Morgan Lost Anno Due

Morgan Lost – Anno Due – Morte e Rinascita

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Morgan Lost Anno Due è l’analisi e il riepilogo del secondo anno della serie di Chiaverotti!

QUI avevo parlato del primo mirabile anno di Morgan Lost!

In realtà non avevo alcuna intenzione di scrivere questo articolo.

Eppure eccoci qua.

Il secondo anno di Morgan Lost è stato un susseguirsi di dubbi, incertezze e storie narrativamente mediocri. Dov’era finita tutta quella carica ed energia del primo mitico anno? Dov’erano finiti i serial-killer super-star unici? E le care vecchie storie dal retrogusto Pulp che scavavano nel mondo ucronico di Chiaverotti?

Tutto annacquato dal vecchio modello Bonelli: una serialità auto-conclusiva che nonostante possa regalare tante ottime singole storie, alla lunga finisce per riscrivere se stessa e inseguire un glorioso passato, o peggio ancora dare al pubblico ciò che vuole.

E la cosa più sbagliata che si possa fare a questo mondo è dare al pubblico esattamente ciò che vuole.

La cosa triste è che oggi con tutti questi social network tra le palle, l’industria dell’intrattenimento non ha neanche più bisogno di chiedercelo o provare a indovinarlo, basta leggere le statistiche, puntare i soldi sul cavallo vincente e aspettare che questi si raddoppino o triplichino.

Scrivere è il lavoro più difficile del mondo.

Non solo perché trovare uno stile e una storia personali è il risultato di un lungo processo di mimesi ed evoluzione che non si completa mai realmente, essendo la scrittura un processo di dispiegamento su carta della propria identità, sempre in movimento e caratterizzata da “rivoluzioni conservatrici”, ma anche perché a giudicarti c’è un pubblico che di narrativa e costruzione delle storie non capisce nulla.

Un problema, quello del giudizio indiscriminato e della necessità di opinare su tutto e tutti, tremendamente contemporaneo. Legato a doppio filo con la balzana idea di poter creare opere “originali” buttando nel cesso il manuale di istruzioni.

Chiaverotti però non è mai stato un autore “pantofolaio”.

Già con Brendon aveva ideato un sistema di micro-serialità (solo un albo all’anno riguarda la macro-storia del protagonista), grazie alla quale poter ampliare la storia del mondo e del protagonista, regalando al contempo storie autoconclusive ricche di pathos e scene memorabili.

Così quando giunse l’annuncio della nuova serie di Morgan Lost, con formato diverso, una forte serialità e storie sempre più cattive e oscure esultai di gioia.  Dopo la conferenza poi ogni mia preoccupazione e ansia si dissolse quando il buon Claudio affermò che elesse a guida di questa nuova serie due opere di Frank Miller: Batman Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Daredevil Rinascita.

Ma quindi qual è stato il passo falso di questa seconda stagione? Il suo ancorarsi a canovacci narrativi già visti e soprattutto la mancanza di coraggio nell’utilizzo del mondo che circonda Morgan Lost.

Non è un caso che i migliori numeri di quest’anno siano proprio quelli relativi al mondo ucronico (già con Brendon il buon Chiaverotti aveva dimostrato di essere un abilissimo costruttore di mondi fantastici), di Morgan che da sempre ha affascinato tutti gli appassionati di fumetto italiano e non.

Questa nuova serie, di cui è uscito il numero 0, sembra aver imparato dai suoi errori e finalmente esalta i suoi punti forti: la follia del mondo e dei suoi abitanti che scava nel contemporaneo e suggerisce e ispira il lettore con l’ampio utilizzo di simboli esoterici che regnano nell’ucronia di Morgan Lost e ci fa capire come la società e l’uomo siano l’uno il risultato dell’altro.

La strada è tutta in salita e ricca di ostacoli.

Un buon campo da gioco per un guerriero come Chiaverotti e la sua squadra.

Alla fine i numeri che salvo di questa seconda annata sono 3:

N 18 Le Lacrime del Diavolo>> Un vecchio criminale giunge a New Heliopolis e sconvolge la vita di Morgan Lost e della sua collega cacciatrice di serial-killer, Igraine. Una storia classica eppure efficace e solida, da divorare al buio. Qui Val Romeo si supera e si conferma come una delle migliori matite in quel di Bonelli!

N 20 Sogni di Qualcun Altro>> Diversi impiegati al Tempio della Burocrazia sognano di uccidere le stesse persone, poi realmente uccise da un serial-killer con la maschera di un topo. Una bomba, con un finale che scava nell’organo simbolo di questa malata società ucronica. Giovanni Talami aveva già dato prova di essere un grande adepto del fantastico e qui mette in mostra i muscoli ed è una gioia per gli occhi.

N 22 Il Silenzio alla Fine del Mondo>> Un impiegato all’ufficio delle Lettere Mai Arrivate esce fuori di testa poiché soffre fisicamente ogni singolo rumore. Marco Perugini col suo stile personalissimo era l’unica scelta possibile per una storia così particolare e nera (in alcuni passaggi mi ha ricordato il compianto Cooke).

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Riccardo Maggi

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