Roger Keith “Syd” Barrett, giovane pittore in erba nell’Inghilterra del secondo dopoguerra, ha una visione rivelatoria in mezzo ai prati della campagna inglese. Alcuni anni dopo, la band che ha fondato e battezzato con il nome di Pink Floyd Sound si ritrova all’apice della scena underground nella Swingin’ London degli anni Sessanta. Syd, da studente d’arte, diventa l’incarnazione dello spirito dell’epoca: una figura in grado d’incanalare il flusso degli eventi e dargli una forma, per quanto provvisoria ed effimera. C’è sempre qualcuno che lo cerca, c’è sempre qualcuno che lo aspetta, c’è sempre qualcuno al suo tavolo o nel suo letto. La sua mente, iperstimolata, brilla come una foresta in fiamme. Jugband Blues è un brano musicale incluso nell’album dei Pink Floyd A Saucerful of Secrets, pubblicato nel 1968. Scritto da Syd Barrett, si tratta dell’unico (e anche l’ultimo) brano di questo disco. La canzone è vista da molti fan come un triste addio, da parte di Barrett, ai Pink Floyd. Infatti, quando iniziarono le sessioni di registrazione di A Saucerful of Secrets, Syd non riuscì a parteciparvi compiutamente, per colpa del suo stato di alienazione, per poi essere estromesso dal gruppo poco tempo dopo l’inizio della lavorazione dell’album.
Noi Projectnerd.it abbiamo avuto l’opportunità di leggere in anteprima Jugband Blues il nuovissimo volume, disponibile da ieri 31 maggio, della collana Music & Comics edita da Nicola Pesce Editore.
La scelta del team artistico, Matteo Regattin e Simone Perazzone, di utilizzare una narrazione in prima persona si rivela assolutamente vincente perchè fa percepire al meglio chi sia veramente Syd Barrett e che cosa lo ha spinto a compiere determinate scelte nella sua vita. La storia ripercorre tutti quei luoghi che hanno segnato in qualche maniera Syd e i Pink Floyd, la storia parte dalle “origini” raccontandoci passo dopo passo la crescita di Syd e la nascita di una delle più importanti rock band della storia.
La storia scorre veloce e leggera riuscendo ad immergere il lettore in alcuni passaggi folli e irreali dettati forse dalla malattia e dalla vita sregolata e assurda della rock star.
Oltre all’utilizzo della narrazione in prima persona risulterà vincente la scelta dello stile di disegno cupo che rappresenta alla perfezione la follia, la malattia e la dipendenza dalle droghe di Syd Barrett. La scelta di utilizzare il bianco e nero a discapito del colore potrebbe inizialmente spiazzare il lettore rendendo solo nelle prime pagine la lettura pesante ma non appena la storia entra nel vivo e inizia ad “impazzire” e portarci nel vero mondo di Syd le sfumature e i giochi di china creati con il bianco e nero risulteranno perfetti.
Volume consigliatissimo agli amanti dei Pink Floyd ma anche a chi vuole immergersi in una lettura folle e psichedelica.