gli incredibili 2 projectnerd.it

Gli Incredibili 2: il nostro incontro con le voci italiane dell’ultimo film Disney Pixar Projectnerd ha incontrato i doppiatori del nuovo lungometraggio Pixar, Gli Incredibili 2

6184 0

Si è tenuta oggi la conferenza con le voci italiane de Gli Incredibili 2. Amanda Lear, testimone del successo del primo capitolo nei panni della stessa Edna Moode. Al suo fianco Bebe Vio, che entra nel mondo del doppiaggio con il ruolo di Void, una frizzantissima supereroina appena arrivata.
Orso Maria Guerrini ha prestato la voce a Rick Dicker mentre Tibero Timperi si conferma un conduttore televisivo anche nel film. I doppiatori hanno risposto ad alcune domande per chiarire tutti i dubbi riguardo alla proiezione in anteprima del film, tenutasi proprio ieri.

Leggi anche: la recensione in anteprima de Gli Incredibili 2

Ci potete dire qualcosa dei vostri personaggi nel film?
Amanda: “Il personaggio di Edna è un personaggio secondario, non ha super poteri. E’ importante perché rifà il look ai supereroi, è ispirata a queste ‘tipe’ che esistono nel mondo della moda, tipo Anna Wintour. Queste signore un po’ prepotenti, che non sopportano le contraddizioni. Non mi aspettavano che quattordici anni dopo Gli Incredibili 2 avrebbero introdotto questo personaggio, è diventata un po’ un cult. 
Mi hanno proposto questo personaggio la prima volta, ho visto una foto e l’ho trovata bruttissima. Poi mi sono molto divertita per la sua attitudine, il suo tono di voce. Lei da del ‘darling’ a tutti, come nel mondo della moda, e spero che non aspetteranno altri quattordici anni per fare il terzo. Io non ci sarò.”

Beatrice“Il mio personaggio si chiama Void. Questa per me è la prima volta, io non sono un’attrice e l’unico doppiaggio che ho fatto è stato per me stessa in una pubblicità. E’ stato fichissimo, mi sono divertita un sacco. E’ stato difficile, ma per fortuna ho dovute fare poche parti. 
Mi piace perché è una mezza matta, un po’ sfigata in alcune parti, iper-attiva, super felice. Parla veloce, e l’unica cosa che mi hanno sempre detto è che parlo troppo veloce, mi sono divertita un sacco.”

Guerrini: “E’ la prima volta che mi trovo precipitato in un lavoro di questo tipo. Questo personaggio immaginario mi ricorda un po’ nella fisionomia Humphrey Bogart, allora ho cercato di ricordare un po’ Mauro Ferrari quando doppiava Humphrey Bogart. Con una voce un po’ statica, un po’ rauca.”

Timperi:“Io sono molto legato a Gli Incredibili, il primo. Mio figlio è prossimo ai quattordici anni, e questo è stato il primo film che abbiamo visto insieme. L’idea di poter essere presente nel seguito di un film così importante è un po’ fonte di vanto. E’ una cosa che resta. E’ imbarazzante, nel senso positivo, vedere l’iper realtà in questo film, come una scena nella quale i figli de Gli Incredibili – incredibili a loro volta – guardano i cartoni dei miei tempi. Vedere queste due epoche a confronto è davvero forte.”

Tre di voi hanno già avuto esperienza nel doppiaggio, mentre per Bebe è una novità assoluta. Ci racconti un po’ che difficoltà hai trovato e cosa ti è piaciuto?
Bebe“Io sono ‘super fun’ come persona, quando vedo una persona che mi piace io dico ‘Oddio sei tu veramente!’ e nel film ho dovuto fare la stessa cosa. E’ stato molto difficile fare la persona arrabbiata, molto. Io non sono una che si arrabbia molto e quando mi arrabbia tendo a non parlare, non è da me. Ma è stato bello, ho avuto una persona che mi ha insegnato molto bene. Non sono un’attrice, è stato molto strano. Ogni tanto mi dicevano ‘gesticola un po”, ma non mi veniva naturale farlo. Avere un colosso come lei [Amanda Lear] accanto è stato pazzesco.”

Com’è stato lavorare con Manfredi come direttore per il doppiaggio?
Amanda“Doppiare è difficile. Io guardo l’originale, e il dialetto americano è molto lontano dall’italiano. In americano dice ‘Oh Darling it’s beautiful!’, ma in italiano è ‘Ma tesoro, è bellissimo!’. E’ molto difficile e frustrante perché sei da solo. Io lavoro molto in teatro e sono abituata a un dialogo. Lì sei da solo e vedi solo la tua battuta, non vedi il film completo. E’ molto stimolante, mi piace moltissimo. Fare la doppiatrice è un mestiere bellissimo, non devi neanche truccarti.”

Che cosa pensate del fatto che ormai i cartoni parlino moltissimo agli adulti, con tematiche sociali così avanti?
Amanda: “E’ la prima volta che mi trovo a trattare temi così attuali. Il marito disoccupato,  a casa, si occupa dei bambini ed è la moglie che va a lavorare. E’ la prima volta che si vede tutta una famiglia di supereroi con i problemi delle famiglie normali. La bambina che si ribella, il bambino che non riesce a fare i compiti, il padre che ha problemi con il neonato”

Tiberio: “Le storie non sono più storie di fantasia. Oggi le trame sono più calate nella realtà, c’è la possibilità di una doppia apertura.”

Bebe: “Il film si apre a 360°. Parla di questi schermi che ti ipnotizzano, riprende il fatto che sei sempre fisso sul telefono e non riesci ad alzare lo sguardo e vieni davvero ipnotizzato da questa cosa. In ogni momento vuoi sempre controllare il cellulare.
I social sono una cosa bellissima ma dall’altro lato ti rincoglioniscono. Adoro il fattore ‘famiglia’, noi siamo tre fratelli quindi ci rivedo tantissimo. E’ importante anche il fattore ‘squadra’. Ogni piccolo gruppo di persone diventa una squadra. Finisce bene perché quando collaborano come tale riescono a vincere in qualche modo. Può vederlo un adulto o un bambino, ma ognuno riesce ad apprezzarlo”.

Che rapporto avete con la tecnologia?
Bebe: “Io sono abbastanza fatta di tecnologia. Adoro la tecnologia, ogni volta che mi inventano un piede o una mano nuova posso fare altre cose. Nella vita vera faccio il grafico, quindi vivo davanti a uno schermo, vado all’università e utilizzo sempre l’iPad, quindi la utilizzo molto. I social sono una bella cosa, da lì gestisco la mia Onlus e faccio vedere lo sport para-olimpico che altrimenti sarebbe sconosciuto.”

Tiberio: “Se la tecnologia è al servizio nostro”, risponde il doppiatore, “mi sta bene. Quando siamo noi al servizio della tecnologia, non lo accetto. La tecnologia sta invadendo sempre più le nostre esistenze e non credo sia una cosa positiva. Se porta assuefazione allora c’è un problema. Abbiamo dato la nostra vita in mano ad un signore che sa tutto di noi, ma noi non sappiamo nulla di lui [Mark Zuckerberg]. Tutta questa febbre di social non mi fa impazzire. Sono nato analogico e morirò digitale.”
Amanda:  “Ma grazie alla tecnologia, abbiamo fatto un film pazzesco.” Come darle torto?

Chi considerate dei supereroi nella realtà?

Bebe: “Io ho la fortuna di conoscere tantissimi supereroi nella vita reale, nell’associazione Onlus dei miei genitori. Siamo quasi trenta ragazzi dai 6 anni ai 27, e per me loro sono tutti dei supereroi. Un bambino di circa sei anni ha ricevuto una gamba per la prima volta e non sapendo come correre ci ha provato, ha cominciato a correre come un matto. Ha provato a saltare in lungo ed è caduto, ma si è rialzato. Nel momento in cui ha la possibilità di farlo lo fa e se ne frega degli altri. Per me quelli sono supereroi.”

Timperi“Penso ai magistrati che hanno messo in pericolo la loro vita, ai carabinieri e alla polizia che sacrificano il loro privato per il sociale.”

Se domani aveste la possibilità di avere un super potere, cosa scegliereste?

Amanda: “Io voglio essere invisibile. Non mi vedrebbe nessuno, non avrei bisogno di truccarmi e potrei spiare il mio ragazzo, vedere dove va.”
Timperi: “Volare, per evitare le buche in città e il traffico”
Orso: “Non ne ho bisogno.”
Bebe: “Dormire pochissimo e aver la sensazione di aver dormito dieci ore. Ho tante cose da fare, e dormire mi sembra uno spreco di tempo anche se non lo è.”

Il film uscirà nelle sale italiane il 19 settembre. Qui di seguito la conferenza completa.

Banner

Martina De Vita

Nata nel 1996, il limbo generazionale a cavallo tra gli anni '90 e i 2000. Cresciuta davanti ad uno schermo, la sua infanzia si è svolta tra i classici dei videogiochi e gli anime degli anni '80. Con il passare degli anni, può affermare di avere due grandi passioni: il binge-watching indiscriminato e tentare di accarezzare i gatti che incontra per strada.