Gli anni ’90 dal punto di vista cinematografico sono stati molto prolifici, sono stati realizzati una moltitudine di film spettacolari, meravigliosi e sceglierne solo alcuni che potessero rappresentare l’intera produzione di un decennio non è stato facile, anzi. Questo elenco potrebbe far storcere il naso a molti, ma chiariamo fin dall’inizio che è un elenco personale e non una verità assoluta, quindi ecco i 10 migliori film degli anni ‘90
Pretty Woman (1990)
Un successo ai botteghini, uno dei più acclamati film del suo genere, una favola moderna tenera, romantica, spiritosa e spigliata, una sorta di Cenerentola dei tempi odierni, che ha lanciato nel firmamento delle stelle di Hollywood una giovane Julia Roberts, la quale ottenne per merito dell’interpretazione in questa pellicola, una nomination agli Oscar come migliore attrice protagonista e il Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale. Un film vivace, pimpante, che vede le splendide interpretazioni di un Richard Gere in forma e di una incantevole Julia Roberts e una colonna sonora che ti entra dentro, impossibile non citare il brano che da il titolo al film, Oh, Pretty Woman di Roy Orbison del 1964. Un film che fa sognare.
«È molto più facile credere alle cattiverie, c’hai mai fatto caso?»
Jurassic park (1993)
Jurassic Park è un film del 1993 diretto da Steven Spielberg, basato sull’omonimo romanzo scritto da Michael Crichton, rappresenta il primo film nella storia del cinema ad aver impiegato la cosiddetta C.G.I., vale a dire la Computer-Generated Imagery, per gli effetti speciali, spesso utilizzati nell’interazione con l’ambientazione e con i personaggi. Inoltre Spielberg assunse gli Stan Winston Studios per la creazione dei soggetti animatronici che avrebbero portato sullo schermo i dinosauri destinati a interagire con la nascente tecnica della computer-generated imagery della Industrial Light & Magic. Ha ricevuto molte recensioni positive dai critici, i quali apprezzarono gli effetti speciali che ben interagivano con i personaggi e l’ambientazione, vinto tre Oscar ed altri numerosi premi. Durante la prima distribuzione nelle sale cinematografiche il film incassò 920 milioni di dollari, diventando il maggior successo cinematografico dell’epoca e uno dei film di maggiore incasso della storia del cinema.
«Un’avventura iniziata 65 milioni di anni fa. »
Il postino (1994)
L’ultima magnifica interpretazione di Massimo Troisi, che si spense solo 12 ore dopo il termine delle riprese all’età di 41 anni. La pellicola narra la storia dell’amicizia che nacque tra un postino di un paesino del sud Italia (Massimo Troisi) e il poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret). Un racconto delicato, malinconico, commuovente e toccante, tratto dal romanzo “Ardiente paciencia” del cileno Antonio Skàrmeta, diretto da Michael Radford (piccola nota: la regia venne attribuita anche allo stesso Troisi), vide l’ingresso nel mondo del cinema di Maria Grazia Cucinotta. Il film ha ottenuto 5 candidature agli Oscar 1996, quella come miglior film, miglior attore protagonista (Massimo Troisi), miglior regia (Michael Radford), miglior sceneggiatura non originale e miglior colonna sonora drammatica. Tuttavia solo quest’ultima candidatura si è tradotta nella conquista di una statuetta. Il New York Times ha inserito la pellicola nella lista del 1000 migliori film di sempre, un film in cui Troisi ha infuso la sua anima per realizzare una pietra miliare della storia del cinema.
«La poesia non è di chi la scrive, ma di chi… gli serve.»
Forrest Gump (1994)
L’America vista e raccontata dagli occhi ingenui di un ragazzo, mostrando le sue contraddizioni e i problemi. Un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma, Forrest, è seduto su una panchina e mentre aspetta, inizia a raccontare la sua storia, che si dipana per circa 40 anni e, per una serie di fortunate/sfortunate coincidenze, si intreccia con importanti avvenimenti della storia statunitense, inoltre nel corso degli anni conoscerà importanti personaggi del XX secolo come Elvis, J.F. Kennedy, John Lennon e Richard Nixon. Forrest non incontrerà solo personalità di rilievo, ma soprattutto persone “normali”, alcuni non capiranno Forrest, altri invece coglieranno nella sua figura un’apertura totale ed entusiastica a tutto ciò che avviene intorno a sé, apertura che è continua occasione per operare scelte di vita, sempre portate alle estreme conseguenze. Questo messaggio “esistenziale” finisce per caratterizzare l’intero film che domina gli Oscar del 1995 portando a casa sei statuette tra cui il premio Oscar per il miglior attore protagonista assegnato a Tom Hanks.
«Mamma diceva sempre: la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita»
Pulp Fiction (1994)
Probabilmente è IL Capolavoro di Quentin Tarantino, senza togliere nulla a Le Iene, Kill Bill, Bastardi senza Gloria e altri suoi lavori. Il film che lo ha definitivamente consacrato tra i grandi di Hollywood all’età di 31 anni. Dopo il successo ottenuto con Le Iene non era facile riconfermarsi, ma Tarantino riuscì perfettamente a centrare l’obiettivo ottenendo un consenso quasi unanime della critica cinematografica. I dialoghi surreali, le ricerca della perfezione in ogni singola scena, la fluidità del racconto, la cronologia frammentata, una variegata colonna sonora, personaggi ottimamente caratterizzati e un cast stellare sono solo alcuni degli ingredienti che rendono straordinario questo film che ha conquistato l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, il Golden Globe per la miglior sceneggiatura e la Palma d’Oro al 47° Festival di Cannes.
«Ezechiele 25.17…»
Toy Story (1995)
È il primo film interamente realizzato in computer grafica, realizzato dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Pictures. Vincitore di un Oscar Speciale e di 8 Annie Awards, inserito dal New York Times nella lista dei migliori 1000 film di sempre e dal 2005 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Un classico per tutte le età, divertente e godibile, senza il quale molti titoli di animazione di successo degli ultimi anni non avrebbero mai visto la luce. Dotato di una eccellente colonna sonora, di una buona sceneggiatura, ambienti colorati, esplora bene il tema dell’amicizia. Sono stati fatti due sequel, nel 1999 e nel 2010, diversi speciali televisivi e cortometraggi.
«Verso l’infinito e oltre! »
La vita è bella (1997)
Vincitore di tre Premi Oscar: miglior film straniero, miglior attore protagonista (Roberto Benigni) e migliore colonna sonora (Nicola Piovani), su sette nomination totali, la pellicola vede protagonista Guido Orefice, uomo ebreo ilare e giocoso, che deportato insieme con la sua famiglia in un lager nazista, cercherà di proteggere il figlio dagli orrori dell’Olocausto, facendogli credere che tutto ciò che vedono sia parte di un fantastico gioco in cui dovranno affrontare prove durissime per vincere il meraviglioso premio finale. La vita è bella affronta la tragedia seguendo un sentiero puramente fantastico ma la fantasia subisce un terribile tracollo di fronte allo svelamento effettivo della realtà. Si ha così una rappresentazione ludico-comica dettata da una volontà naturale di vita, la volontà del padre di far sopravvivere il figlio, di proteggerlo dall’orrore, di preservare la credenza del figlio nella bellezza della vita. Guido traduce la lingua tragica della realtà e della Storia nella lingua salvifica della fantasia comica.
« Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla, come in una favola c’è dolore, e come una favola, è piena di meraviglia e di felicità»
Salvate il soldato Ryan (1998)
Molto probabilmente è il film che ha saputo raccontare il più fedelmente possibile gli orrori e le sofferenze che i soldati hanno patito durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli eventi del film si svolgono pochi giorni dopo lo sbarco in Normandia ed è valso a Steven Spielberg il suo secondo premio Oscar come miglior regista e ne ha conquistati altri quattro per montaggio, fotografia, sonoro e montaggio sonoro. Il film ricevette una critica molto positiva per la sua rappresentazione realistica dei combattimenti della Seconda guerra mondiale. In modo particolare, la sequenza dello sbarco anfibio ricevette l’appellativo di “miglior scena di battaglia di tutti i tempi” dalla rivista Empire e prese il primo posto nella lista di TV Guide delle “50 scene più grandi” (“50 Greatest Movie Moments”).
«Dimmi che ho condotto una buona vita.. dimmi che sono un brav’uomo.»
Matrix (1999)
Primo capitolo di una fortunata trilogia, Matrix si può considerare un caposaldo moderno dei film di fantascienza a cui molte altre opere fanno riferimento ancora oggi. Per realizzarlo, i due ideatori, i fratello Wachowski, hanno tratto ispirazione da un gran numero di opere di vario genere e hanno puntato molto sull’effetto speciale noto come bullett time che consente di vedere ogni momento della scena al rallentatore mentre l’inquadratura sembra girare attorno alla scena alla velocità normale. L’idea di base è semplice: e se il mondo in cui viviamo non è reale, ma “solo” una enorme simulazione virtuale gestita da delle macchine che “coltivano” gli esseri umani allo scopo di produrre energia?” Da una idea di base cosi semplice è stato sviluppato un film complesso e profondo, che va oltre alle scene di combattimento e di azione e gratifica gli occhi, le orecchie e la mente degli spettatori.
«Il cucchiaio non esiste»
American Beauty(1999)
American Beauty è un film del 1999 scritto da Alan Ball e diretto da Sam Mendes, vincitore di numerosi riconoscimenti: cinque Premi Oscar, tre Golden Globe e ben sei Bafta nel 2000.
La pellicola narra i turbamenti e le ossessioni generati da una adolescente su un impiegato di mezza età, interpretato da Kevin Spacey, specchio del padre di famiglia medio dell’America contemporanea. Il film è stato descritto dalla critica cinematografica come una satira sugli obiettivi e sul concetto stesso di bellezza del ceto medio americano; tali analisi riscontrano nel lavoro di Mendes anche un approfondito sviluppo dell’amore romantico e di quello paterno, della sessualità, della bellezza, del materialismo, della liberazione catartica dalle proprie preoccupazioni e del riscatto personale. Nella vita dei Burnham è insito il conformismo tipicamente borghese. Per sfuggire al cliché, la pellicola suggerisce al proprio pubblico di meditare sulla condizione mortale dell’uomo e sulla bellezza che lo circonda, come accade nell’enigmatica sequenza iniziale e nel monologo finale di Lester. Il personaggio più vicino a tali idee è Ricky, in grado di andare oltre l’apparente e di cogliere l’essenza del bello. Altro elemento portante dei film è il colore; cupi e grigi gli abiti del protagonista prima del cambiamento, brillanti successivamente, con il rosso delle rose a far da contorno
«Ricordate quei poster con la scritta “Oggi è il primo giorno del resto della tua vita”? Be’, questo è vero per tutti i giorni tranne uno: il giorno che muori!»
Quali sono stati i migliori 10 film degli anni ’90 secondo voi? Rispondente nei commenti.