci in futuro degli spin-off o delle serie tv?
Denis Villenevue: “Il mio compito era quello di fare il film. mi è stato chiesto di girare anche i corti ma ho risposto che non mi sarebbe stato possibile occuparmi di entrambe le cose. Sono felice che Luke Scott si sia reso disponibile, ho visto i corti che ha realizzato ma non ho partecipato affatto. non so se ci sarà un sequel”.

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Quali sono le caratteristiche che fanno di un buon film, un film come Blade Runner?
Denis Villeneuve: “Sicuramente un tono melanconico. Ci dev’essere molto fumo e c’è anche il bisogno di esprimere sentimenti profondi con elementi forti come la musica, colonna sonora e l’atmosfera. questi elementi sono stati ricreare in maniera esemplare, anche ispirandoci alle musiche di Vangelis presenti nel primo film”.

Qual è il vostro rapporto con Blade Runner?
Denis Villeneuve: “è stato un film fondamentale per la mia passione per il cinema, l’idea di fare il regista nacque dopo aver visto questo film. per un appassionato di fantascienza come me, Blade Runner ha un impatto visivo davvero potente”.
Sylvia Hoeks: “Per me questo film ha avuto un enorme impatto, lo vidi con la mia famiglia e Rutger Hauer era il nostro eroe nazionale, visto che siamo olandesi. Il suo personaggio ha avuto un forte impatto, quando ho fatto il provino per questo film è riaffiorato il senso di angoscia che mi ha accompagnata la prima volta che vidi Blade Runner”.

Qual è il tuo rapporto con la fantascienza?
Denis Villeneuve: “Beh, “Arrival” per me è fantascienza ma al tempo stesso questi film hanno in comune un viaggio nell’intimo. sin da piccolo mi hanno sempre attratto i temi fantascientifici come quelli di Asimov, Herbert e di altri autori come Jules Verne. Io ho studiato scienze e microbiologia, ero affascinato da quel campo e la fantascienza mi ha consentito di esplorare i limiti della percezione umana. purtroppo non ci sono molti film di fantascienza che lasciano a bocca aperta, sono grato a Cristopher Nolan che ci ha dato la possibilità di vedere alcuni film veramente meravigliosi”.

Si conclude così l’intervista a Denis Villeneuve e Sylvia Hoeks.
E voi, cosa pensate di questo nuovo attesissimo capitolo? fateci sapere la vostra opinione!

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Giulia Cascella

Giurista cinefila, classe 1990. La grande passione per il cinema mi ha accompagnata nei temibili anni adolescenziali, dove brufoli e amori platonici si sono mescolati ai protagonisti del grande schermo. Ho curato la regia di alcuni video pubblicitari e scattato diversi servizi fotografici.