Milan Gamesweek 2017: Intervista a IV Production [Riot: Civil Unrest]

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Per chi è del settore è difficile non conoscere Ivan Venturi. Pioniere dello sviluppo di videogiochi in Italia (e si può dire anche nel mondo), Ivan si è distinto per una carriera nel mondo videoludico lunga e molto articolata. Definita da lui stesso una “vita eccitante e dinamica“, ha iniziato a sviluppare videogiochi nei primi anni ’80, pubblicando il suo primo videogioco su Commodore 64 nel 1987. Da quel giorno di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta e tra lo sviluppo di dozzine di videogiochi per Pc sotto l’etichetta di Colors Arti Multimediali nonché avventure dedicate alle produzioni letterarie italiche più in voga, nel 2012 fonda IV Production, la sua realtà indipendente che sembra pronta a sbancare il botteghino.

Riot: Civil Unrest è un videogioco partorito dalla mente di Leonard Menchiari, italo americano che ha trovato in Ivan Venturi la persona giusta per finanziare una delle idee più interessanti e coinvolgenti dell’ultimo ventennio. E’ infatti difficile che non abbiate mai sentito parlare di Riot: nel corso del 2013 una campagna di articoli divulgati sulle maggiori testate giornalistiche italiane (e internazionali), aveva indignato fior di rappresentati dell’anti-videoludico per aver affrontato tematiche politiche e sociali nel modo più brutale possibile: rappresentandole per quello che erano.

Nato e sviluppato come simulatore di rivolte, Riot: Civil Unrest descrive una realtà terribilmente vera e reale e lo fa in un modo incredibilmente spigliato. Senza utilizzare mezzi termini, l’opera di Leonard Menchiari va a descrivere nei minimi particolari quello che solitamente accade nelle manifestazioni pacifiche, o violente che siano, ultimamente sempre più organizzate nelle grandi capitali del mondo. Quello che però più sorprende non è tanto l’incredibile precisione nel rappresentare al meglio le strane dinamiche di questi scontri, ma il fatto che i livelli di gioco si rifanno a eventi realmente accaduti, rimarcando ancor di più quella sensazione di “terribile verità” che si incontra giocandolo.

Con la forza che soltanto i videogiochi d’autore potrebbero avere, Riot riesce a essere persuasivo e coinvolgente grazie a meccaniche RTS ben sviluppate e contestualizzate. Potendo scegliere tra i manifestanti e i poliziotti, sarà dovere del giocatore riuscire a raggiungere gli obiettivi delle oltre 40 missioni di gioco con una assoluta libertà d’azione che tanto farà la felicità dei puristi del genere. Nel corso dell’avventura vi è anche la possibilità di sbloccare perks e aggeggi vari utili per completare al meglio i compiti da svolgere nelle varie missioni (per niente facili tra le altre cose), nonché utili abilità per avvantaggiare l’una o l’altra fazione, tra cui la possibilità di scattare sconvolgenti foto di violenza da vendere ai giornalisti più avari.

La nostra prova alla Milan Gamesweek 2017 ha pienamente soddisfatto le aspettative. Ivan Venturi ci ha rivelato un importante dettaglio del gioco: Riot poggia le sue fondamenta tecniche su un motore grafico in tre dimensioni dovutamente adattato per risaltare una pixel art dannatamente efficace. L’utilizzo della tridimensionalità, secondo gli sviluppatori, ha permesso di ricreare in modo ancor migliore e preciso l’effetto caotico di una rivolta urbana. Mouse e tastiera alla mano, abbiamo potuto constatare un gameplay complesso e molto più profondo di come si potrebbe pensare, trovando grande difficoltà nel gestire la massa informe di manifestanti arrabbiati e poco organizzati, riuscendo invece a impartire perfetti ordini alle forze dell’ordine più repressive per sedare le rivolte più violente. Inutile dire che il titolo di IV Production coinvolge come pochi, riuscendo a colpire il cuore ripetutamente con forti emozioni che si improno a caldo nella mente razionale.

Nel corso della tre giorni milanese abbiamo potuto incontrare di persona quella istituzione che è Ivan Venturi, il quale, ai nostri microfoni ha rivelato succose novità riguardo a Riot: Civil Unrest. Potete trovare la nostra videointervista proprio qui di seguito corredata dall’iconico trailer del gioco.

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Marco Masotina

Tosto come un Krogan, gli piace essere graffiante e provocante per scoprire cosa il lettore pensa dei suoi strani pensieri da filosofo videoludico. Adora i lupi, gli eventi atmosferici estremi, il romanticismo e Napoleone.