Il successo del primo film dedicato al mercenario chiacchierone di casa Marvel fu una sorpresa inaspettata per tutti. Deadpool infatti è riuscito a conquistarsi la sua fetta di gloria arrivando in prima fila con vendicatori e uomini X partendo totalmente dal fondo. Per fondo si intende un budget completamente diverso da quello degli altri cinecomics, con gli studios che vedevano l’idea di un film R-Rated come un azzardo, che il successo ha trasformato in un esperimento riuscito. Un risultato che ha praticamente gettato le basi ad un successo ancora più grande, quello di Logan.
Ovviamente questo “mix fortunato” è difficile da riprodurre nonostante l’incremento del budget e la fanbase ormai solida. Tim Miller, Il regista del primo capitolo, ha abbandonato il progetto nelle mani di David Leitch, che grazie ai risultati di John Wick e Atomica bionda è considerato quasi il “Re Mida” dei film d’azione.
Una delle chiavi di lettura di Deadpool 2 è nella sua intro alla 007, dove il regista si auto definisce “uno dei due tizi che ha ucciso il cane a John Wick” Infatti David,insieme al duo di sceneggiatori formato da Rhett Reese e Paul Wernick, riesce a unire le sue potenzialità a quelle del personaggio, sfrutta una situazione simile a quella di Wick per accendere la miccia (letteralmente) del suo mercenario e metterlo sui binari di una trama semplice e lineare, con una bella dose di buoni sentimenti.D’altronde lo dice il film stesso, stiamo parlando di un film per famiglie.
La vespa guidata da Wade Wilson prende contromano la rotta tracciata dal Marvel Universe cercando un frontale con l’astronave di James Gunn, mentre nel MCU si “taglia” un buon film d’azione con battute più o meno riuscite, Deadpool 2 ha il merito di portare una buona azione in una commedia, aumentando ulteriormente il tasso di action rispetto al primo capitolo.
Esiste una regola non scritta nei film che fanno alto uso del cosiddetto nonsense ” Se la prima ha funzionato, la seconda volta devi farla più grossa” e Deadpool 2 funziona anche perchè rispetta in pieno questa regola giocando dove gli altri non possono, ironizza la “concorrenza” e gioca d’anticipo mostrando super-eroi LGBT.
Il livello di libertà creativa che la situazione può offrire è inarrivabile per tutti, basti pensare alla gestione dell’enorme campagna pubblicitaria, un operazione da manuale del marketing che ha alzato a dismisura l’hype per la pellicola con reminder continui e sempre diversi, focalizzando l’attenzione dello spettatore su determinati personaggi ( X-Force) e poi sorprendendolo in sala con un plot twist che parte addirittura da prima dell’acquisto del biglietto.
Ryan Reynolds convince nuovamente nei panni di Deadpool, della voce di Juggernaut e in quelli di se stesso ( in una delle scene post credit), un esordio “fortunato” anche per Domino\ Zazie Beetz ,ma la realtà è che per la seconda volta ci troviamo davanti ad un Josh Brolin in grandissima forma. Dopo essersi calato nei titanici panni di Thanos per Infinity War, Josh raddoppia in quelli del mutante Cable, e come nel film MCU anche qui l’attore si impone come presenza magnetica, in un ruolo che, come il precedente, ibrida quello del villain classico permettendo allo spettatore di capirne le ragioni.
Deadpool 2 riesce a creare il giusto equilibrio fra Deadpool e Cable, quel clima da coppia che scoppia dei Buddy Movie anni 90 che i nostalgici del fumetto hanno sempre apprezzato nella versione cartacea e che quasi sicuramente creerà il fondo perfetto per costruire la pellicola su X-Force, quella vera questa volta.
In conclusione, Deadpool 2 permette senza dubbio a David Leitch di continuare la sua striscia positiva al botteghino, anche se la sceneggiatura è deboluccia ( parola di Wade Wilson) l’insieme degli ingredienti si amalgama alla perfezione regalando allo spettatore una pellicola ben fatta, lasciandolo con la voglia di vedere più storie dedicate al chiacchierone.