Franco Nero è stata, ed è una grande ed importantissima icona attoriale, sopratutto per quanto riguarda lo spaghetti western. Genere che fin dalla tenerà età, ha ispirato ed affascinato, uno dei registi moderni più importanti ed all’avanguardia del nostro secolo: Ovviamente stiamo parlando di Quentin Tarantino, che oltre la pellicola del 2012 “Django Unchained” con la partecipazione del leggendario Franco Nero, ha deliziato i fan con la sua ultima fatica, sempre col tema omonimo che prende il nome di “The Heatful Eight”.
Oggi, la nostra amata icona compie 76 anni, e tra gli ultimi lavori a cui ha partecipato troviamo proprio la pellicola sopracitata, che è pregna di aneddoti e tantissime curiosità direttamente dal set, che durante le varie interviste svolte da Franco Nero, sono state rivelate e raccontate in maniera semplice e diretta. Quest’ultimo ha anche discusso di questa sua esperienza sul set, e fuori dal set.
Tra le prime cose, a cui il famigerato attore fa riferimento è l’accoglienza che il regista gli dava appena messo piede sul set:
Mi presentava ai giovani attori americani, con tanta fierezza e vigore, affermando che io sono uno degli attori più importanti ed influenti, insieme a Clint Eastwood, Alain Delon e Charlie Bronson.
A proposito del primo incontro tra Franco Nero e Tarantino:
Ho conosciuto Quentin Tarantino, durante la presentazione del film “Inglorius Bastards”. E ricordo che Quentin disse una frase del tipo “Non me ne vado dall’Italia, se prima non ho incontrato Franco Nero”. Quindi ci fermiamo a pranzo insieme, e lui arriva con affianco Eli Roth, e parti col raccontarmi la sua storia: “alla tenera età di 14 anni, iniziai a noleggiare VHS, e tra le tante che desideravo, le chiedevo con le parole “voglio quelle con Franco Nero”.
In quel momento iniziò a recitarmi dialoghi delle pellicole in cui ero protagonista a memoria, e quindi gli chiesi di comparire con un cameo in un film western che volevo fare con Enzo Castellari, e la prima cosa che mi chiese è stata “Come mi ucciderai?” risposi schiettamente con “Ti saperò con un fucile a canne mozze, caricato a monete d’oro”. Lui esclamò “I Love it!”.
Dopo questo incontro, il film di Franco Nero con Castellari stava svanendo, mentre dall’altro lato Tarantino, stava lavorando ad un progetto che riguardava lo spaghetti western, e sarebbe stata una produzione che citava e richiamava il leggendario Django, in cui Nero era protagonista. Poco dopo circolava una “voce di corridoio” che attestava il cameo di Frano Nero nella produzione, ma quest’ultimo non era a conoscenza di questa situazione:
Tutti mi chiamavano per chiedermi e confermare questa notizia, ma io in realtà non se sapevo nulla, anzi io ero convinto che doveva essere lui a partecipare ad un mio film. Però poco tempo dopo Quentin mi chiamò e confermò la mia presenza sul set del suo prossimo film. Quindi mi recai subito a New Orleans.
Quello che il regista non sapeva, e che io ero già a conoscenza della sceneggiatura, e quindi mi proposi per il mio cameo, e di come doveva essere. Tarantino rimase per due minuti in silenzio, dopo si rivolse a me dicendo “Fammici pensare”. Dopo un lasso di tempo non lunghissimo, ci incontriamo durante una mia visita ad un Festival del Cinema, e in quel momento che decidiamo il mio futuro nella pellicola.
Trattandosi solo di una comparsa, ovviamente la sosta sul set da parte di Franco Nero non doveva essere esaustiva, ma il famigerato regista non la pensava così:
Sembravo in ostaggio, infatti dovevo rimanere lì sono qualche settimana, ma ci rimasi mesi e mesi. Intanto provavo scene mai girate con di mezzo anche Leonardo Di Caprio: Ci trovammo ad urlare tutti e due, e Leo rimase senza voce e quindi stoppammo le riprese per qualche settimana. Intanto il nostro regista, ci proponeva Django a ripetizione tra una pausa e l’altra. Un’esperienza senza tempo.