Oggi vorremmo approfondire assieme a voi un aspetto fondamentale della tradizionalità di un paese, in questo caso, la Corea del Sud.
L’abito tradizionale del paese si chiama Hanbok ( 한복), da non confondere assolutamente con il Joseon-ot ( 조선옷) essenzialmente lo stesso abito, ma per la Corea del Nord.
In 1600 anni quest’abito è rimasto pressoché identico con lievi modificazioni nella tipologia di stoffa, uso dei colori, lunghezza delle parti che lo compongono e poco altro, per accontentare le richieste di un popolo più moderno.
I punti cardine dell’abito sono rimasti però immutati.
Indossato ogni giorno fino a 100 anni fa, ora l’Hanbok rimane un abito da utilizzare in momenti di festa, occasioni importanti o in cui è richiesta grande formalità.
Le prime tracce che ci pervengono dell’Hanbok risalgono al periodo dei Tre Regni di Corea ovvero, Goguryeo, Baekje e Silla, che occuparono la penisola di Corea e la Manciuria tra il I secolo a.C. e il VII secolo.
L’abito si compone di diverse parti, il capo base, indossato da uomini e donne è Jeogori, ovvero una giacca con maniche ampie e stretta nella parte superiore del corpo.
Nella versione femminile è possibile trovare polsini in cotone ( kkeutdong ), mentre un’ampia fascia di tessuto ( git ) avvolge il collo.
Infine, sul davanti sono presenti delle stringhe ( goreum ) per legare il Jeogori .
Con il passare del tempo lo Jeogori femminile si è accorciato sempre più e rimane tendenzialmente sopra la cintola.
I reperti archeologici di Jeogori più antichi risalgono a tombe datate circa al 1400.
Per le donne si ha poi la gonna ( Chima ), ampia e larga, essenzialmente formata da un rettangolo ripiegato in alto in modo da formare lunghe pieghe.
Per l’uomo invece abbiamo i Baji, termine formale in Corea per indicare i pantaloni.
Essi sono larghi e comodi, adatti per potersi sedere comodamente sul pavimento.
A volte poteva essere utilizzato anche il Po, un soprabito generico.
Un’altra parte arrivata solo secondariamente, verso il termine della dinastia Joseon, sono Jokki e Magoja, due diverse tipologia di giacche e soprabiti, indossati sia da un punto di vista di stile che per avere più caldo.
Accostamenti di colori naturali e incredibili, molto diversi dalle tinture artificiali, in un taglio di forme studiato alla perfezione.
Le linee uniche dell’Hanbok danno il loro massimo quando chi lo indossa, è in movimento.
La giacca aderente riflette in modo attraente la forma superiore del corpo.
Le maniche e le gonne ampie esaltano la grazia di chi lo indossa nascondendo i movimenti della parte inferiore del corpo, così che chi lo indossa, sembra fluttuare in aria.
Le donne utilizzano diversi spilloni ornamentali, con raffigurazioni e di materiali differenti in base alla classe sociale, per adornare i capelli.
Per esempio: una donna di campagna portava spilloni di legno raffiguranti frutta e fiori, mentre una donna di rango più alto aveva spilloni in giada e in metalli preziosi.
Un ornamento indispensabile, anche qui, creato e disegnato in base al rango sociale, per l’Hanbok femminile è Norigae, un pendente legato al Goreum.
Esiste una versione upgrade dell’Hanbok, Hwarot.
Quest’abito risulta molto più colorato, impreziosito e con alcune varianti, come le maniche e le gonne ancora più ampie, utilizzati per i matrimoni tradizionali, ancora oggi.
A Seoul ci sono molti negozi disposti ad affittare abiti tradizionali a coreani e turisti, per vivere un’esperienza unica e poter scattare fotografie nei luoghi più tradizionali con una marcia in più.
Uno di questi è “ One Day Hanbok “, dove lasciando una quota come cauzione si potrà affittare un Hanbok per 4 ore al prezzo di circa 11 dollari.
Vi farà piacere sapere che l’ingresso ai cinque grandi palazzi della dinastia Joseon a Seoul sono gratuiti per chi indossa un’Hanbok.
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