• La sceneggiatura: amanti della fantascienza, a me gli occhi!
Il progetto di Akane Shimizu ha una portata da non sottovalutare. In un panorama quale quello attuale in cui gli shōnen disegnano scenari che travalicano i confini tradizionali, adattando il pianeta Terra a palcoscenici costruiti ad hoc per narrare storie sempre nuove, Lavori in corpo sceglie come proprio luogo naturale un posto non troppo distante dall’immaginazione, quel microcosmo che riflette, in miniatura, la straordinaria complessità di cui l’uomo comune può altrimenti solo fantasticare: il corpo umano. Shimizu fa il suo ingresso in un ambiente non di certo alieno a questo tipo di elucubrazioni, la letteratura fantascientifica ha rimarcato più volte nei decenni passati una simile tematica; tuttavia, ad esserne più povera è certamente la cultura fumettistica, in cui esperimenti di tal genere riescono ancora ad incontrare il favore e l’interesse del pubblico senza suonare datati. Il concept di Lavori in corpo è molto semplice: microrganismi antropomorfi, in un contesto urbano organizzato, riproducono il funzionamento dei nostri apparati, mostrandoci in maniera fantasiosa e indiscutibilmente educativa cosa succede, a livello microscopico, dentro di noi. Il tutto è condito con i riferimenti classici degli shōnen, che, sapientemente utilizzati, riescono a rendere avvincente anche la lotta contro una banale influenza. La nomenclatura è molto elaborata e, pur da profano, mi sembra scientificamente accurata, come anche le didascalie esplicative. Il primo volume è ben calibrato, in un climax ascendente che parte da una banale infezione, per arrivare a un’allergia, un’abrasione e così via; insomma, saggiamente non brucia le tappe. A far storcere il naso sono i dialoghi, che talvolta sembrano a malapena abbozzati, esageratamente sempliciotti e minimali, cui si aggiunge una comicità che pur ci starebbe bene, ma che in questo caso decisamente non funziona: immagino che Shimizu ce la metta tutta, ma l’umorismo non è per tutti, di sicuro non per lei. Inoltre, è inevitabile non riuscire a nascondere una certa dubbiosità sul futuro della serie. Continuerà su base episodica, abbozzando timidamente al più un sottile tessuto relazionale tra i protagonisti? O Shimizu sarà capace di conferire al proprio manga uno scheletro solido, caratterizzato da dinamiche complesse e ben studiate? Questo potremo scoprirlo solo dando all’autrice un po’ di fiducia e continuando a seguire il suo lavoro.
• I disegni: non è tutto oro quel che luccica
Salvo alcuni sprazzi, Lavori in corpo non svetta per qualità artistica; la grafica si allinea quasi pedantemente alle proposte offerte dal mercato nipponico dell’ultimo decennio, con personaggi dalle forme che negli shōnen hanno ormai trovato una casa sicura. Si osa poco, e ciò sminuirebbe il rilievo di qualunque innovazione tematica; non è stato evitabile perdere entusiasmo nel corso della lettura di questo primo volume, la sorpresa ha fatto capolino con tempistiche altalenanti e sono convinto che questo sia dovuto in parte anche ai disegni piatti e sostanzialmente comuni, già visti. Il tratto spigoloso di certi volti, l’approssimazione con cui l’autrice ha gestito alcuni design non possono ammorbidire questo mio severo giudizio. Difficile pensare che si tratti di una sua tecnica peculiare, non ci troviamo davanti a disegni unici nel loro genere; è più ragionevole ritenere che si tratti di estetica blanda, anche se rimane valido il proverbio: de gustibus non est disputandum. Non sarebbe guastato inoltre un pizzico di attenzione in più nei confronti delle ambientazioni: insomma, è pur sempre nel corpo umano che ci troviamo! È interessante l’idea di modellare i luoghi secondo l’urbanistica cittadina, ma un’evoluzione ulteriore credo sia assolutamente necessaria. Non bisogna sprecare questa opportunità per nulla al mondo.
• Commenti finali
Lavori in corpo è la buona occasione per il Giappone di sfornare un manga di qualità, uno shōnen che possa tener testa agli eredi delle celebri opere mainstream che, pian piano, si stanno avviando verso la conclusione. L’obiettivo di questo fumetto è solo uno, un risultato rimasto incompiuto dai suoi predecessori: vincere la sfida del tempo, mettendosi in gioco senza riserve. Lavori in corpo ha le potenzialità per non essere l’ennesima goccia nell’oceano.
PRO
1) Concept ben congegnato, curioso e allettante
2) Educa senza annoiare quasi mai
3) Shimizu riesce a rendere appetibile ogni capitolo
CONTRO
1) Dialoghi blandi, privi di spessore
2) Comicità deludente, serenamente evitabile
3) Disegni superficiali: non risultano identitari né caratteristici, quindi sono inescusabili
Il giudizio di Two-Face
Il primo volume di Cells at work! Lavori in corpo uscirà il 21/03/2018, edito da Star Comics. Lo shōnen è ambientato nel corpo umano, i protagonisti sono microrganismi antropomorfi ed ogni cosa che accade dentro di noi costituisce il possibile oggetto delle sceneggiature presenti e future. Idea in sé vincente, ma non supportata da dialoghi e disegni all’altezza delle premesse. Tuttavia, si tratta pur sempre dell’esordio; il mio consiglio è di tenerlo d’occhio!