Attenzione SPOILER: il seguente articolo contiene spoiler su X-Men Blue #31, attualmente in vendita negli Stati Uniti
Magneto riscopre le sue radici sanguinarie in X-Men Blue #31. La serie della Marvel Comics ha visto Erik Lehnsherr fare da leader e maestro al team mutante, ma la sua vena violenta e vendicativa non è mai scomparsa.
Per farla riesplodere era necessario un obiettivo su cui Magneto potesse concentrare la sua rabbia. Come vediamo nelle pagine dell’albo, quell’obiettivo è Emma Frost, la Regina Bianca del Club Infernale ed ex compagna di squadra del Signore del Magnetismo.
X-Men Blue #31, attualmente in vendita negli Stati Uniti, è scritto da Cullen Bunn e illustrato da Jorge Molina. Colori di Matt Milla e lettering originale di Joe Caramagna, con R.B. Silva a firmare la copertina.
La serie, che si concluderà con il numero 36 come annunciato dalla Casa delle Idee, vede come protagonisti i cinque giovani X-Men originali, vale a dire Ciclope, Angelo, Uomo Ghiaccio, Bestia e Fenice, dislocati nel tempo ai giorni nostri. A guidare il team è, appunto, Magneto, personaggio su cui Bunn ha iniziato a lavorare nel 2014 nella sua serie solista, che ha visto il Signore del Magnetismo impegnato in una crociata per proteggere la razza mutante con ogni mezzo necessario.
Nei numeri dal 23 al 28 di X-Men Blue abbiamo assistito all’arco narrativo Mothervine, dal nome del virus diffuso da Emma Frost, Havok, Bastion e Miss Sinister per alterare il corso della specie mutante nell’Universo Marvel. Magneto è stato costretto ad uccidere diversi mutanti infettati dal virus e ora è in cerca di vendetta.
X-Men Blue #31 si apre con un flashback sull’incontro tra Jean Grey, alias Fenice, ed Erik, durante il quale Jean ha letto la mente di Magneto prima di accettare la sua alleanza. Fenice ha così assistito alla giovinezza di Erik, quando aveva il nome di Max Eisenhardt ed era rinchiuso in un campo di concentramento nazista.
Magneto rivive dunque il momento che lo ha reso ciò che è oggi, l’attimo in cui il suo cuore si è riempito di odio e paura. E’ quello il vero Magneto, con la sua oscurità e i suoi segreti sepolti sotto la superficie, ed è ciò di cui Jean dovrebbe preoccuparsi. Non importa se ha provato a stare dalla parte del bene, il lato oscuro di Magneto ritorna inevitabilmente.
La prima tappa di Erik è al Club Infernale di Manhattan, dove è in corso una festa. Anche se Magneto risparmia gentilmente gli invitati, lo stesso non si può dire per le guardie del Club. La mattina dopo gli X-Men si recano sul posto per indagare, rimanendo scioccati nello scoprire come Magneto sia stato capace di compiere un tale massacro, ma riconoscendo come sia nella sua natura.
La loro unica guida per rintracciare il Signore del Magnetismo è Briar Raleigh, che ha iniziato a lavorare con Erik durante la serie Magneto, scritta da Bunn e disegnata da Gabriel Hernandez Walta. Briar ammette di aver immaginato un atto di violenza da parte di Magneto, anzi si aspettava qualcosa di molto, molto peggio.
La stessa Briar ha guidato Erik nelle sue incursioni al Club Infernale, fino a quando non ha individuato l’esatta posizione di Emma Frost. Il suo consiglio è che gli X-Men rimangano fuori dalla faida, lasciando che Erik ed Emma si scontrino come è inevitabile, anche perché la loro presenza non farebbe altro che peggiorare le cose.
Consiglio ovviamente non ascoltato dal team mutante, che rintraccia Emma Frost a Parigi, dove sta cercando di raccogliere le proprie cose e allontanarsi il più possibile da Magneto. Sorprendentemente, gli X-Men non sono lì per arrestarla, ma per impedire a Magneto di ucciderla.
L’obiettivo della squadra quando ha accettato di lavorare con Magneto, infatti, era inanzitutto tenerlo d’occhio e vigiliare su una sua eventuale svolta malvagia. E’ proprio Emma Forst a regalare la frase topica dell’albo: “Darling, that man’s moments of lucidity are mere breaths between the screams” (“Tesoro, i momenti di lucidità di quell’uomo sono semplici respiri tra le urla”).
Come sottolinea l’Uomo Ghiaccio, gli X-Men hanno concesso a Emma il beneficio del dubbio e l’hanno accolta nella loro famiglia. La stessa generosità era stata offerta dal team anche a Magneto, così come in numerose altre occasioni.
Va anche sottolineato come Magneto non possa essere totalmente biasimato per aver ancora una volta ceduto ai suoi impulsi violenti. Dopotutto, durante la sua infanzia ha visto tutti i suoi cari venir uccisi per essere nati diversi, proprio come sono nati diversi i mutanti.
A differenza di Charles Xavier, che ha scelto come obiettivo un’esistenza pacifica tra umani e mutanti, Magneto crede che l’unico modo per i mutanti di ottenere ciò che vogliono è prenderselo. E se la gente dovesse soffrire per questo, ciò non gli impedirà di dormire tranquillamente la notte: ha impedito che a soccombere fossero i mutanti.
Fonte: CBR