L’edizione di Sanremo del 1967 verrà ricordata come l’edizione della scomparsa di Luigi Tenco.
Infatti il cantante venne trovato nella sua camera d’albergo con un colpo di pistola alla testa.
Tutto fa pensare al suicidio però ci sono alcune teorie che fanno pensare ad un complotto. Nonostante tutto nel 2006 è stata confermata l’ipotesi iniziale del suicidio.
Luigi Tenco: la carriera in breve
Dopo una lunga gavetta di strumentista e session man per altri cantanti italiani come per esempio Gino Paoli, incise il suo primo 45 giri nel 1961 intitolato I miei giorni perduti.
Nel 1962 venne pubblicato il suo primo 33 giri con le seguenti canzoni Mi sono innamorato di te e Angela.
Fu vittima in questi anni di numerose censure infatti canzoni come Cara maestra vennero bandite dalle trasmissioni RAI per 2 anni. Nel 1966 dopo essere tornato dal servizio militare firma un contratto per la RCA Italiana e incise il brano Un giorno dopo l’altro resa famosa anche per essere diventata la sigla di uno sceneggiato televisivo italiano di quegli anni: il commissario Maigret.
Prima della fantomatica edizione di Sanremo 67 pubblicò con successo altri brani come Lontano lontano, Uno di questi giorni ti sposerò e collaborò il gruppo dei The primitives guidato da Mal scrivendo il testo italiano delle loro canzoni, famosissima la canzone Yeeeeeeh!.
Il caso Tenco
Luigi Tenco ebbe vita privata tumultuosa fin dall’infanzia e i 5 anni di carriera costellata di successi hanno avuto termine con l’edizione del 1967 di Sanremo. Il 27 di gennaio alle ore 2:15 il cantante fu trovato morto nella sua stanza d’albergo.
Un fatto di cronaca nera che all’epoca aveva commosso l’Italia.
Il caso fece scalpore ma venne classificato come suicidio. Successivamente il caso venne riaperto negli anni 90 perché vengono trovati dei particolari inediti.
Caso Tenco: la versione ufficiale
Dopo aver accompagnato Dalila (cantante con la quale ebbe una relazione) al ristorante Il Nostromo, dove c’era tutto lo staff della RCA, Tenco se ne va sgommando in direzione del Hotel Savoy. Ritornato nella sua stanza avrebbe scritto un biglietto d’addio e si sarebbe suicidato con un colpo di pistola alla testa.
Questa è la versione dei fatti confermata dalla giustizia italiana nel 2006 dichiarando che il caso Tenco è “un suicidio al dilà di ogni ragionevole dubbio”.
Il caso Tenco: le incogruenze e le prove che confutano la tesi del suicidio
Il caso Tenco dopo alcune rivelazioni venute alla luce negli anni novanta ha dato il via ad una serie di indagini private le quali hanno confutato alcuni aspetti della versione ufficiale.
La porta della camera di Tenco
Secondo alcuni testimoni oculari quando è stato trovato il corpo del cantante la porta era semiaperta e le chiavi erano nella serratura maall’esterno della camera.
Il caricatore della pistola sul comodino
Venne ritrovato il caricatore dell’arma di Tenco sul comodino, cosa molto strana per una persona che vuole togliersi la vita.
La pistola che non ha sparato
Nessuno degli ospiti del Savoy ha sentito il colpo d’arma da fuoco, anche Sandro Ciotti e Lucio Dalla, che avevano le camere vicine a quella di Tenco, non hanno sentito nulla.
La pistola di Tenco venne, nel corso degli anni, spedita al fratello di Tenco, Valentino, il quale non aprì la busta contenente la pistola. La pistola venne conservata dal fratello per vent’anni, solo dopo questo tempo il fratello aprì la busta. Il fratello trovó la pistola perfettamente pulita, come se non fosse stata mai usata.
Il trasporto del cadavere di Tenco
Durante il corso di queste indagini si venne a conoscenza che, grazia alla testimonianza di uno dei necrofori adetto al trasporto del cadavere di Tenco, il corpo del cantante fu portato via prima di effettuare le foto per la scientifica. Per rimediare a questo errore il commissario Molinari ordinò di riportare la salma nella camera d’albergo e rimettere il corpo come era per poter scattare le foto da allegare al fascicolo dell’indagine. Quindi le foto ufficiali sono un falso.
Il biglietto d’addio di Tenco
Altro punto a favore della tesi che il caso Tenco non fu un suicidio fu il tanto polemico biglietto d’addio. Si dice che il biglietto non lo avesse scritto lui o almeno parte del biglietto. A rendere più forte questa tesi ci sono svariati aspetti:
- si sospetta che il biglietto sia parte di una lettera incompiuta
- segni di ricalcatura provano che il “biglietto” era scritto in due fogli. A sostenere questa testi ci sono foto del commissario Molinari che tiene in mano il biglietto ma con due fogli.
- nel messaggio è presente un errore ortografico che, secondo molti, Tenco non avrebbe mai fatto. La parola “selezione” viene scritta con due L e tra le due lettere sembra ci sia una esitazione, come se chi ha scritto la lettera avesse pensato bene a come scrivere la parola, purtroppo sbagliando.
L’autopsia mai fatta
Il corpo di Tenco era stato spostato più volte ma non venne mai fatta l’autopsia. Alcune foto rinvenute successivamente si nota che sul volto di Tenco ci siano delle contusioni e delle tracce di sabbia.
La camicia “ripulita”
Il cadavere come è stato detto venne portato via per poi essere riportato al Hotel Savoy. In questo frangente è successo qualcosa di strano. Ritornando all’albergo la camicia di Tenco è inspiegabilmente bianca, mentre prima del trasporto era intrisa di sangue.
La mano di Tenco non sparo mai un colpo
Nel 1967 non venne fatto la prova del guanto di paraffina sul cadavere del cantante. Prova fatta successivamente sulla salma di Tenco.Dall’esame fatto risultò che la mano di Tenco non presentava residui di polvere da sparo. Inoltre non sono presenti spruzzi di sangue sul dorso della mano, cosa che dimostrerebbe che Tenco non si sparó il colpo alla tempia.
Di queste incongruenze il caso Tenco ne è pieno. Ci sono troppi aspetti che non coincidono e che possono far vacillare la tesi del suicidio.
Queste teorie riassunte in questo articolo sono interamente raccolte e catalogate da Luigi Tenco 60’s – la isola verde, una associazione che cerca di far luce sul caso Tenco. L’associazione ha anche un sito dove riassume tutti gli aspetti del caso e supporta la teoria delle 5 prove per le quali si può considerare il caso Tenco un omicidio.
Però in tutta questa storia se l’ipotesi dell’omicidio fosse vera quale potrebbe essere stato il movente? Dato che Tenco partecipava attivamente al PSI, fu un movente politico?
Per il momento ci sono solo molte ipotesi e molte incongruenze con la versione ufficiale dei fatti. Il caso Tenco rimane comunque un mistero nella storia italiana e non solo della musica.
Per concludere vi presentiamo il caso sconcertante del commissario Molinari (il quale era iscritto alla P2) che dopo molti anni, intervistato da Bonolis nel programma Domenica In, fece la seguente dichiarazione.
Il commissario morì qualche tempo dopo questa intervista ucciso nella sua casa da un ladro. Coincidenze?