L’universo cinematografico Marvel è cambiato, è inutile negarlo, armato di synth James Gunn e i suoi Guardiani della Galassia sono scesi dallo spazio sconfinato fino agli abitanti della torre dei Vendicatori come Attila,il flagello di Dio.
Al posto di non far crescere più l’erba si sono portati via le atmosfere cupe e tristi riempiendo il MCU di colori e battutine; Thor: Ragnarok del semi sconosciuto regista Neozelandese Taika Waititi ( What We Do in the Shadows ) è il ponte fra le avventure dello spazio e quelle della terra e come tale è in prima linea per l’ondata LSD di Star Lord e compagni.
Che il biondone Asgardiano avesse abbandonato le tinte cupe dei primi due film è stato chiaro fin da subito e la copertina ultra colorata aveva secondo me tolto ogni dubbio a riguardo, nel caso invece ci fossero ancora speranze per voi di vedere un film serioso i primi 5 min a ritmo di Immigrant Song e rallenty anni 90 vi faranno cambiare idea in un baleno.
La trama di Thor: Ragnarok funziona ben oltre quello che speravo mescolando diverse trame cartacee portandoci lontano da Asgard, sul pianeta che fu teatro delle avventure di Planet Hulk, portando un sacco di freschezza e fornendo l’atmosfera perfetta per il cambio di tono della pellicola, ottima la resa del CGI per il demone di fuoco Surtur e il lupo Fenrir.
Un avventura spettacolare e divertente, impossibile non sorridere alle scenette fra gli dei Asgardiani e Hulk nell’arena di Sakaar o essere tristi all’uscita di scena ( forse troppo rapida ) di Odino.
Il Ragnarok unisce vecchi personaggi come Thor, Loki, Hulk e Dottor Strange e ci porta volti nuovi rappresentati da il Gran Maestro,Korg,Hela e valchiria aggiungendo i nomi di Cate Blanchett, Tessa Thompson e Jeff Goldblum al già nutritissimo cast dell MCU oltre ad un fantastico cameo di Matt Damon ( che non vi rivelerò ).
Il vero viaggio del film è quello che devono affrontare i protagonisti, primo su tutti quello che porta l’eroe Thor a cambiare completamente dentro e fuori, trasformandolo dal perfetto dio all’eroe fallato e incompleto che vediamo dirigersi verso la sua nuova casa, cosi come quello di Banner che da sicuro uomo di scienza si ritrova impaurito e chiuso nel bagagliaio della macchina con Hulk alla guida.
Thor: Ragnarok è imperfetto, la scelta di Waititi di gettarsi nella parodia paga a metà, però la scenografia ed i momenti comici riusciti bene spingono l’insieme ben oltre il muro della sufficienza rendendolo un film da vedere.
-
7/10