Bakeneko

Leggende giapponesi: il gatto demoniaco Bakeneko Non si smette mai d’imparare

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Anche il Bakeneko, come le altre creature di cui vi abbiamo parlato, la volpe Kitsune, il cane procione Tanuki e l’uccello Tengu, è una creatura tipica del folklore giapponese.
Questo yokai molto particolare si evolve da una comune creatura che spesso accompagna molti di noi per una vita, il gatto domestico.

Bakeneko

Quando un gatto raggiunge un età molto avanzata e grandi dimensioni, sia in termini di peso, sia in termini di lunghezza esso ha la possibilità di tramutarsi.
I Bakeneko hanno poteri da mutaforma e acquisiscono la capacità di camminare sulle zampe posteriori.
Per quanto riguarda l’aspetto, si tratta semplicemente di comuni gatti, ma molto più grandi.
Essi sono anche in grado di creare sfere di fuoco o di assumere sembianze umane, soprattutto quelle del padrone.
Molte leggende raccontano di Bakeneko umanizzati che però mantengono tratti felini.
Queste creature sono molto pericolose, possono gettare maledizioni sui loro precedenti padroni causandogli numerosi problemi.

Il Bakeneko può essere spesso confuso con il suo cugino, il Nekomata.
La differenza tra i due è molto sfumata, i Nekomata possiedono due code e sono più legati al mondo dei defunti.
Si dice anche che i gatti che mangiano l’olio per lampade diventino in età avanzata Bakeneko o che comunque una volta mutati se ne servano.
L’olio delle lampade tradizionali andon, difatti è prodotto spesso dal più economico olio di sarde.

Come le altre creature di cui vi avevamo parlato in precedenza, anche questa ha un lato negativo e un indole selvaggia e scontrosa verso l’uomo.
Si narra che molti di questi gatti mangino persino un uomo per poterne assumere le sembianze.

Un racconto narra del gatto scomparso di Takasu Genbei, la cui madre divenne scontrosa e solitaria.
La famiglia decise di spiare la donna mentre consumava i suoi pasti da sola, nella sua stanza, rimanendo però shoccati alla vista di un enorme Bakeneko
La creatura venne uccisa e nei giorni successivi la sua morte riprese le sembianze del gatto di famiglia, mentre sotto al tatami furono rinvenute le ossa sbiancate della donna.

Nelle diverse prefetture giapponesi si sono diffuse diverse idee riguardo questo misterioso yokai.
Molti rifiutano di allevare un gatto per più di 11 o 13 anni proprio per il terrore che questo si tramuti in un mostro attaccandoli.
Nel periodo Edo si credeva perfino che i gatti con la coda troppo lunga fossero in grado di incantare e stregare l’uomo soggiogandolo.
Credenza radicata anche in Cina, dove l’idea dei gatti bianchi allevati per più di tre anni terrorizzava i più.

Una varietà di Bakeneko è l’assai famoso porta fortuna Maneki neko.
A Kagurazaka, un distretto di Tokyo, si celebra ogni anno, a ottobre il “ Bakeneko Festival “ che raccoglie tutti gli appassionati di questo speciale yokai.

E voi? Cosa ne pensate?

 

Francesca Bandini

Totalmente avvolta nella sua bolla fatta di letteratura (principalmente fantasy, urban fantasy e distopico), ballo, recitazione, post produzione, cinematografia e fotografia. Cosplayer dal 2008. Dedita al violino come il celebre Sherlock Holmes, innamorata della chitarra come Jimi Hendrix (senza darle fuoco). Entra nel mondo del K-Pop senza passare dal via e fra i suoi gruppi preferiti del genere svettano Super Junior e AOA. Tanti anni prima sposa il genere J-Rock, dove i GazettE resteranno sempre sovrani nella sua playlist.