Disponibile sulla piattaforma Netflix a partire dallo scorso 27 luglio, Extinction è un film sci-fi diretto da Ben Young (Hounds of Love) che vede fra i suoi interpreti principali Lizzy Caplan ( Mean girls), Michael Peña (Ant-Man and the Wasp) e Mike Colter (Luke Cage). Una pellicola che rappresenta l’ennesima operazione di salvataggio compiuta dal colosso nei confronti di pellicole altrimenti destinate all’oblio, come avvenuto in passato per The Cloverfield Paradox e Annientamento, il film infatti è rimasto bloccato nella black list del 2013, l’elenco annuale delle sceneggiature considerate degni di nota, ma che non hanno raggiunto le sale cinematografiche, in origine infatti l’idea prevedeva un budget decisamente superiore e un team che avrebbe visto Joe Johnston alla regia e James McAvoy nel ruolo di protagonista.
Extinction vede il suo protagonista, Peter, alle prese con costanti incubi nei quali vede la terra alle prese con un attacco di origine aliena. La sua famiglia preoccupata lo costringe a vedere degli specialisti per capire l’origine del suo problema, ma ben presto ciò che Peter vede nei suoi incubi si trasforma in realtà e ogni umano si troverà a dover combattere una lotta crudele e disumana per la sopravvivenza.
La prima parte del film, lunga quasi due terzi della durata totale, è un incedere lento e cadenzato, quasi introspettivo, dove lo spettatore si ritroverà spaesato a dover capire quello che accade al suo protagonista, alle prese con una situazione che sembra portarlo alla deriva, in balia di incubi lucidi che lo colpiscono e lo allontanano dai suoi cari. La realtà è che nulla è come sembra e proprio quando tutto sembra più semplice Extinction calerà la sua wild card ovvero il classico plot twist in grado di cambiare l’angolo di visuale dell’intera pellicola. Una mossa inaspettata che permette alla trama di prendere una grandissima boccata di ossigeno in previsione della mezzora finale e metter in ordine tutte le tessere del puzzle lasciate in disordine dalla prima, dandogli inoltre una nuova chiave di lettura e accelerando- anche se non di molto- il ritmo degli eventi.
Il comparto visivo del film è interessante, ma non impressiona, gli alieni giungono sul nostro pianeta con tecnologie e armature da guerra che seppure sembrino di buona fattura non vengono mai mostrate nei particolari, ma limitate a sagome distanti e in penombra, lasciando l’impressione di incompiuto, ma ovviamente in questo si vedono i limiti dovuti all’abbassamento del budget rispetto all’eventuale controparte cinematografica made in Paramount.
Fondamentalmente l’intera riuscita di Extinction si basa sulla potenza del suo espediente narrativo, l’avvio lento e le tematiche che fanno da sfondo all’evento chiave infatti non vengono sviluppate con la dovuta convinzione, non riuscendo così a dare profondità ad una trama che per la sua natura perde fin da subito l’effetto suspense. Il mantenimento “forzato” del mistero finale non consente neppure di lavorare interamente sui personaggi, Michael Peña e Lizzy Caplan fanno un buonissimo lavoro però non possono andare molto oltre i paletti dati dalla situazione.
Sicuramente non ci troviamo davanti ad un film spettacolare, ma secondo noi è un passo avanti rispetto ad altre produzioni Original recenti legate al mondo della fantascienza come ad esempio Titan, Anon oppure Tau, con il quale condivide qualche tematica di fondo.
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