Il cinquantennale di 2001 Odissea nello Spazio è il ricordo dell’Anno Zero.1 cinematografico
Era il 2 aprile 1968. Stanley Kubrick era sul piedistallo dei produttori, che dopo Il Dottor Stranamore, erano in attesa di veder finito il film che avrebbe reso la storia del cinema qualcosa da far ripartire da un Anno Zero.1. O meglio, dall’anno 2001. Basato sul maestro della letteratura fantascientifica Arthur C. Clarke, 2001 Odissea nello Spazio esordì tale giorno a Washington, dopo tre mesi passati da Kubrick in isolamento ad Abbots Mead.
2001 Odissea nello Spazio, come suggerisce l’ANSA, potrebbe anche essere riletto come un’icona di quell’utopia esistenziale che scorreva durante i grandi fermenti che all’epoca segnarono l’Occidente, durante il 1968. Da 2001 Odissea nello Spazio in poi, tutti i cineasti divennero inconsapevoli esponenti della rivoluzione scatenata da Stanley Kubrick. Una rivoluzione invisibile ma inevitabile e con un peso percettibile, evidente, necessario. Woody Allen stesso, concordando con Martin Scorsese, ha stabilito quale fossero i capitoli della storia del cinema. Secondo loro, infatti, essa si divide in prima e dopo 2001 Odissea nello Spazio.
Christopher Nolan stesso ha voluto rendergli omaggio attraverso Interstellar, film che alcuni considerano una sorta di capitolo conclusivo di quel viaggio filosofico e visivo iniziato da Kubrick e il regista ha confermato che 2001 Odissea nello Spazio avrà la sua serata dedicata durante il Festival di Cannes 2018, con una proiezione in onore del cinquantennale presieduta da Nolan stesso in versione restaurata.
Il film è il racconto fantascientifico della storia dell’Uomo, dall’incontro che instillò la scintilla del raziocinio, immediatamente tradotta in violenza, alla colonizzazione spaziale, guidata dagli stessi visitatori che ci resero il vertice della catena alimentare. Il salto temporale delle due epoche lascia ancora oggi senza parole, tocco di genio tanto semplice quanto inarrivabile. 2001 Odissea nello Spazio trasporta lo spettatore nelle ere della civiltà, con uno stacco di montaggio lungo migliaia di anni, dal primo osso usato come strumento di morte scagliato in cielo, all’orbitare di un ordigno nucleare attorno all globo terrestre. L’evoluzione umana che utilizza la propria natura come perno e che ci rende gli esseri fallibili tanto dipinti dal Kubrick.
2001 Odissea nello Spazio venne accolto, non venne capito, ma si collocò immediatamente tra i film che, a discapito della difficoltà di lettura, critici e spettatori difendono da cinquant’anni con le unghie e con i denti. Premiato con un Oscar ai Migliori Effetti Speciali nel 1969, assegnato a Kubrick nonostante non fosse lui il vero ideatore degli espedienti visivi del film, il caposaldo della fantascienza cinematografica compierà cinquant’anni il 2 aprile. Ancora oggi come allora guardarlo significa interrogarsi, risultato raggiungibile solo da maestri come Kubrick. Buon compleanno, HAL, apri la saracinesca esterna.