L’estate è in pieno svolgimento, tempo ideale per l’uscita di un horror slasher a tema campeggio, lo sa bene anche Netflix che pesca dal Messico la pellicola Romina, scritta e diretta da Diego Cohen con un cast che comprende Francisca Lozano, Roberto Beck, Walter Bercht, Victor Bonilla, Diego Cohen, Oliver Nava, Eduardo Negrete, Arantza Ruíz e Claudia Zepeda. Il film è disponibile nel catalogo della piattaforma dal 13 luglio 2018
Un abuso scioccante ispira una reazione di orribile violenza quando un gruppo di adolescenti in campeggio in una località remota incontra una ragazza della stessa scuola.
Una sinossi stringatissima per una pellicola molto compressa, dalla durata di 74 minuti. La visione è solamente per un pubblico + 18, Romina infatti contiene un altissima dose di violenza, mostrata in maniera abbastanza cruda e diretta nei confronti dello spettatore fin dal primo minuto, visto che il film si aprirà proprio con la scena finale. Una delle tante scelte discutibili contenute nella trama.
Il setup iniziale è dei più classici del cinema dell’orrore, un gruppo di amici che decide di fare un campeggio in una località remota chiamata Crystal Lake ( grosso campanello d’allarme per gli amanti del genere) , un paio di loro scoprirà la presenza nello stesso luogo di una loro conoscente e uno di loro deciderà di molestarla la notte stessa. Questo evento darà vita ad un altro stilema del genere, quello del revenge, una violenta vendetta che però non sarà perpetuata solamente ai danni dell’autore del misfatto, ma coinvolgerà l’intero gruppo, compreso il malcapitato gestore del campeggio, diventando una vera e propria strage. L’intera narrazione diventerà però velocemente fine a se stessa, un semplice racconto partendo da un finale che già conosciamo perchè rappresentato dall’incipit della pellicola. Una scelta di questo tipo risulta quasi punitiva per la trama di Romina, non permette infatti allo spettatore di subire la tensione degli eventi, sapendo già che l’intero cast tempo di qualche minuto sarà morto in maniera brutale.
La regia non soddisfa pienamente anche il pubblico amante del genere più gore, nonostante inquadrature decisamente brutali, tutte le peggiori nefandezze avvengono off-screen lasciando solo il risultato di esse a disposizione degli occhi dello spettatore. La trama, o per meglio dire il road to che porterà al massacro finale, si sviluppa in maniera molto lenta a partire da oltre 30 minuti di film nei quali l’azione sarà praticamente assente.
La durata limata all’osso non consente ovviamente di lavorare sui personaggi, lasciandoli nella totale bidimensionalità assoluta, difficilmente ci troveremo nella condizione di provare empatia per qualcuno dei protagonisti.
Il risultato finale di Romina è abbastanza deludente, rimane nel limbo fra mostrare e non mostrare la violenza, perde tempo senza riuscire a costruire una storia pienamente convincente, riuscendo a sbagliare una pellicola dal canovaccio semplice e già visto in altre occasioni. Sicuramente il catalogo del servizio offre horror migliori.
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