Cresce l’attesa nei confronti di Solo: A Star Wars Story, il secondo spin-off (dopo Rogue One) dell’ormai leggendaria saga, che sarà presentato in anteprima il 15 maggio durante il Festival di Cannes e poi nelle sale (italiane) dal 23 maggio.
Il film, ormai è risaputo, ha avuto una gestazione piuttosto problematica: cambio di regia in corsa, con licenziamento del precedente duo di registi, Phil Lord e Chris Miller ed assunzione dell’attuale; reclutamento in extremis di un acting-coach per l’attore principale, Alden Ehrenreich, che riusciva a stento a sembrare un convincente Harrison Ford/Han Solo giovane; la maggior parte delle scene già girate ri-girate da Howard, pur senza cambiare il copione originale (come invece era successo per il re-shooting di Rogue One, “buona la seconda” deve essere il motto degli spin-off di Star Wars, evidentemente).
Molti fan, inoltre, sono piuttosto scettici sulle possibilità di Ehrenreich di essere credibile nel personaggio, poiché, a differenza di altri pre-quel, in cui non si è visto l’attore originale giovane, in questo caso ben pochi non hanno presente il viso di Harrison Ford, e il suo caratteristico modo di sogghignare, in Star Wars: Episodio IV (che dovrebbe essere ambientato solo 7 anni dopo i fatti di Solo: A Star Wars Story).
Forse anche per calmare gli animi e rassicurare il pubblico in ansia, Ron Howard ha risposto con un Tweet ad un commento di tal @QuigonDave, che gli chiedeva di dire a sua moglie (!) perché avrebbe dovuto ASSOLUTAMENTE vedere lo spin-off di Star Wars su Han Solo:
“Beh… basando[mi] sui feedback che sto avendo da alcune piccole proiezioni [del film] penso che è molto probabile che le piacerebbe. L’azione è forte e i rapporti di Han con questi personaggi fanno avere alla storia un lato divertente ed pieno di emozioni”
Well…based on the feedback I’m getting from small screenings I think she’d very likely enjoy it. Action is cool & Han’s relationships with these characters drive the story in a fun & emotional ways. https://t.co/Bn8gkz1UxY
— Ron Howard (@RealRonHoward) April 19, 2018
Certo, diciamo che Ron Howard si mantiene su toni non proprio entusiastici (d’altronde, forse sarebbe parso immodesto) e anche che, detto da lui che ne è il regista, non sorprende particolarmente che il giudizio sia positivo. Nel frattempo, continua a tenere alte le aspettative postando foto di suo fratello, Clint Howard, sempre nei suoi film come “cameo”-portafortuna, e presente anche in Solo: A Star Wars Story (che di fortuna pare aver bisogno).
Forse non basterà a fugare i dubbi, espressi da più parti, sulla necessità di questo – ulteriore – salto nel tempo dell’universo Star Wars: se @QuigonDave deve rivolgersi al regista stesso del film per convincere sua moglie ad andarlo a guardare, è probabile sia perché la moglie – come molti – è giunta al “troppo pieno” e si sta domandando se quest’eccesso di storie parallele non sia esagerato (un po’ come le partite ogni giorno della settimana).
Altri (come i presentatori di ET Canada Live, Roz Weston, in particolare, e Graeme O’Neil) si chiedono se parte del fascino di Han Solo non fosse proprio il suo misterioso passato, il suo essere in qualche modo staccato da tutto e da tutti, outsider completo, e dargliene uno troppo preciso gli faccia perdere di attrattiva (e piangono alla vista di un Millennium Falcon ancora intatto e – quasi – pulito&in ordine).
Non resta che aspettare di vedere se le reazioni del 15 maggio a Cannes saranno confermate, e effettivamente Solo: A Star Wars Story val la pena, come afferma Ron Howard su Twitter, o se dovremo unirci alla moglie di @QuigonDave e fare rimostranze a chi di dovere.
Voi che ne dite?