Rose McGowan attacca Robert Rodriguez
In una recente intervista rilasciata a Vanitiy Fair, Rose McGowan ha parlato del suo memoir, intitolato Brave, che dovrebbe uscire prossimamente. Nonostante il libro non abbia ancora raggiunto le libreria, alcuni dettagli di esso che l’autrice ha rivelato hanno già scatenato dei dibattiti.
In particolare, la rivelazione di un intero capitolo dedicato al lavoro svolto insieme a Robert Rodriguez per Planet Terror, ha destato particolare interesse. La McGowan al suo interno infatti accusa per la prima volta il regista di essersi comportato in maniera gravemente scorretta nei suoi confronti.
La giornalista di Vanity Fair ha affermato al riguardo:
In uno dei capitoli più avvincenti dell’autobiografia, si racconta la sua relazione con il regista Robert Rodriguez (Spy Kids, Dal tramonto all’alba), un ragazzo affabile e all’apparenza sensibile che si è rivelato essere un manipolatore. Lui e Quentin Tarantino stavano progettando un doppio film – Planet Terror e Grindhouse – A prova di morte – basato sui film pulp degli anni ’70 e voleva che McGowan recitasse. McGowan si innamorò subito di lui, fidandosi abbastanza da raccontargli della sua esperienza con Weinstein. L’uomo ha usato questa informazione contro di lei, afferma, come strumento per dei giochi mentali, a partire da una scena in cui Tarantino, che interpretava un personaggio nel film, attacca il personaggio di McGowan. “Ero in un mondo arretrato”, scrive. “Stavo perdendo la presa sulla mia sanità mentale.” In quello che McGowan interpretò come l’atto di crudeltà definitivo, Rodriguez “vendette il nostro film al mio mostro”.
La risposta di Rodriguez
Non si fa attendere la risposta del regista, che respinge con fermezza le accuse che gli sono state rivolte e afferma di non avere mai fatto o voluto fare dei “giochi mentali”. In particolare, analizzando quanto affermato da Rose McGowan, Rodriguez mette in mostra alcuni passaggi temporalmente inesatti.
A tal riguardo afferma:
Ho incontrato Rose nell’aprile del 2005. I Weinstein hanno iniziato a finanziare Grindhouse intorno alla prima settimana di novembre dello stesso anno, perché stavo girando il falso trailer di Machete per il film il 16 novembre 2005. Ho quindi iniziato a fare uno ricerca delle location e a progettare la produzione Planet Terror con i membri principali della crew, assunti e pagati dai Weinstein già da prima del Ringraziamento del 2005.
La preproduzione completa per Grindhouse con l’intera crew è iniziata il 23 gennaio 2006, e le riprese principali sono iniziate il 17 marzo 2006. Rose ha iniziato le riprese il 26 marzo 2006. Il fatto è che era già un film ufficiale di Weinstein da almeno 5 mesi. C’era certamente un ampio margine di tempo per Rose per decidere di non partecipare a un film finanziato dai Weinstein e per respingere film e sceneggiatura prima che iniziassero le riprese. E se avesse mai avuto problemi nel realizzare il film per loro avrei completamente compreso, cambiato ruolo e scelto qualcun altro.
La scena descritta nell’articolo di Vanity Fair in cui lo stupratore schernisce il personaggio interpretato da Rose (prima che lei si giri e lo pugnali agli occhi, uccidendolo) è stato in ogni bozza della sceneggiatura dalla prima rilasciata al cast e alla troupe il 24 gennaio 2006. Inoltre, quella stessa scena non è stata neanche filmata fino al 28 giugno 2006. Di nuovo, se c’era qualche obiezione alla scena, c’era un sacco di tempo per affrontarla. Non è mai stato sollevato come un problema. In effetti, il punto della scena è sempre stato quello di conferire potere al personaggio, perché è in quel momento che decide di ribellarsi contro i suoi oppressori.
Rodriguez ci tiene anche ad aggiungere che non prova alcun rancore verso Rose McGowan, che anzi stima per la coraggiosa campagna che sta portando avanti. L’autore si è detto infatti favorevole al cambiamento nel mondo del cinema che Rose vorrebbe contribuire a portare.
La sua principale critica non è infatti alla ex collaboratrice, ma al giornale. L’ispano-americano si è detto infatti deluso che Vanity Fair, prima di pubblicare delle notizie di questo tipo su di lui, non solo non abbia richiesto un suo commento, ma non l’abbia neanche informato.