Tra le leggende e le creature folkloristiche del Giappone, sicuramente la Kitsune è tra le più famose se non la più famosa.
Nella mitologia giapponese, la Kitsune è un essere dotato di grande intelligenza e in grado di vivere per un tempo lunghissimo, grazie al quale sviluppa, con l’avanzare dell’età poteri sovrannaturali sempre maggiori.
Ci sono diversi modi di vedere la figura della Kitsune.
Uno dei suoi più grandi poteri è l’abilità mutaforma con la quale spesso ingannano il prossimo tramutandosi in belle donne.
Altri vedono quest’abilità con uno sfondo tutt’altro che negativo, accogliendo questi esseri come amiche, amanti o mogli.
Il potere delle Kitsune cresce con l’età, più una volpe è vecchia e saggia, più è forte.
Il suo potere può essere “misurato” in base al numero delle sue code, che possono arrivare a un massimo di nove.
Quando una kitsune ottiene la nona coda il suo manto diviene bianco o dorato in base alla tradizione.
Non solo la negatività di una figura ingannevole, molti vedono nella creatura della volpe un collegamento con Inari, il kami dello shintoismo legato alla fertilità e al riso, per questo dunque assumerebbero la forma di una donna.
E’ difficile risalire alle prime informazione sulla Kitsune.
I primi racconti sono racchiusi nella raccolta Konjaku monogatarishū ( 794-1185 ) seppur diverse leggende e narrazioni provengano dai paesi vicini di Cina e Corea.
Difatti la volpe è una figura importantissima anche in questi paesi, dove prende il nome di Kumiho in Corea e di Huli Jing, lo spirito volpe a nove code cinese.
Per questo è molto difficile individuare con precisione l’origine di questa creatura.
Esistono inoltre due tipi di Kitsune: le zenko, definite volpi buone, benevole e associate per eccellenza a Inari, a differenza delle yako dette anche nogitsune, malevole e maliziose.
In alcune tradizioni le Kistune sono addirittura divise in tredici classi in base al loro potere sovrannaturale.
In molti credono anche al Kitsunetsuki, ovvero che le volpi fossero in grado di possedere l’uomo letteralmente nutrendosi così della loro forza vitale.
Per riconoscere un posseduto dalla volpe lo si poteva guardare attentamente, riconoscendo nella persona alcuni tratti del viso leggermente cambiati per far assomigliare l’uomo alla volpe.
Secondo la tradizione, se il posseduto era analfabeta, acquistava grazie alla volpe la capacità di leggere e scrivere.
Nel periodo Heian il kitsunetsuki iniziò ad essere trattato come una vera malattia, usato per dare spiegazione ai problemi mentali.
La Kitsune possiede inoltre una relazione al kitsunebi, il fuoco di volpe, ovvero piccole sfere luminose rappresentate spesso vicino alle volpi, simili a lanterne.
A volte sono associati e raffigurati anche come perle o gioielli dotati di poteri magici.
Spesso si crede che le Kitsune e le loro sfere siano profondamente collegate, tanto che se la volpe restasse troppo a lungo separata dalla sua sfera, ne morirebbe.
Molti racconti narrano della perdita o del furto subito dalle Kitsune di questi speciali oggetti e delle loro conseguenze.
Le Kitsune sono inoltre celebrate nei matsuri, i festival tradizionali giapponesi.
E voi?
Cosa ne pensate?