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Gli incredibili 2: il film che vale 14 anni, la recensione in anteprima Abbiamo visto in anteprima il sequel più atteso degli ultimi 14 anni, ecco la nostra recensione

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Chi ha vissuto tra gli anni ’90 e gli anni 2000 avrà sicuramente un meraviglioso ricordo del film d’animazione Gli Incredibili. Una famiglia “tipo” composta da madre, padre, e tre figli di diverse fasce d’età che nascondono dei grandi poteri e li utilizzano a fin di bene. Dopo ben quattordici anni dall’uscita de Gli Incredibili (2004) Disney ci ha donato un meraviglioso sequel Gli Incredibili 2, che vale ogni minuto di attesa.

Sceneggiatura

Il film riprende dall’esatta conclusione del capitolo precedente, quando un nuovo nemico insorge dal sottosuolo e la famiglia indossa le maschere, decidendo di partire all’azione. In maniera molto simile al suo prequel, il contesto prevede la totale illegalità dei supereroi, la quale la famiglia di incredibili (e il loro caro amico Siberius) decidono di ignorare.
Ricominciare nella stessa esatta maniera sembrerebbe quasi un atto di pigrizia, ma riporta lo spettatore indietro nel tempo, ricordandogli le sensazioni provate la prima volta. Rivedremo Elastigirl, in una veste completamente diversa: per far tornare i super poteri a norma di legge, Helen Parr indossa la sua tuta elasticizzata e in sella alla sua Elastibike parte verso nuove avventure.

A differenza del primo episodio, questo film affronta lo stesso problema in maniera decisamente più attuale a moderna. Riportando a galla i ricordi su Sindrome, elaboriamo quella che è la classica trama da supereroe. Un villain cattivo, ossessionato dall’eroe di turno che vuole a tutti i costi, e molto stupidamente, ucciderlo. Gli Incredibili 2 è diverso. E’ l’ipnosi l’arma principale del nuovo cattivo, che attraverso uno schermo comanda le menti di chi lo osserva. Durante la proiezione, Screenslaver (Ipnotizzaschermi) mostra ai cittadini come la tecnologia sia così radicata nelle nostre vite da controllarci.

Gli Incredibili 2 affronta temi odierni, ribalta ciò che abbiamo visto nel 2004. Bob deve fare i conti con la vita familiare, con i compiti di matematica, il cuore infranto di una giovane adolescente e i capricci di un neonato che riesce a trasformarsi in un avido mostriciattolo. Helen, invece, dovrà resistere al suo acerrimo nemico e destreggiarsi tra i suoi inganni e i suoi “scagnozzi”.

La palese morale che viene specificata durante la durata del film, viene accompagnata da un meraviglioso senso dell’umorismo degno del franchise. Sono molte le scene in cui i personaggi ci faranno ridere a pieni polmoni, accompagnati da tutta la sala. A partire da quelle in cui Bob si cimenta nella nuova matematica.

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Scenografie e Fotografia

I luoghi che vedremo sul grande schermo tra qualche settimana sono palesemente ispirati ai fumetti che tutti conosciamo. Parliamo della New York di Spiderman o la fittizia Metropolis. Altri grattacieli che permettono a Elastigirl di lanciarsi e arrampicarsi tra le luci notturne. Vediamo la famiglia Parr vivere in una nuova, lussuosissima casa con cascate in salotto e una bellissima piscina, in contrasto con la scarna abitazione in cui i bambini sono cresciuti.

 

Tra le caratteristiche più impressionanti c’è sicuramente il reparto grafico. A primo impatto, specialmente per chi lo ha visto da piccolo, non c’è alcuna differenza. Dopo solo qualche minuto, però, emergono piccoli dettagli che rendono ben visibile il cambiamento dei personaggi. Il naso all’insù di Violet diventa più naturale, il viso di Flash si trasforma in qualcosa di più reale. Non vi è da sorprendersi, la tecnologia è notoriamente migliorata, ma il cambiamento nella loro fisionomia è positivamente drastico.
I protagonisti si muovono e si comportano come persone reali, così come ognuno di noi si comporterebbe in quella situazione. Questo li rende vivi, completi, in una maniera che dieci anni fa sembrava impossibile.

Musiche

La colonna sonora è naturalmente ispirata alle classiche melodie dedicate ai super eroi. Con qualche punta di vintage, si sposa benissimo con l’attualità della sceneggiatura. Scegliere un genere musicale così datato è un chiaro tentativo di creare la giusta atmosfera, appositamente datata ma allo stesso tempo terribilmente moderna.

Recitazione

Amanda Lear torna nei panni della scorbutica Edna Moode, così come fece ben quattordici anni fa. La cantante dona la voce alla stilista con la stessa abilità e stile del decennio precedente. Ad Amanda va il merito assoluto del frizzante carattere della “zia” Edna.
Una grande sorpresa è stata sicuramente Bebe Vio. Molto spesso, assegnando un compito del genere a qualcuno che di mestiere non fa l’attore, non garantisce un buon risultato. Beatrice ha invece sorpreso tutti con la sua interpretazione di Void, la scoppiettante supereroina con un’enorme ammirazione per Elastigirl. All’inizio è stato addirittura difficile capire che ruolo aveva nella produzione del film: la sua recitazione è stata infatti veramente inaspettata per qualcuno che di mestiere fa il grafico e l’atleta.

Orso Maria Guerrini doppia Rick Dicker, un agente segreto ispirato alla saga di Men in Black, che aiuta la super famiglia a mantenere la propria identità segreta. Troppo poco screen time per Rick e Guerrini: qualche scena in più gli avrebbe dato lo spazio che si merita.
Il doppiaggio in generale è stato grandioso, senza alcuna eccezione, se non per alcuni dei supereroi secondari che hanno mostrato una vocalità un po’ piatta.

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Martina De Vita

Nata nel 1996, il limbo generazionale a cavallo tra gli anni '90 e i 2000. Cresciuta davanti ad uno schermo, la sua infanzia si è svolta tra i classici dei videogiochi e gli anime degli anni '80. Con il passare degli anni, può affermare di avere due grandi passioni: il binge-watching indiscriminato e tentare di accarezzare i gatti che incontra per strada.