Sono bambini, hanno la pelle chiara e gli occhi completamente neri come la notte. Bussano alla porta di casa tua, ti chiedono un passaggio per andare a casa, ti chiedono qualche soldo. E dopo? Portano morte, paura e sofferenza. Chi sono? Sono i Black Eyed Kids, i bambini dagli occhi neri. E sono venuti a prenderti.
Da questa leggenda metropolitana nata negli Stati Uniti negli anni ’90 prende spunto Black Eyed Kids (da qui in avanti BEK), scritto da Joe Pruett e disegnato da Szymon Kudranski. La serie in patria è pubblicata dalla AfterShock Comics, neonata casa editrice i cui diritti per la pubblicazione in Italia sono stati interamente acquistati da Saldapress. Negli USA la storia si è già conclusa con il numero #15. Da noi è arrivato questo primo volume, intitolato I Bambini, mentre il secondo è in arrivo e sarà disponibile dal prossimo 27 Settembre. Ogni brossurato italiano raccoglie 5 albi originali, quindi la serie dovrebbe arrivare alla conclusione in 3 volumi. Siete pronti a guardare il terrore dritto negli occhi?
La storia di BEK è ambientata in una cittadina imprecisata del Midwest. Le prime pagine del fumetto sono interamente dedicate a mostrare gli strani (e sanguinolenti) episodi che qui si stanno verificando, tra omicidi a sangue freddo in un distributore di benzina e assassini effettuati in casa della vittima. Tutti questi fatti hanno in comune la particolarità di essere compiuti da misteriosi e inquietanti ragazzini dagli occhi neri.
Inizialmente quindi gli autori si concentrano sulla presentazione dei veri protagonisti della storia, saltando continuamente da un episodio a un altro per mostrare ciò di cui sono capaci i bambini dagli occhi neri. Il primo impatto può lasciare spaesato il lettore, a causa dei passaggi veloci e a volte bruschi da una scena all’altra e alla mancanza di punti di riferimento riguardo a quali siano i personaggi principali di cui si seguiranno le vicende.
Con il passare delle pagine però la situazione migliora, dato che il focus si concentrerà su specifici personaggi e sulle loro sottotrame, rendendo il filo della storia più semplice da seguire. In questo modo c’è anche maggior possibilità di caratterizzare i personaggi, che hanno diversi tipi di rapporto con i bambini dagli occhi neri a seconda del modo in cui vengono a contatto con loro. Questi ultimi sono in gran parte privi di qualsivoglia caratterizzazione e particolarità che li distingua l’uno dall’altro, fatta eccezione per un paio di loro che hanno invece una personalità definita e risultano fondamentali per la trama.
Insomma, i personaggi con cui empatizzare e dotati di una certa tridimensionalità sono assai pochi al momento. Se a questo si aggiungono dei dialoghi piuttosto sottotono e poco ispirati, arriviamo alla conclusione che caratterizzazione e sviluppo dei personaggi non sono decisamente il punto forte di questa serie.
Come detto in precedenza i primi due numeri originali stentano a far presa sul lettore, mentre da lì in poi la storia diventa più appassionante e coinvolgente. Il ritmo rimane sempre sostenuto, fattore positivo per chi non sopporta gli horror lenti. Arrivati in fondo alla lettura di queste prime 120 pagine però non si ha ancora chiaro dove gli autori vogliano andare a parare. La sensazione è che la vera macrotrama debba ancora iniziare e che quindi il primo volume sia servito da grossa introduzione.
Parlando del lato grafico, i disegni di Kudranski sono nella media e vedono nelle espressioni facciali non sempre convincenti il loro punto debole. Degne di nota sono alcune soluzioni grafiche e registiche adottate per incrementare il pathos di certe scene e sottolineare la violenza di altre. Un lavoro egregio è svolto dalla chine, che sono sempre pesanti e danno a ogni tavola un carico di neri che ben si sposa con l’atmosfera horror del titolo, ambientata interamente di notte.
Ad accompagnare l’occhio del lettore nell’oscurità ci pensano poi i colori di Guy Major, che si adattano perfettamente ad ogni situazione, soprattutto ai momenti più violenti e puramente splatter disseminati per tutto il volume. Notevoli anche le copertine regolari di Francesco Francavilla e le variant di Kudranski, raccolte nelle ultime pagine del volume.
Riassunto
Il primo volume di Black Eyed Kids non brilla sicuramente per originalità o per la sua trama, ma mette comunque delle buone basi per il prosieguo della serie. Per il momento il consiglio va agli amanti dell’horror sovrannaturale dalle connotazioni action e splatter.