Avengers: Infinity War: Joe Russo risponde alle lamentele su Hulk Tante sono state le lamentele su Hulk e Bruce Banner in Avengers: Infinity War, ma il co-regista Joe Russo ha la risposta pronta.

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Molti fan della Marvel e altrettanti spettatori di Avengers: Infinity War sono rimasti delusi dalle brevi e poco incisive apparizioni di Bruce Banner (Mark Ruffalo) e di Hulk nell’ultimo film della Marvel Studios. Joe Russo, regista del film insieme al fratello Anthony Russo, chiarisce prontamente la questione al podcast Happy Sad Confused questa settimana.

Sappiamo che Avengers: Infinity War si apre con una prima scena in cui Hulk viene abbattuto da Thanos (Josh Brolin) in uno scontro con il villain, ma miracolosamente salvato da Heimdall (Idris Elba) che lo rispedisce sulla Terra sano e salvo. Segue un dialogo in cui Bruce Banner, piombato nella dimora di Doctor Strange, spiega al supereroe la natura di Thanos e del pericolo che minaccia l’universo.

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Gli spettatori hanno interpretato l’assenza di Hulk come la conseguenza di un vero e proprio trauma. Bruce Banner, infatti, compare in pochissime altre sequenze, in cui tenta disperatamente di chiamare Hulk ma senza ottenere alcun risultato. Questo accade, più specificatamente, quando Banner si ritrova a dover fronteggiare il nemico (soprattutto i membri dell’Ordine Nero). Questo ha portato a formulare l’ipotesi secondo cui Hulk sarebbe intimidito dall’impareggiabile forza di Thanos, contro cui ha già fallito.

Joe Russo, però, svela che le cose non stanno così:

Penso che le persone abbiano frainteso. Io non so se Hulk abbia mai realmente paura di qualcosa. Hulk molto spesso ha salvato Bruce Banner, e gli piace sempre combattere contro qualcuno. Ma penso che sia diventato molto introspettivo da quando c’è stato il viaggio da Ragnarok. Questi due personaggi, Hulk e Bruce, sono in costante conflitto l’uno con l’altro, per prendere il controllo. E io credo che sia così perché Bruce vuole Hulk solo per combattere. Quindi credo che Hulk ne abbia abbastanza di salvare la pelle a Banner.

Fonte: DigitalSpy

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Federica Cremonini

La sua passione per la settima arte comincia quando, da piccola, scopre una videocassetta di Nightmare nascosta su una mensola in casa. Trascorsi i primi anni di cinefilia ad approfondire l'horror (in ogni salsa), passa alla seconda fase tipica di ogni appassionato: Lynch, Kubrick, Tarantino. Dopo una terza fase fatta di nouvelle vague, cinema russo e New Hollywood, decide che è finalmente pronta a dare la risposta definitiva: il suo cuore appartiene a David Cronenberg.