Una delle grandi sorprese che la casa delle idee ha annunciato negli ultimi tempi risponde al nome di Asgardians of the Galaxy, un gruppo di personaggi legati al mondo di Thor che si uniscono per formare una sorta di ciurma.
Il nome e la situazione attuale dei Guardiani della Galassia, che non se la passano bene negli USA, hanno fatto subito pensare che questo gruppo asgardiano fosse una sorta di erede del precedente, la prima uscita e l’annuncio quasi contemporaneo di una nuova serie dei guardiani affidati a Donny Cates a partire dal 2019, ha però confermato che non sarà questo il futuro della serie.
I guardiani e gli asgardiani della galassia sono molto vicini spiritualmente, una ciurma di personaggi sulla carta poco credibili, al posto di Star-Lord e soci però qui avremo un roster composto dalla sorellastra di Thor, Angela, da Valchiria (che condivide il corpo con un’umana), da Skurge l’esecutore, Kevin Masterson (il nuovo Thunderstrike) e per finire il duo composto dalla rana Throg e dall’armatura Destroyer segretamente controllata da un personaggio che scopriremo durante il primo albo.
Il primo numero scritto da Cullen Bunn ovviamente consiste nel classico episodio introduttivo, dove il team verrà messo insieme scena dopo scena per fronteggiare un’avversario un po’ diverso dal solito, Nebula, che decide di raggiungere la “sorellastra” Gamora nel team dei villain, lasciando il mistero su perchè Angela metta insieme questo team di serie B senza chiamare Thor, un mistero che ovviamente verrà sviluppato via via nei prossimi numeri del tie in di Infinity Wars.
Ottimo il lavoro di Matteo Lolli ai disegni e Federico Blee ai colori, il loro mix funziona alla grande con azione fluida e ottima scelta cromatica, se il duo si confermerà così in palla sarà sicuramente un punto a favore di questa serie.
Il cast di Asgardians of the Galaxyè un mix interessante, equilibrato, dove Kevin e Throg a rappresentare la parte più fresca e scanzonata (almeno sulla carta) a stemperare il resto del team che sicuramente si muoverà su tinte un po’ più seriose, ma non troppo.
Un primo episodio abbastanza tranquillo, mette sul tavolo le carte giuste per convincere il lettore a continuare la lettura, ma senza esaltare con un hype eccessivo.
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