Plinius – Recensione dei primi due volumi Dall'autrice di Thermae Romae, un nuovo tuffo nell'Anitca Roma alla scoperta di un personaggio che ha scritto la storia: Plinius.

Tutto ha inizio dalla fine. Plinius, inguaribile studioso, resta affascinato dell’eruzione incombente del Vesuvio e rimane lì immobile ad osservarla consapevole che anche solo un minuto in più in quel luogo gli sarebbe costato la vita. Inizia così il flashback dell’ultima parte della sua vita, che ci porterà tra le vite del popolo romano e dei suoi personaggi più famosi dell’epoca.

“Plinius” è un opera realizzata da Mari Yamazaki, autrice famosa per “Thermae Romae“, e da Tori Miki, autore molto esperto e polivalente. In Italia è edita dalla Flashbook e attualmente è ancora in corso. Gli autori affrontano un periodo storico che Yamazaki ha già approfondito bene, descrivendo un personaggio affascinante , Plinio il Vecchio, passato alla storia soprattutto per “Naturalis Historia“, un’opera di carattere enciclopedico che raccoglieva lo scibile della sua epoca.

Sinossi:

Plinio, celebre scrittore, ammiraglio e naturalista romano, morì tra le esalazioni sulfuree dell’eruzione vulcanica del Vesuvio che distrusse Stabiae, Ercolano e Pompei, mentre cercava di osservare il fenomeno vulcanico più da vicino. Il protagonista ripercorrerà le vicende di un mondo 2000 anni or sono, lasciando viaggiare lo spettatore con gli occhi di un antico romano.

Scopriamo quest’opera insieme

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Iniziamo parlando della caratterizzazione dei personaggi che a  mio parere è una caratteristica fondamentale per un’opera di questo tipo. Già nei primi aspetti del personaggio, gli autori fanno di Plinius una persona fuori dal comune, con un atteggiamento che può sembrare curioso, aperto nei confronti della vita e spesso viene frainteso da chi gli sta intorno e non ha la sua stessa voglia di sapere.
A fargli da spalla in tutto questo è Eukles, un giovane abitante della Magna Grecia, che dopo vari sfortunati eventi trova in Plinius un uomo da ammirare ed aiutare nelle sue ricerche del sapere. Questo giovane ragazzo è una persona molto timida e riservata, ma allo stesso tempo voglioso di apprendere il sapere di Plinius. In generale, come per questi due, tutti i personaggi sono ben caratterizzati.

Per quanto riguarda la trama credo sia sempre difficile cimentarsi in opere storiche e renderle quanto più veritiere possibili. Gli autori in questo caso ci riescono egregiamente attraverso la caratterizzazione ineccepibile in ogni aspetto della storia. La figura di Plinius, infatti, viene perfettamente calata nel contesto del suo tempo e non mancano occasioni per addentrarci negli usi e costumi della società romana già nel primo capitolo. I confronti poi tra i vari personaggi sono solo l’occasione per raccontarci la psicologia degli stessi e la tipologia di rapporti sociali che le persone dell’epoca intrattenevano.
Un’opera di questo tipo , come si può notare, impone un ritmo agiato così da lasciar gustare al lettore tutti i suoi particolari. Nel secondo volume, inoltre, si possono notare dei capitoli più dinamici rispetto al primo, senza però rinunciare a conversazioni di alto valore.

Per quanto riguarda i disegni, come per la sceneggiatura, sono stati entrambi gli autori a realizzarli. Il tratto pulito che è stato utilizzato ha permesso di conferire ai disegni maggiore realismo e dettagli, sia dei protagonisti, sia degli ambienti. Sono presenti diverse scene di nudo che non scadono nel volgare, ma rafforzano la veridicità della storia.

Un particolare che mi ha piacevolmente colpito è stata la scelta  di mantenere i termini latini, con a margine la traduzione italiana, senza un adattamento diretto. Questo dettaglio a mio avviso rafforza la credibilità dell’opera e le dona più valore. Il manga si lascia leggere tranquillamente e riesce a coinvolgere il lettore nelle conversazioni elevate dei personaggi.