Intervista con l’artista premio Oscar Shaun Tan le nostre domande all'illustratore e scrittore australiano.

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Noi di PJN abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Shaun Tan, artista Australiano classe 1974, vincitore nel 2011 del premio Oscar come miglior corto con l’opera The Lost Thing.

Quando è iniziata la tua passione per il disegno? e quando invece ti sei accorto che poteva essere il tuo futuro? 

Beh, come la maggior parte dei bambini, la passione è iniziata intorno ai 2 o 3 anni, quando ho iniziato fisicamente a disegnare.  Più complesso è rispondere al quando ho capito che sarebbe diventato il mio futuro. Da bambino ho detto si, diventerò un artista, ma da adolescente ho avuto qualche dubbio. Mi piacevano anche le scienze, la scrittura e perfino l’ingegneria, quindi avrei potuto diventare architetto però spesso vedevo mio padre ( che era architetto) lamentarsi del suo lavoro. 

Ho sempre voluto fare qualcosa che coinvolgesse storie ed immagini, sono sempre stato attratto dai libri. Ho studiato belle arti all’università, ma all’epoca sia l’arte narrativa che quella figurativa non erano molto popolari , ho trovato il mondo accademico interessante però non si collegava alle mie passioni più profonde.

Pensavo che la carriera artistica fosse instabile, e io non sono una persona avventurosa, ho iniziato a illustrare magazine e libri come hobby da studente, come qualcosa che ho sempre amato fare, e poi ho continuato full time come laureato disoccupato. Ho scoperto che potevo divertirmi e guadagnare abbastanza soldi facendolo, ho vinto qualche premio e mi sono ritrovato come a lavorare come artista. Disegnare e dipingere pagano il mio affitto e da allora ho esteso il mio lavoro anche alla pittura, all’animazione, al design teatrale e tante altre collaborazioni.

Quali sono gli artisti che ti hanno dato ispirazione? 

Ce ne sono molti, dai pittori ai fumettisti, registi e scrittori. i pittori di paesaggi australiani hanno avuto la maggiore influenza sul mio stile pittorico, artisti come Arthur Streeton, Brett Whitely, Fred Williams … nomi che potrebbero non significare molto per un lettore italiano, ma molto familiari agli australiani. Il nostro paesaggio è molto insolito e il passaggio dagli stili di pittura europei a qualcosa di tipicamente australiano è piuttosto affascinante. La maggior parte della nostra cultura è importatae questo fatto è stato una grande influenza tematica e stilistica sulla mia immaginazione, e sul fatto che la maggior parte del mio lavoro riguarda l’idea di “casa” e su quanto questo concetto possa essere complesso.

Per quanto riguarda gli Illustratori, sono stato molto influenzato da Peter Sis quando ho iniziato, ho grande stima per Maurice Sendak, Chris Van Allsburg, Raymond Briggs e chiunque crei insoliti libri illustrati. Anche il vignettista Gary Larson è stato un’influenza costante e subconscia sul mio lavoro

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Se potessi scegliere un autore, del presente o del passato, con cui collaborare per una storia chi sceglieresti? 

Questa è davvero una bella domanda. C’è uno scrittore dell’Australia occidentale, Tim Winton, che ha avuto una grande influenza sul mio modo di pensare e capire il paesaggio, e prenderei certamente in considerazione una collaborazione con lui, in parte perché siamo anche tipi molto diversi di persone.
Sarei stato interessato a lavorare con Italo Calvino, infatti c’è una storia meravigliosa sulla luna, tratta dalle cosmicomiche, che credo possa trasformarsi in un bellissimo libro illustrato. Anche Ray Bradbury è  uno scrittore che ha avuto una grande influenza su di me, poiché ho letto quasi tutto il suo lavoro da adolescente. Per finire c’è anche George Orwell, un altro che ha scritto dei libri terrificanti e incisivi come La fattoria degli animali, un libro cardine della mia infanzia.

Come sono nati i disegni della storia I Conigli?

Sono nati molto lentamente. Ho iniziato disegnando realisticamente, solo successivamente ho giocato con le distorsioni.
Ho guardato molte delle prime opere d’arte coloniali, come si rapportavano stranamente agli animali australiani, ma anche artisti contemporanei, con una visione surreale dei temi politici come Gerald Scarfe, Ralph Steadman e Milton Glaser. un evoluzione lenta che comprende addirittura influenze del me stesso ventenne, con idee che in molti casi venivano perfino dai sogni. I conigli rimane un libro strano per me, è difficile spiegare da dove provengono tutte le sue immagini

 

Con il tuo The lost Thing hai vinto un premio Oscar, come ti sei sentito in quel momento?

è complesso! da un lato è stato semplicemente fantastico, perchè il film rappresenta un progetto molto difficoltoso e lungo, ero veramente contento per il nostro team e tutte le persone che ci avevano supportato. Mi sono però anche sentito dispiaciuto per gli altri candidati, perchè questi premi sono molto casuali e ognuno degli altri candidati avrebbe dovuto ricevere la stessa attenzione. 

Per lo più mi sentivo strano, come se ci fosse un errore, o qualche situazione assurda. è stato semplicemente pazzesco salire su quel palco, per motivi che nemmeno riesco a capire. Nel discorso ho detto che era tutto “surreale” e lo era davvero, lo star system di Hollywood era cosi estraneo alla bolla creativa dove lavoravamo come piccolo team d’animazione australiano con aspettative modeste. 

La cosa interessante è che siamo stati rifiutati dai primi due festival a cui ci siamo candidati (incluso Cannes) quindi eravamo un po’ delusi perchè pensavamo di aver fatto un bel lavoro.

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Quali sono i tuoi piani per il futuro ? 

Solo vita familiare, scrivere qualche libro quando posso, dipingere e possibilmente filmare, anche se non ho ancora quella grande voglia di rientrare in quel mondo. Ho completato da poco 2 libri, entrambi riguardano animali che si infiltrano nella società umana. C’è qualche possibilità per una serie TV, ma solo speculazioni, niente di solido. 

C’è anche stata una discussione su di una possibile trasposizione in film del mio The Arrival, ma sospetto che se mai accadrà, dovrà passare ancora molto tempo.

Che suggerimenti daresti ad un giovane che vuole seguire le tue orme ? 

Bisogna andare cauti con questo tipo di consigli, un po’ presuntuosi. Il percorso di ogni artista è diverso, cosi come lo è il mondo in cui vogliono entrare. Bisogna avere pazienza e perseveranza, perchè questo è un lavoro duro che spesso viene distrutto da insicurezza e depressione creativa. 

Gli direi: Continua a essere ottimista, continua a sperimentare e pensa a ciò che amavi fare di più da bambino. Questa è una regola empirica per essere felice come un adulto credo.

 

Ringraziamo ancora Shaun per il tempo che ha voluto dedicarci e gli auguriamo di riuscire nei suoi progetti futuri

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Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD